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Ti amerò a prescindere
di Antonio Sposito

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 248 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Amore e sentimenti

    Trama:
    Francesco è un giovane napoletano senza un lavoro stabile e con tante insicurezze su se stesso e sul proprio futuro; desidera emanciparsi dai genitori, che vorrebbero proteggerlo ma sono per lui causa di nuove ansie. A Napoli si innamora di Elisa e si rende presto conto che per una relazione matura dovrà abbandonare la condizione di eterno Peter Pan. Si trasferisce a Venezia dove lavora come oss nel reparto di Oncologia. Mentre con difficoltà ritrova il rispetto per se stesso si confronta con le proprie illusioni e scopre che anche gli affetti cambiano.
    Una storia d’amore raccontata in modo sincero e con tanta ironia. Un romanzo che con semplicità ci parla del senso della vita.

    Recensione:
    Quando un autore definisce il genere del proprio libro, crea delle aspettative nel lettore e da queste dipendono anche le impressioni che ne derivano.
    Antonio Sposito ci presenta un romanzo che odora tanto di autobiografia. Ma visto che ce lo presenta come romanzo, come tale lo consideriamo.
    Incontriamo fra queste pagine un ragazzo che si trova in quel momento della vita in cui si rende necessario il grande salto nell'età adulta con le prime decisioni importanti, costantemente accompagnato dai dubbi e dal timore di ferire, con le sue scelte, le persone che ama di più.
    Quindi i temi trattati interessano un po' tutti, perché tutti abbiamo attraversato questa fase.
    Da qui i conflitti con i genitori, persone ovviamente amate ma che interferiscono pesantemente, non certo per cattiveria ma solo per proteggere un figlio che ai loro occhi è ancora un bambino, immaturo, e necessita di una guida costante.
    Poi c'è la scelta degli studi universitari. Anche questa difficile e delicata perché ci si rende conto che la scuola dell'obbligo è ormai lontana, ora si studia per formarsi, per crescere, e con una visione di lungo periodo bisogna immaginarsi adulti e impegnati in una attività che possa anche appassionare. Scelta tanto più importante se si vive in un sud Italia dove il lavoro scarseggia, e non solo per effetto delle recenti crisi.
    Infine il tema più coinvolgente per il protagonista: il primo amore che, come una valanga, travolge tutto ed occupa costantemente i pensieri e indirizza scelte e decisioni.
    Ciò che non ho apprezzato di questo romanzo è che per 248 pagine il lettore segue sempre e solo i pensieri di Francesco, con lunghe e articolate circonvoluzioni nei meandri della sua mente per giungere a profonde riflessioni e considerazioni anche sui temi più banali. In genere, nei romanzi di questo tipo, l'autore tende a mostrare anche altri punti di osservazione, ad esempio alternando i capitoli ed evidenziando anche il punto di vista della persona amata, vivendo per un tratto, in modo speculare, le sue sensazioni, le sue emozioni e le conseguenze di ogni evento che riguarda il loro rapporto.
    Anche i dialoghi scarseggiano e sono ridotti al minimo indispensabile.
    Aggiungiamo poi che per gran parte del libro sembra che il protagonista non abbia amici e parenti: il numero esiguo di personaggi ce lo fa apparire come se vivesse in una bolla fuori dal tempo. E fuori dal tempo appare anche l'educazione religiosa, la fede in un dio che ci si aspetta presente, con un aiuto reale e concreto nelle decisioni più difficili. Una fede che in taluni passaggi appare di ostacolo quando, dopo una preghiera, ci si ferma ad aspettare che qualcosa venga calato dall'alto senza impegnarsi in prima persona.
    Anche la scelta di scrivere tutto il testo al passato remoto interpone una ulteriore distanza con il lettore che fatica a entrare in sintonia con il protagonista principale.
    Eccessive ed eccessivamente particolareggiate le descrizioni, soprattutto quelle (tante) insignificanti ai fini della storia: poco importa al lettore che tipo di abbigliamento veste, o cosa c'è nella vetrina del negozio vicino casa nell'attesa di un appuntamento. In queste fasi l'occhio scorre rapidamente fino a ritrovare nuovamente il bandolo del discorso. E il discorso, nonostante le pecche stilistiche appena evidenziate, non è affatto male. Non è uno di quei libri che si desidera abbandonare. Tutt'altro! Si viene coinvolti in questa lettura e si ha il desiderio di correre per conoscerne sviluppi e conseguenze nella vita di Francesco ed Elisa, la ragazza con cui a fasi alterne vivono le passioni più intense e i contrasti più forti di un amore che deve ancora maturare.
    Il finale non soddisfa appieno in quanto non risponde a tutte le domande che l'autore ha disseminato lungo i cinquantanove capitoli, anzi, per un attimo si resta sorpresi che sia realmente finito: e i genitori? Dopo aver tanto influito come reagiscono alle ultime scelte? Un sospeso che lascia decisamente insoddisfatti.
    La scrittura è precisa, attenta e descrittiva, ma non è sufficiente scrivere bene per scrivere di conseguenza un buon romanzo. Sono necessarie anche delle tecniche stilistiche ed espositive che qui evidentemente mancano.
    Se invece quest'opera fosse proposta come una autobiografia (come io credo che sia), tante delle carenze evidenziate decadrebbero, in quanto tipiche del romanzo, e resterebbe solamente il piacere per una scrittura sempre corretta, profonda, in cui l'autore manifesta ogni suo intimo pensiero, rinunciando ad ogni sorta di pudore per mettere a nudo cuore e anima, raccontando non solo le sue vittorie ma anche, e soprattutto, le sue debolezze. Si avrebbe pertanto il piacere della condivisione di esperienze reali, vissute con fervente passione e profonda emotività, diventando quindi una lettura formativa per chi legge, trovando la possibilità di un confronto con il proprio vissuto.
    Come romanzo non mi sento di consigliarlo. Come autobiografia sarebbe un gran bel lavoro.
    (Norberto Loricati)



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