Casa Editrice: Frilli - 160 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Noir
Trama:
Non sembra morto, l'uomo ben vestito e calvo appoggiato con la tempia al finestrino del regionale veloce Genova-Milano. In realtà Marco Deovich, stimato professore universitario, ha lasciato la vita terrena molto prima di giungere nella cattedrale metallica della stazione Centrale. Dopo averlo avvelenato, il suo assassino ha percorso tutte e dieci le carrozze del treno scambiando sguardi e parole con diversi compagni di viaggio, e seminando qua e là frammenti di un piano raffazzonato. Incrociando l'anziana e attenta signora Ilde, mamma Paola con la dolce Susanna, un capannello di dietologi in trasferta, un commesso fotografo, un capotreno con le basette scolpite e un ragazzo nero con l'iPod. Occhi buoni per risolvere un delitto all'apparenza facile facile, soprattutto per un poliziotto d'esperienza come Elia Marcenaro. Uno che non sa stare lontano dai guai, il commissario. Perché non era stato pianificato un suo coinvolgimento nel caso Deovich. Anzi, era previsto che per un po' se ne stesse coperto e lontano dai guai nel capoluogo lombardo, in un piccolo appartamento affacciato sull'Hangar Bicocca, con l'unico compito di proteggere la piccola Eleonora Giulia da chi la stava minacciando. Impegno da assolvere in distacco temporaneo presso il commissariato milanese di Garibaldi Venezia. Ma le cose non vanno sempre come dovrebbero, i binari non procedono sempre nella direzione più lineare. E sui treni, a volte, sembra di vedere solo brave persone.
Recensione: "Non avevo mai ucciso un uomo. Ma l'ho fatto con piacere. L'ho programmato, ho gustato il momento in cui ho trovato la sostanza giusta. Ho gioito a sentirlo spegnersi nel mio abbraccio. Non meritava nulla. Non meritava, a differenza delle persone che aveva scelto di mandare a morte, un'altra possibilità". Una confessione così, richiede lucidità, sincerità e coraggio delle proprie azioni. Virtù di un reo, virtù poco presenti tra i restanti passeggeri e tra il personale viaggiante delle dieci carrozze che compongono il Genova-Milano, le coscienze ed i ricordi di ognuno dei quali sono contaminati da una macchia, di forma, colore e dimensioni differenti. Uno schizzo stonato ben nascosto sotto abiti e divise di persone rispettabili, che fanno in modo di non esporsi affinché i loro intimi segreti rimangano tali. Attimi di male sommersi, sepolti, ma non dimenticati dai loro interpreti. Sorprendentemente, la consegna della verità nelle mani degli inquirenti avviene ad opera dell'unico personaggio che si manifesta nei panni di una vittima dell'altrui malevolenza. Panni sporchi, sdruciti, che ricoprono una macchia volutamente o inconsciamente sciolta nelle crepe dell'anima, ma pronta a riprendere consistenza ed allargarsi. La mirabile varietà di storie e di destini che viaggiano a bordo di un unico treno rimanda ad una realtà ineluttabile: in ogni essere umano, vittima e carnefice convivono e negli infiniti attimi che compongono una vita ora l'uno ed ora l'altro si palesano.
La trama è estremamente avvincente ed è strutturata in modo ammirevole. La vicenda delittuosa oggetto di indagine si consuma e si esaurisce in tempi e spazi ristretti, quelli che corrispondono alla percorrenza di un convoglio in viaggio tra il capoluogo ligure e quello lombardo. Ciò che la rende ricca e saporita sono le regressioni, le digressioni e le proiezioni che l'autore inserisce con tratto sapiente, trasformando un singolo atto criminale in un intreccio di gesti efferati, malignità, misteri e segreti che scorrono e sobbalzano lungo la strada ferrata oppure stazionano ai suoi margini. Tutte le figure che popolano il racconto sono dipinte con cura ed incisività, dai tratti somatici alle pieghe dell'io interiore. La parte descrittiva che accompagna la narrazione delle loro umane e disumane vicende è concentrata ed essenziale.
Lo stile dell'autore è moderno, diretto, esplicito senza mai essere disturbante od offensivo, costellato qua e là da termini appartenenti alla lingua volgare. Pur essendo il treno Genova-Milano menzionato in questo romanzo un Regionale Veloce, la lettura procede secondo l'andamento di un Rapido di ultimissima generazione, che non effettua fermate intermedie. Il coinvolgimento del lettore e la trama fortemente intrigante vogliono che sia così.
(Angelarosa Weiler)
Citazioni da questo libro:
"Di chissà son piene le morti, specie quelle improvvise"
"La verità, materia prima della sincerità, non sempre produce bellezza. A volte può annientare molte più vite di un segreto"
"A ognuno la sua realtà, a ognuno i propri segreti"
"La verità non è quella che sembra al momento, ma quello che esce fuori dopo che ci hai pensato un po'"
"Il cattivo non era lui, ma ha fatto un errore ed abbiamo dovuto arrestarlo. Le cose non sempre vanno come vorremmo"
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