Casa Editrice: Bompiani - 272 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Noir
Trama:
Leonard Koznowski, sceriffo della Contea di Kausheenah, ha pochi compiti precisi: sedare le risse, multare chi guida in stato di ebbrezza, non multare chi va a caccia fuori stagione e tenere d'occhio Gus, che quando cade la prima neve invece di spargere il sale sulle strade rinsalda l'amicizia di lunga data con il whiskey. A sconvolgere questa pacifica routine è un duplice omicidio: Klaus Unterhumm, impresario delle pompe funebri, e il suo assistente Kirby Mudge vengono trovati morti dal medico legale. Colpo d'arma da fuoco a distanza ravvicinata. Ma l'arma non si trova e gli indizi sono scarsi e confusi. Nel tentativo di indagare Koznowski si renderà conto che i suoi concittadini non sono quello che sembrano: sono molto peggio.
Recensione:
Un noir ambientato in una piccola località del Wisconsin, che si sviluppa in poche settimane del tardo autunno 1988.
Vivida e dinamica, la scrittura di Knipfel si distingue per una sottile vena umoristica, che mescola situazioni crude ad altre più surreali ed irriverenti, esattamente come il linguaggio che procede tra la correttezza e qualche comune intercalare tipico della lingua parlata.
L'uccisione violenta, quanto inaspettata di due becchini, innalza di colpo il tasso di mortalità di una zona tranquilla, mettendo sotto stress l'inadeguato corpo di polizia che alterna momenti di euforia, per l'indagine che li attende, ad attimi di sconforto, dove l'inettitudine è la protagonista assoluta.
Ben presto il lettore comprende che lo sceriffo protagonista del romanzo, Koznowski, potrà soltanto inciampare in modo fortuito nella soluzione del caso, senza alcun merito oggettivo. Le scene del crimine vengono osservate con superficialità, tra errori e distrazione; gli interrogatori sono farse, basati su rimembranze di serie televisive; si punta il dito sui sospettati senza il supporto di indizi solidi. E' il racconto di come non si dovrebbe approcciare un caso. "Esequie" non è però un romanzo macchiettistico. Forza al limite quelle che sono comunque verità rurali, tipiche delle piccole comunità dove tutti si conoscono: la tranquillità di facciata, i segreti mantenuti all'interno delle case. I problemi di alcool e violenza domestica, l'eccessiva velocità al volante, l'ottusità e il riserbo dei borghi chiusi, dove si individuano i creatori di problemi negli immigrati. E' un romanzo scritto a cavallo di un'era di passaggio, dove ciò che è sempre stato si muove verso il futuro, guardando con diffidenza e desiderio al cambiamento che verrà.
I personaggi creati dall'autore sono potenti, graffianti quadri, ben caratterizzati e assolutamente caratteristici. Attori che si distinguono tra loro per i caratteri o le stramberie, alcuni di loro uniti per le bugie o le omissioni.
La trama alterna momenti di intrattenimento quasi goliardico a discese nel noir più oscuro e disturbante, mentre pian piano pezzi isolati vanno a comporre un puzzle fatto di follia, mania di onnipotenza, bieco profitto.
La morte dei due becchini è certamente il caso principale, ma a questa si affianca una misteriosa presenza che vive nella profondità del lago ed episodi di pedofilia. Troppo marcio è celato nella provincia.
Il finale è una doccia fredda: il lettore da una parte è portato alla soluzione, ma un sospeso lascia dubbi e un boccone amaro da digerire. Ci sarà un seguito? Lo spero, perché al momento è un buon libro, con un ma.
(Tatiana Vanini)
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