Genere: Fantascienza

Trama:
Nicolas è un ragazzo come tanti che vive in una Londra del futuro: una città all'avanguardia ed eco-sostenibile. Ha la fortuna di vivere in un'epoca in cui si è raggiunta la pace mondiale e dove la tecnologia migliora ogni aspetto della vita quotidiana. Una società quasi perfetta, insomma. Le vicende di Nick si intrecciano inaspettatamente con quelle di Kris, un bambino che abita in un'altra parte del Mondo, riportando nella mente del lettore avvenimenti storici come la scoperta dell'America e lo sterminio delle popolazioni native attuato dagli europei. I due giovani scopriranno così qual è la loro missione: cercare di cambiare le cose per creare un mondo migliore. Prefazione Veronica Orazi.

Recensione:
Fantascienza per un romanzo distopico con forti connotazioni tra tecnologia ed ecologia, "An easy world" è un'avventura con tempi cinematografici, che si beve, per la voglia di comprendere appieno cosa sta accadendo al protagonista e alle figure che ruotano intorno a lui.
L'inizio è idilliaco: un mondo in pace, dove le persone vivono "green", aiutate nella quotidianità dalle più moderne invenzioni. Ma basta poco, una giornata iniziata come tutte le altre, con prospettive rosee di un lavoro in arrivo e, insieme all'eroe dell'opera, Nick, veniamo catapultati in quello che sembra sempre più un incubo. Una matassa di eventi incomprensibili, di difficile collocazione che nascondono una realtà ben diversa.
Il personaggio principale si ritrova nel surreale, non riesce a capacitarsi di ciò che gli accade, fatica persino a dire se stia sognando tutto o se sia vero ciò che vive. Con lui anche il lettore prova lo stesso disorientamento, emozione sicuramente voluta, ricercata e pienamente centrata dall'autore, infatti la trama è intrigante, chiaro si percepisce un livello sotterraneo di comprensione che attende solo di essere portato alla luce.
Tra sogni, capacità straordinarie e ordinaria resilienza, lotta ad una società corrotta, portata al controllo totale delle masse e delle informazioni, "An easy world" ci porta in un mondo che in troppi punti ci appare come la conseguenza della strada imboccata, al giorno d'oggi, dal nostro modo di vivere. Nel libro si parla anche di creatività sopita, di "sindrome da divano", di un'assuefazione alla tecnologia che piano piano, spegne la fantasia, imbriglia l'arte e la soffoca, come la fiamma di una candela che non riesce più a bruciare in assenza di aria. Arte alla quale viene tolto brio ed ossigeno per imbrigliare di conseguenza il libero pensiero e il senso critico della gente. Ecco che il libro rivela possedere due complementari dimensioni: l'intrattenimento e la spinta alla riflessione.
La scrittura dell'autore è fluida, impetuosa a tratti, così tanto impaziente di comunicare, che piccole incongruenze legate ai tempi narrativi balzano agli occhi dei più attenti. Un esempio di ciò si può ritrovare nel campo dei ribelli, dove si parla di un abbandono della tecnologia, quando invece della tecnologia c'è, usata per necessità e con motivazioni nobili, finanche utili. Oppure la fuga delle tende per un attacco, i ribelli che si ritirano in grotte e poi li ritroviamo di nuovo nelle tende. Si arriva alla conclusione che sia passato un po' di tempo tra un evento e il successivo, eppure si sente la mancanza di alcuni passaggi chiarificatori, che andrebbero maggiormente sviluppati. Un respiro che renderebbe armoniose piccole parti dissonanti, senza togliere nulla al ritmo o alla tensione del romanzo.
Il finale è un risveglio, un'unione perfetta che chiude il cerchio e giustifica in pieno il titolo, lasciando il lettore soddisfatto e con un po' di consapevolezza in più.
"An easy world. Sogni distopici" un libro per sognare, riflettere e crescere.
(Tatiana Vanini)

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