Genere: Storia

Trama:
L'autore narra la sua storia e quella di tante altre famiglie nella ricerca affannosa dei dispersi durante la II guerra mondiale. Dalla ritirata di Russia a Nikolaevka, da Tobruk al fronte jugoslavo, fino all'eccidio di Cefalonia, vengono raccontate le vicende di donne, bambini, genitori, fratelli e figli, che sono rimasti per anni e anni ad aspettare invano il loro caro. Queste vicende pur non essendo mai state riportate nei resoconti storici, sono state scritte però giorno dopo giorno nel cuore di moltissime persone che non hanno potuto fare altro se non tramandare di padre in figlio il proprio dramma familiare. Grazie alle testimonianze dei reduci sono anche narrate le esperienze vissute dai prigionieri italiani in Russia nei campi di concentramento: da Suzdal a Tambov, da Michurinsk a Nekrilovo, da Oranki a Krinovaja, fino ai campi di prigionia di Tashkent e Pakta Aral nelle regioni del Kazakistan e Uzbekistan.

Recensione:
Un saggio appassionate, struggente. Un inno alla memoria e all'affetto. Un canto che racconta di legami perenni, mai spezzati, di speranza ad oltranza. La storia sospesa di una guerra che per alcuni non è finita nel '45, presentata con chiarezza, lucidità, dovizia di documenti e tantissima dignità ed empatia.
"Alla ricerca dei dispersi in guerra" è un libro e un dono, fatto dall'autore al lettore, ma non solo da lui: tanti coloro che coi loro ricordi, con le parole, le lettere e le fotografie, hanno partecipato, rendendo quest'opera corale, profonda, meritoria di essere letta e vissuta.
Immergersi in "Alla ricerca dei dispersi in guerra" è un viaggio che tocca la corda dell'emozione. Vincenzo Di Michele diviene guida sapiente, capace di presentare le vicende racchiuse nel libro con empatia ed accuratezza. Le parti dove ricostruisce momenti del conflitto sono chiare e semplici, esaustive e non tolgono nulla al lato umano che risulta preponderante nel testo e vero protagonista. Fluido e scorrevole nei capitoli dove riporta i ricordi di soldati che, per motivi chiari nel testo, sono entrati nelle fila di colori che vengono definiti disertori. Impossibile giudicarli negativamente, hanno visto ciò che non andrebbe visto, hanno sofferto e l'autore ci trasmette la loro verità nel modo più diretto possibile: riportando fedelmente le loro confessioni sussurrate.
Le lettere dei parenti sono momenti toccanti, impossibile non commuoversi di fronte ad esse ed alle foto dei tanti combattenti che non sono più tornati dal fronte. Diventano i nostri mariti, figli, padri; anche noi siamo fermi alla stazione a cercare in viso amato che scende da un treno; proviamo la speranza e la delusione, lo strazio del cuore di chi non può mettere la parola fine perché non v'è certezza, non esiste una tomba custode di cari resti.
Ogni guerra richiede un tributo altissimo di vite, questo testo ricorda che sono vittime anche i parenti dei troppi di cui si sono perse le tracce, di chi non è mai tornato con le proprie gambe o trasportato da altri.
Delicato e forte, Di Michele da autore diviene, nell'ultimo capitolo, anche testimone. Nessuna sorpresa, una simile capacità di divulgazione poteva provenire solo da qualcuno che conosce a fondo l'argomento di cui parla, non solo per le accurate ricerche e la passione profusa nella scrivere, no, qui si sente benissimo il coinvolgimento personale ed è naturale accogliere la sua storia e quelle di tanti altri.
"Alla ricerca dei dispersi in guerra", perché coloro che sono custoditi nel cuore e nei pensieri non se ne vanno mai.
Consigliato.
(Tatiana Vanini)

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