Casa Editrice: Frilli - 220 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Noir
Trama:
Paolo Buzzi e Davide Bazzani sono due affermati professionisti. Brillanti, eleganti e convincenti, soprattutto a parole. Il primo sostiene di essere una sorta di sensitivo e con una serie di stratagemmi coinvolge, loro malgrado, proprio le forze dell'ordine, in un susseguirsi di situazioni paradossali. Il secondo, invece, affascinato dal lato oscuro della perversione umana, decide di osare sovvertendo regole, convenzioni, morale e logica. Due storie che scorrono senza mai incrociarsi, legate però da un fatale intreccio di menzogne, dissimulazioni, millanterie e inganni. Perché dietro all'apparenza si cela un qualcosa di incredibile. Chi sono veramente costoro? E cosa nascondono? Domande che, senza una risposta, rappresentano per gli investigatori Maurizio Vivaldi e Alessandro Meucci un vero e proprio tormento. Un'indagine complessa in una Torino che deve affrontare una nuova sfida con l'imponderabile.
Recensione:
Un Noir veramente bello, grande, immenso. Come la notte. Da accanita lettrice ed apprendista scrittrice di questo genere letterario, mi sono domandata tante volte quale strano potere abbia la notte, per qual motivo l'oscurità sia legata all'emersione delle pulsioni suggerite dall'Es. Pulsioni che, una volta trabordate, riescono a sfruttare la solare e razionale energia del loro naturale controllore, l'Io, per trasformarsi in intenzioni ed azioni efficaci e mirate, dotate di una forza consistente, capace di travalicare persino quel sommo pontefice mentale che è il Super-Io. Questa affascinante lettura ha fornito spunti interessanti per dare una possibile risposta al mio quesito. La notte è una parentesi nell'ambito della quale l'individuo si ritrova solo con se stesso, indipendentemente dalla propria condizione sociale ed abitativa. E' il momento ideale per instaurare un dialogo con quella porzione dell'essere che nella vita diurna è tacitata dagli spostamenti, dalle relazioni interpersonali, dagli scambi e dalle regole che governano la parte attiva e condivisa dell'esistenza. Se il dialogo tra l'Es e l'Io è paritetico, per quanto sofferto esso sia, è destinato a produrre un'intima evoluzione assoggettata al governo del Super-Io. Se la voce dell'Es è talmente forte da soffocare quella del proprio interlocutore, allora può succedere di tutto. Così come accade in questo romanzo, così vicino e così attento alla condizione umana da poter essere partecipato come una storia di vita.
La trama è concepita in modo sapiente, l'attenzione del lettore è costantemente attratta non solo dallo sviluppo delle intriganti, torbide e morbose vicende che nell'insieme ne costituiscono la struttura portante, ma anche dal continuo raffronto, pagina dopo pagina, tra affioramenti dell'inconscio, che all'estremo si spingono sino al paranormale, ed accurate e dettagliate descrizioni di ampi squarci di ordinaria realtà. Secondo il mio personale punto di vista, il maggior pregio di questo romanzo consiste in questo aspetto, ovvero nell'abilità con la quale l'autore ha saputo palesare l'integrazione tra il noto e l'ignoto, elemento quest'ultimo che, per definizione, sfugge alla percezione dei cinque sensi, ma che è comunque attivo, operativo e pronto a manifestarsi in risposta a peculiari sollecitazioni piuttosto che ad un insondabile destino. "La vita è un foglio bianco che si scrive in divenire", sostiene Maurizio Blini. Ciò significa che, abbandonandosi alla corrente dell'inconscio, un ego reso ipotrofico dalle vicende personali può comporre la propria storia in molti modi: ad esempio rendendo possibile la personificazione della figura controversa del medium o dello stalker pervertito e maniacale, cosa che avviene tra le pagine di questa narrazione. Saggia è la morale che si legge nell'epilogo di quest'opera: mai scherzare con la vita e con la morte, proprie o altrui, neppure con gli aspetti più bizzarri o anomali che a questi due fondamenti possono essere legati.
Lo stile dell'autore è contemporaneo, molto scorrevole, chiaramente comprensibile, diretto e gradevole, ancorché punteggiato qua e là da vocaboli ormai entrati a pieno titolo nella lingua parlata in Italia che preferirei non fossero utilizzati in letteratura per la loro trivialità. Giustifico, pur non condividendola, questa scelta di Maurizio Blini alla luce di quella estrema sensazione di palpabile aderenza alla realtà dei giorni nostri che lo scrittore ha voluto e saputo imprimere a questo racconto. La lettura procede in modo molto veloce, potrei dire con un ritmo incalzante; la successione degli eventi è esposta in modo tale da generare nel lettore un crescendo di suspense e curiosità. Le uniche pause concesse al vortice del pathos sono rappresentate dalle minuziose descrizioni delle raffinatezze gastronomiche e delle libagioni che gli investigatori Meucci e Vivaldi non si fanno davvero mancare!
(Angelarosa Weiler)
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