Casa Editrice: Giovane Holden Edizioni - 224 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Narrativa
Trama:
Intrigante e caustica miscellanea in cui trentanove storie, dipanate in testi narrativi e poetici talvolta apparentemente diversissimi tra loro per tematica e genere, si combinano per raccontare un viaggio attraverso la quotidianità.
Le avventure del giovane scrittore Alessio Pisani si incrociano con quelle di improvvisati suicidi, buontemponi, aspiranti poeti e musicisti mancati. Un universo di persone e personaggi che si muovono sul filo della disillusione, dell'amarezza, dell'amore, incapaci di adattarsi alle regole che la convivenza sociale impone o imporrebbe, distratti dai propri demoni, abbarbicati a una bottiglia.
Come gocce di vino su fogli bianchi le loro vicende possono essere lette indifferentemente come un'epifania o come la volontà di vivisezionare emozioni e aspettative: una sorta di test di Rorschach senza errori e senza inganni.
Andrea Calugi si conferma fine indagatore dell'animo umano.
Recensione: "Gocce di Vino su Fogli Bianchi" di Andrea Calugi è uno zibaldone di storie in cui si muovono uomini e donne (poche e viste attraverso un'ottica puramente maschile) tutti in bilico su un sottile filo di amarezza. Sono narrazioni prive di eroi, di medaglie al vincitore, ma anche così ricche di aneliti, di sogni, di slanci verso un "oltre" non ben identificato, verso mondi differenti, o forse solo verso un'opportunità. E per quanto ci sia questo slancio, tremendamente forte in alcuni casi, l'obiettivo finale si ammanta di una patina evanescente, sfumata, divenendo inafferrabile.
Non manca mai una continua analisi (auto-analisi sembrerebbe il più delle volte) dell'animo umano che conduce all'arrendersi, o al raggiungimento della consapevolezza di aver rinunciato, a sognare o a combattere. Perché il mondo, il loro piccolo-grande mondo, è crudele, non aiuta. Tutti i personaggi si muovono su terreni scoscesi o friabili. Ci sono vizi che imprigionano. Ci sono persone destinate sempre a zoppicare per dover trasportare, giorno dopo giorno, fardelli ingombranti non smaltibili e, ognuno a modo suo, fa i conti con il pensiero della morte, e con quello che verrà dopo.
Sono racconti che scandagliano l'animo umano in tutte le sue imperfezioni, le sue fragilità in quel cammino, talora complesso e spogliato di speranze che, spesso, è la vita.
Ma le righe più belle sono quelle non scritte, quelle espresse senza esprimerle, quel non detto che ti abbatte e ti deprime, ti tira un pugno nello stomaco e ti lascia per terra dolorante. Un esempio è la storia di Beppe, un uomo anziano in ospedale, un uomo che si è nascosto dentro sé stesso perché era l'unico modo rimasto per proteggersi da quello che più avrebbe potuto far male a sé e alla famiglia, e affida tutto a una lettera disincantata sul senso della vita.
Calugi è un ottimo pensatore, è una di quelle anime che si soffermano a osservare i dettagli dell'esistenza, e cercano di interpretarne il senso. I sentimenti che proviamo non sono mai per caso, fanno di noi quello che siamo in questo mondo. Calugi possiede la malinconia tipica dei poeti, che esprime benissimo nei versi inseriti tra i racconti, ma anche la dote dell'ironia pungente che spiazza.
In questi suoi racconti, chissà se e quanto autobiografici, si intuisce sempre la voglia di indagare nel profondo l'animo umano, si sente l'inquietudine di chi cerca le spiegazioni a tutto, perché non si rassegna alla banalità del vivere. Ci sono passaggi forti, a volte addirittura fastidiosi, che provocano il lettore e lo costringono a farsi delle domande, a polemizzare con le sue stesse idee, cercando un confronto costruttivo con o contro se stesso.
La padronanza del linguaggio, in questo caso in stile molto rock (un buon rock evidenziato anche dai titoli di alcuni dei racconti), è fortissima in ogni pagina, ed è forse la qualità per eccellenza che dovrebbe avere uno scrittore di racconti. Solo così è possibile imprimere concetti ampi e complessi in poche righe.
Ogni personaggio racconta un universo che ruota parallelamente, lontano dagli occhi indiscreti. Lontano dalla mercificazione e dalle banalità e dove puoi aspettarti di tutto. Gli argomenti cambiano ma non la sensibilità, la chiarezza, l'originalità, l'imprevedibilità. Ecco che, allora, anche il semplice racconto di una vita, nelle mani di un abile scrittore, può assumere una valenza alta e altra.
E' un libro che consiglio di sorbire a piccole dosi, un racconto alla volta, come un buon vino, per cogliere ogni sfumatura di sapore che uno scrittore colto, riflessivo e indagatore ha riunito in un'opera che vi darà del filo da torcere e che vi costringerà a riflettere.
(Luisa Debenedetti)
Citazioni da questo libro:
"Sono una persona ottimista; ma purtroppo sono anche realista e spesso quest'ultima caratteristica finisce per oscurare la prima e viene fraintesa con il suo opposto, con il pessimismo. Se fossi pessimista mi sarei arreso da tempo e invece non è così"
"Si sentiva più affine a quella gente rinchiusa là dentro (il manicomio) che a quelli che stavano fuori in giro a urlare e correre come pazzi"
"Siamo una razza davvero strana noi uomini. Siamo una specie dalla memoria corta, ci scordiamo facilmente di tante cose, più o meno importanti, ma per assurdo a volte ci portiamo dietro per una vita intera qualche rancore. (...) Vivetevi il presente che a vivere il passato siete sempre in tempo.
"Un racconto, un romanzo o una storia sono la fotografia di un determinato momento (...) Passato quel periodo in cui l'hai scritto, non sei più lo stesso(...)
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