Casa Editrice: Prospettiva Editrice - 142 pagine
Formati disponibili: cartaceo
Genere: Poesia
Trama:
"Come un baco da seta" è una conversazione intima con l'esistenza, una confidenza fatta al sogno e al dolore. Nelle poesie di questa raccolta ci si addentra nella condizione di un'attesa onirica, nella quale la sofferenza non rappresenta altro che uno stadio del cambiamento. Il poeta, attraverso la forza evocativa dei suoi versi, ci regala immagini vivide di sogni e illusioni, dei mali dell'anima e della bellezza della natura, soppesando e incastonando con cura ogni parola affinché la poesia possa superare i limiti della carta e diventare legame.
Recensione: "Come un baco da seta" è l'ultima raccolta di Davide Angelo Salvatore, comprende testi già pubblicati in precedenza sotto il titolo "Immagine Destrutturata" e testi nuovi. La rivisitazione è anche passaggio al non ancora detto e in tal senso è un libro nuovo nella sua accezione piena, soprattutto per la diversa sequenza delle composizioni e per la presenza delle illustrazioni di Kristi Rama, con l'intento di arricchire e completare il discorso esistenziale e la poetica, caratterizzata per una buona parte da una sorta di metaforica visionarietà. La poesia di Salvatore è semplice, esperienze e idee si rincorrono unendosi e disgiungendosi in una sorta di caleidoscopio. Nel corso della narrazione poetica, insieme a "sogno", una delle parole più frequenti è la parola "ombra" come se l'autore ponesse il suo dire in una zona rarefatta d'ombra, alla ricerca della giusta tonalità per esprimere con discrezione la sua visione del mondo, ma ombra porta con sé anche colori (viola in particolare) e luce che dà all'ombra la sua ragione di esistere. Anche frequente è il riferimento alla cera che si scioglie al fuoco dell'amore e della passione.
Salvatore dà alle parole capacità di descrivere la pienezza delle cose, la loro ombra e la loro luce, la loro vita e la loro morte e questo accade solo quando noi riusciamo a divenire un corpo unico con il luogo e l'istante dell'esistenza.
Si evidenzia una sorta di riflessione che dà vita a composizioni farcite di pensieri e di idee orientate alla conoscenza di sé stessi.
Un altro elemento che caratterizza la poetica di Salvatore è la rilevante componente dialogica che si esplicita praticamente in tutte le poesie; c'è spesso un "tu" verso il quale il poeta si sposta col pensiero e con la narrazione. Sicuramente, nel pensiero cosciente dell'Autore soprattutto nelle poesie aggiunte alla prima stesura, quel "tu" è una persona conosciuta, reale, amata, ma metaforicamente, rappresenta l'anima, oppure un luogo, una condizione mentale, uno strumento nella mani del poeta, o ancora ciò che coloro che prenderanno in mano il suo libro e si avventureranno nella lettura dei suoi versi vogliono che sia.
Vi sono anche versi in cui quasi appare un messaggio che richiama a un "gioire di morte" che è rappresentata, in quello spazio tra sogno e realtà, con il volto freddo di donna, il corpo androgino e lo sguardo nero che penetra oltre la superficie... e trasmette al lettore una sorta di silenzio, come condizione di possibilità di un linguaggio nuovo che rappresenti il mondo della vita scevro da ogni concettualizzazione e mistificazione prima della creazione poetica, silenzio che garantisce l'autenticità delle parole che sorgeranno.
E' un trattenere il respiro prima dell'immersione, un lungo momento personale, individuale, l'attimo in cui il soggetto prende coscienza di sé stesso come essere vivente per poi gettarsi a capofitto nel mondo della vita, senza paura e senza finzioni.
Sono poesie di giovanile inquietudine, ma anche di speranza aperta. Vi si affronta il problema dell'essere e del non essere, del senso e della mancanza di senso, in rapporto alla realtà del nostro tempo, l'inevitabile frammentazione dell'esistente non può essere ridotta a visione o verità unica è in grado di offrire solamente significati opachi, dualismi "insanabili" la cui unica guarigione possibile consiste solamente nella loro comprensione d'insieme, tollerando l'incertezza e procedendo senza mappe per portare alla luce le sottili affinità che legano la sfera del sogno a quella dell'attività poetica, dando per acquisita l'esistenza di differenze non da poco, la principale delle quali è che il sogno, a differenza della poesia, sfugge alla volontà e alla responsabilità del soggetto. Poesia e sogno sono essenzialmente e fondamentalmente linguaggio. Un linguaggio che parla per immagini: così fa il sogno (che le struttura in una storia dalla marcata discontinuità e illogicità), così fa più o meno la poesia e, per tale motivo, personalmente non condivido la scelta di Salvatore di inserire illustrazioni, la trovo superflua.
La poesia di Salvatore, pur nel suo essere "acerba" può coinvolgere il lettore, o addirittura trascinarlo, data talvolta la forza dialogica, in un ascolto e una meditazione, assorta e visionaria, del mondo reale. I versi ben lavorati, sintatticamente e formalmente, pur usando a volte termini ridondanti o aulici (scorie di leopardiane memorie?) rendono il testo simile alle immagini di un sogno che appare dapprima disordinato e senza senso, ma che al risveglio si agganciano alla mente razionale, mostrandoci il suo vero senso, una rielaborazione quasi esorcizzante di esperienze vissute.
Consiglio di leggere il libro per intero, con calma, facendo pausa tra un componimento e l'altro, per avere il tempo di far depositare le suggestioni, come quelle di un sogno molto reale, che Salvatore delinea.
Una piccola nota per l'autore, non essendo il tipo di versificazione fondato sulla rima ma semmai su assonanze diffuse in tutto il testo poetico, eviterei completamente le facili rime ed alcune cadute nel sentimentalismo che rischiano di far perdere momentaneamente quota alla buona coerenza compositiva di cui la silloge può senz'altro vantarsi.
(Luisa Debenedetti)
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