Genere: Narrativa

Trama:
Agata è una ragazza di provincia che si ritrova a vivere nella Capitale e a lavorare in una piccola biblioteca non molto frequentata dove incontra "il ragazzo perfetto": Andres, ben educato, ricco di famiglia, sempre impeccabile. Ad Agata sembra di vivere una magica storia d'amore, come quella che tante volte aveva letto tra le pagine dei suoi amati libri, ma ben presto la facciata di perfezione inizia a sgretolarsi e quello che è diventato suo marito si mostra per ciò che è davvero: un uomo violento, senza scrupoli, che la picchia e la maltratta. Agata, ormai in pericolo di vita, commette l'unico atto che possa liberarla da quell'inferno. Ma riuscirà mai a liberarsi davvero dell'ombra di quest'uomo, che l'ha depredata del suo più grande desiderio, del suo essere donna? Riuscirà a smettere di addossarsi la colpa per qualcosa che non ha commesso? Riuscirà a far sentire la sua voce, la sua storia? Questa è soltanto una delle troppe storie di violenza femminile commessa dagli uomini che avevano promesso di amarle e di proteggerle. Un romanzo breve che ha lo scopo di dare voce a tutte le storie di quelle donne costrette a vivere nella paura, troppo spesso anche a costo della loro vita.

Recensione:
Duro, bruciante, "Una donna" getta in faccia tutte le verità più scomode della violenza contro il genere femminile.
La scrittura della Covino corre e nella sua capacità di creare situazioni e proporle in modo genuino al lettore, permette di entrare nella storia di Agata, la protagonista.
La trama è coinvolgente e con il suo misto di presente e racconto di un passato prossimo, mette a disposizione tutti i tasselli per conoscere. Non mancano anche riflessioni che vengono offerte sotto forma di pensieri espressi o tenuti celati.
La storia di Agata potrebbe essere la storia di ogni donna abusata, fisicamente o psicologicamente da fidanzati e mariti gelosi, violenti, rabbiosi: per questo il titolo "Una donna" nella sua semplicità, nel suo carattere generale, è perfetto.
Quattro anni si raggruppano in quest'opera di poco più di sessanta pagine. Intensa, capace di toccare nel profondo e mettere a nudo punti nevralgici, la trama sconvolge non tanto per la violenza, ma perché rappresenta storia nota, racconti che la cronaca ci ha proposto troppe volte. E' il male nella sua banale ripetitività.
Dai primi passi di un amore dalle mille promesse, si passa alle scenate di gelosia, alle piccole ma sempre più numerose imposizioni, al primo schiaffo. E' una discesa vorticosa nel dolore, dove gli iniziali tentativi di giustificazione non trovano più appiglio, dove alla fine nemmeno più esistono le scuse del dopo botte, le proteste vane del "non lo farò più".
Agata parla dal banco di un tribunale, perché non è morta: ha ucciso il suo aguzzino, suo marito. Agata è una vittima che viene giudicata criminale. Il tempo del romanzo si trova al passato nel 1970, ma in cinquant'anni possiamo davvero dire, in coscienza, che è cambiato qualcosa? Sei donna e vieni uccisa da un uomo: poverina. Un mese di discorsi e poi avanti come prima. Sei donna e nel difenderti uccidi il tuo uomo: assassina. Un mese di discorsi dove si dice quanto sei stata eccessiva, quanto sei stata stupida a non capire, a non andartene, a non fare, a non dire e poi avanti come prima.
"Una donna" getta tutto in faccia, nell'eleganza della letteratura che non viene inficiata dagli errori di battitura che troviamo ogni tanto sparsi nel testo. "Una donna" vuole essere un monito e un richiamo al cambiamento. "Una donna" si conclude in modo amaro, con la consapevolezza che probabilmente saranno le ennesime parole al vento se non si cambia modo di crescere i propri figlio (maschi e femmine), se non si promuove un radicale cambiamento nella costruzione della persona nella società. "Una donna" lascia spazio ad un piccolo anelito di speranza, perché così deve essere, altrimenti perdiamo tutti.
Un libro breve che, in punta di piedi, trasmette il suo messaggio e non porta via tempo. E' un'opera da leggere, dalle donne e dagli uomini.
(Tatiana Vanini)

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