Casa Editrice: Salani - 1104 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Thriller
Trama:
Il nuovo caso arriva nelle mani di Cormoran Strike in una buia serata d'agosto, davanti al mare della Cornovaglia, mentre è fuori servizio e sta cercando una scusa per telefonare a Robin, la sua socia. In quel momento tutto desidera tranne che parlare con una sconosciuta che gli chiede di indagare sulla scomparsa della madre, Margot Bamborough, avvenuta per giunta quarant'anni prima. Un cold case più complesso del previsto, con un serial killer tra i piedi e un'indagine della polizia a suo tempo molto controversa, fra predizioni dei tarocchi, testimoni sfuggenti e piste oscuramente intrecciate. Galbraith ritorna con un nuovo, magnetico capitolo della storia di Robin e Strike, una delle coppie di investigatori più amate di sempre.
Recensione:
Quinto capitolo della saga a forti tinte gialle e nere che vede protagonista Cormoran Strike, "Sangue inquieto" farà la gioia degli estimatori della serie, ma sarà anche un ottimo compagno per chi, ai personaggi e allo loro storia, si approccia per la prima volta.
Robert Galbraith, alias che ha la penna e le grandi capacità narrative di J. K. Rowling, tesse una trama intensa, un caso principe e altre vicende investigative satelliti, che si regge perfettamente in piedi da solo, mentre sono le dinamiche personali dei protagonisti a dare continuità, fascino, spessore e un innegabile lato umano alla saga.
Il volume ha un aspetto intimidente, con le sue oltre mille pagine, ma è una lettura ritmata, avvolgente, che trasporta in una dimensione letteraria confortevole. Il mondo di Strike e compagni diviene il mondo del lettore: la vita, le sue gioie e i suoi dolori, i mille imprevisti che la costellano, sono resi a colori vividi, per un romanzo tridimensionale che appassiona. "Sangue inquieto" non possiede il ritmo serrato e con la suspense accelerata del thriller canonico. Racconta la verità delle indagini numerose che si accavallano, si intrecciano e proseguono a sbalzi. Ha il realismo dei casi che si risolvono grazie alla tenacia, a lunghe attese, all'intuito ed un pizzico di fortuna, ma soprattutto per merito di un lavoro accurato e certosino.
L'irrequietezza e la complessità che incarnano le figure che popolano il romanzo sono un punto di forza della narrazione. A loro e alle loro vicende ci si affeziona, anche solo leggendo questo romanzo si comprende perché il pubblico sia fedele a Cormoran Strike: buca le pagine, si affianca al lettore, che lo percepisce vivo, intrigante e come lui Robin, la socia che è parte fondamentale di una dinamica a due che è motore e sostegno di ogni indagine e non solo.
In "Sangue inquieto" si esplorano i legami famigliari, nelle loro forme disfunzionali o tenere. C'è accudimento, bene e anche egocentrismo e male. L'indagine per la quale Strike e Robin si prendono un anno appare impossibile in partenza: fare luce su una scomparsa accaduta quaranta anni prima. Quanto dolore si cela dietro all'incertezza del non sapere. La possibilità di un delitto, un incidente, una fuga volontaria, un abbandono. Il dibattersi tra mille domande senza una risposta, magari dolorosa, ma liberatoriamente definitiva, è un lento stillicidio che avvelena i rapporti tra chi resta.
Nell'arco della narrazione ci sono attimi più tesi, euforici perché alimentati da piste e scoperte, alternati a momenti bassi, dove tutto ristagna e nulla si trova. Accattivante il taglio esoterico dato da una mente in lotta con se stessa tra capacità e follia, invita il lettore a guardare più attentamente quelle pagine di appunti che nel romanzo si trovano per completezza, ma anche per stimolare curiosità e voglia di sapere. Un fiume di parole nel quale l'interesse non scema mai, fino alla fine, alla lucida, fredda, da brividi, chiacchierata con chi sa.
Se siete appassionati lettori di Galbraith e del suo mondo investigativo, "Sangue inquieto" sarà per voi l'ennesimo successo. Se siete nuovi arrivati nella sfera di Strike, preparatevi, perché sarete catturati nella sua orbita, della quale non vorrete più liberarvi.
Consigliato
(Tatiana Vanini)
Citazioni da questo libro:
Noi non siamo i nostri errori. E' ciò che facciamo per rimediare che dimostra chi siamo.
Quando vivi in una bugia, nessuno è più pericoloso di chi ti mostra la verità.
Tutti abbiamo la tendenza a generalizzare in base alle nostre esperienze passate.
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