Genere: Narrativa

Trama:
La vita di Emanuele Marino inizia in salita: ragazzino dal carattere introverso e scontroso, cresce in un quartiere malfamato di Napoli con un padre violento e una madre anaffettiva. La rabbia che gli monta dentro sembra disegnare per lui un inevitabile futuro nella delinquenza, finché non incontra Maurizio, un maestro di boxe che prende a cuore il suo destino e lo avvia a una carriera di pugile. Emanuele restituisce sul ring tutti i pugni presi dalla vita e vince senza sosta, abbattendo un avversario dopo l’altro. L’incontro con Rossana gli permetterà inoltre di conoscere il vero amore e di creare quella famiglia serena e felice che la sorte non gli aveva inizialmente concesso. Al termine della sua carriera di pugile professionista, Emanuele avrà avuto il suo riscatto e si sarà trasformato in un vero vincitore: non solo sul ring, ma anche nella vita.

Recensione:
Una vita sul ring, anni di incontri, battaglie, raccontati in un romanzo breve.
"Una vita in battaglia" è la storia di Emanuele, da ragazzino nato in una famiglia problematica a campione di boxe, da giovane sbandato che poteva perdersi a uomo realizzato con una famiglia che ama e dalla quale è riamato.
Una storia di crescita, di tenacia, con insegnamenti positivi, questa è l'opera che David Savarese propone al pubblico.
La scrittura che incontriamo nel libro ci dà una sensazione strana che comincia nel prologo, che si protrae nei successivi capitoli, suggellando uno stile, un modo di essere: è come approcciarsi a una serie di quarte di copertina.
Ciò che ci viene raccontato, viene fruito come se stessimo scoprendo dei riassunti.
Tutte le esperienze, a partire da una famiglia disfunzionale con episodi di violenza, il primo amore, la discesa nella droga, la scoperta della boxe, l'abbandono e la crescita carrieristica, ci scorre dinanzi agli occhi, velocemente, come tante istantanee messe una dopo l'altra.
Passaggi che vengono scritti, ma non descritti con la dovuta efficacia, eppure gli spunti di approfondimento sono tanti: l'intera trama è una rappresentazione di resilienza, di come il destino stia nelle nostre mani, nella nostra volontà. Anche chi nasce con lo svantaggio di una famiglia "sbagliata", può riscattarsi, ma questa grande potenzialità l'autore non la sfrutta come potrebbe.
Come è uscito Emanuele dalla droga, da una dipendenza da sostanze diverse, pesanti, debilitanti? Non lo sappiamo. Quali sono i suoi pensieri, le sue motivazioni? Non le conosciamo, perché la velocità con la quale la storia si svolge, non permette di conoscere a fondo il protagonista e, per estensione, nemmeno gli altri personaggi. Alcuni di loro hanno ruoli importanti nella crescita e nella formazione di Emanuele, come il maestro che lo instrada alla boxe, o come i genitori che sono causa prima di tanti problemi. Figure positive e negative che non vengono messe sufficientemente in luce. Si resta sulla superficie, come chi nuota a pelo dell'acqua, intuisce profondità ricche e affascinanti, ma manca del coraggio di immergersi ad esplorarle.
"Una vita in battaglia" potrebbe davvero essere uno scritto formativo, un esempio positivo per tanti ragazzi in difficoltà. Così com'è però, necessita di uno sviluppo ulteriore, del tempo narrativo necessario ad entrare in comunione col protagonista, a sentirlo vero, reale, in uno scambio empatico col lettore che funga da guida e modello.
La storia c'è, serve pazienza, calma, per svilupparla, renderla completa e coinvolgente. Anche gli incontri sul ring, tanti, tantissimi, sembrano uno uguale all'altro: difettano delle differenziazioni che potrebbero scaturire solo scoprendo i pensieri del protagonista, il suo coinvolgimento emotivo più che l'elenco dei colpi portati o ricevuti.
"Una vita in battaglia" è un libro che deve essere sviluppato per diventare una vera opera, e lo diventerà, se il suo autore troverà il coraggio di immergersi nelle emozioni della storia, scoprendo la bellezza di ciò che le onde proteggono e la luce del sole cela col riflesso.
(Tatiana Vanini)

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