Casa Editrice: Todaro - 300 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Gialli
Trama:
Cinema e letteratura si intrecciano in questo romanzo giallo. Protagonisti un giovane PM e un vecchio regista della Nouvelle Vague, liberamente ispirato a JeanLuc Godard, sospettato di aver ucciso l'ex moglie dopo la Nuit Blanche, una festa dedicata alla cinematografia francese. Il palcoscenico è Torino, una Torino ricca di atmosfere, serate di gala al Museo del Cinema, strade avvolte nella nebbia. La vittima è Sophie Alma, musa indiscussa e attrice protagonista di molti film francesi degli anni Sessanta. L'indagine parte bene, poi si avvita su se stessa, viene ostacolata dalla stampa, ma infine giunge a una soluzione suggerita da una felice intuizione del magistrato, uomo di poche parole e all'apparenza scostante, ma provvisto della capacita di comprendere l'animo umano e le sue debolezze.
Recensione:
Un giallo moderno, dall'impianto classico con un numero circoscritto di personaggi, "Torino Nouvelle Vague" è una lettura intrigante ed avvincente.
La scrittura di Ricciardiello è davvero piacevole, mette da subito il lettore a proprio agio grazie alla scorrevolezza e correttezza della forma. La trama possiede una doppia valenza: abbiamo un romanzo di evasione, molto coinvolgente già dalle prime pagine, e una lettura ricca di informazioni interessanti dal valore formativo ed informativo.
Ambientato a Torino, rende la città nelle sue unicità, ma il teatro degli eventi non resta confinato al capoluogo piemontese; coi suoi personaggi di altre nazioni, coi rimandi e le escursioni all'estero, possiede un sapore internazionale, di apertura. La storia così spazia e concede ampio respiro.
Ben creati i personaggi, resi con tridimensionalità e vivacità, sono facili da distinguere e da figurarsi. Su tutti spicca la figura del protagonista, come è giusto che sia, il PM Mancini. Un uomo complesso, di non immediata lettura, capace; con le sue profondità e caratteristiche risulta affascinante. Più chiaro ed immediato è l'amico e collaboratore, il commissario Ferrando, una figura che piace istintivamente, alla quale è semplice avvicinarsi. Grandi suggestioni invece crea la vittima, colei che l'autore ci permette di vedere in un attimo effimero e di sentire dalle sue labbra una frase emblematica, per poi lasciare che siano altri a tratteggiarne il quadro della personalità. I suoi gesti, le bizze e i comportamenti, sono narrazioni che appartengono ai testimoni, a chi le era vicino. Grazie ai film che ha interpretato viviamo la sconcertante esperienza di saperla morta, irraggiungibile e al contempo vederla viva, danzante, vibrante, nelle sue mille contraddizioni tra i detti e i taciuti. "Torino Nouvelle Vague" si riempie di cinema e tra le sue pagine, il cinema si fa letteratura, attraverso il personaggio dell'anziano ed iconico regista Leclerq che è ispirato, e quindi rende omaggio, a Jean-Luc Godard. La magia del cinema si fonde a meraviglia con la storia, anzi la muove con, passatemi il termine, l'abile regia dell'autore. Ricciardiello rende la trama dinamica, avvincente, grazie alle sorprese distribuite con precisione e perfetto tempismo: appena il lettore crede di aver imboccato la strada corretta, qualcosa arriva a scompaginare le carte in tavola a lui e ai personaggi, per un'immersione narrativa davvero piacevole e stuzzicante.
Nel finale "Tornino Nouvelle Vague" fa chiarezza sul delitto, ma lascia aperte le strade dei rapporti umani per il PM Mancini, un uomo che ama il suo lavoro e che possiede anche una vita fuori dalle aule giudiziarie, non meno complessa o interessante dei casi che è chiamato a seguire e risolvere.
Un giallo da scoprire!
(Tatiana Vanini)
Citazioni da questo libro:
Non si può non pensare a nulla.
In ognuno di noi è nascosto un attore.
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