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Genere: Narrativa

Trama:
Pietro è un animale. E' questo che gli hanno fatto credere in famiglia sin da quando era bambino. Trasferitosi con la famiglia in un paesino di campagna, giungerà alla scoperta della sua vera natura e alla faticosa transizione dall'inumano all'umano che ogni uomo è tenuto a compiere da solo. Surreale e visionario, L'animale è un romanzo di formazione sulla condizione umana.

Recensione:
Un romanzo introspettivo, una narrazione che è sfogo, un invito alla riflessione, un sofferto cammino verso una consapevolezza che è crescita e meta insieme. "L'animale" è un testo distopico, un'opera che tratta temi difficili con una semplicità e un candore disarmanti.
La narrazione è totalmente affidata al protagonista. Con una scrittura che è fluire costante, dotata della capacità di scavare come una goccia che erode la roccia, permette al lettore di condividere i ricordi, le esperienze, i pensieri di Pietro, un personaggio principale che è tutto il contrario di un protagonista tipico. Pietro è confuso, debole, imprigionato in una esistenza gabbia dove la sua timidezza cresce, la sua insicurezza viene costantemente nutrita e la vita che agisce è una non vita, poiché lui nulla decide e tutto subisce. Incapace ed impossibilitato a compiere una qualsiasi scelta autonoma, Pietro è un bozzolo che non si dischiude, ma vegeta rischiando di pietrificarsi nell'immobilismo.
Eppure seguire le sue parole crea partecipazione, emozione, condivisione. Non vediamo Pietro come una vittima priva di speranza perché in lui, fievole, ma ben presente, vive la luce di chi ha una possibilità, possiede un sogno nel quale confidare, un vero faro che costante, nella tempesta delle circostanze, continua imperterrito a fornire una rotta.
La sua famiglia è un'altalena di male e bene, di figure disturbanti, cattive, e di altre, buone. Anche il nucleo più stretto, i genitori e il fratello, sono facili da incasellare, con l'esclusione della parte emblematica del padre: autoritario, castrante da un lato, debole, fragile bisognoso di amore, sebbene lui lo dia a modo suo, dall'altro. E' un attore difficile da inquadrare, perché molto nasconde rispetto a ciò che si vede in superficie, bisogna pazientare, comprendere, per riuscire finalmente a definirlo.
La realtà famigliare è un nido, o almeno così dovrebbe essere. Pietro e il suo racconto ci mostrano l'inferno in casa e noi non possiamo fare a meno di seguirlo nel suo viaggio/calvario.
E' duro da digerire quello che capita, eppure Santella lo rende con una delicatezza affascinante, ingentilendo e rendendo fruibili anche i passaggi più difficili. Alternando un linguaggio più colloquiale (volutamente non pienamente centrato grammaticalmente in determinati passi) ad un altro che assurge a levature poetiche, rimarca la differenza tra chi resta in basso, fermo, e chi tenta di alzarsi, di cambiare e modificarsi. Non solo: ripetere a scadenza regolare la domanda su chi sia un animale, avvisa il lettore di prendersi un attimo di pausa e riflettere su ciò che si è appena letto, per rispondere.
"L'animale" è un romanzo di formazione con un'accezione positiva, perché in tanto buio riesce a regalare una luce, un alito di vita che si coglie come la brezza fresca della primavera dopo l'inverno.
Da scoprire.
(Tatiana Vanini)



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