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Genere: Thriller

Trama:
Una strada piatta e assolata dell'Arkansas. Un uomo con un occhio solo entra in una caffetteria sulla statale 530 e uccide a sangue freddo uno dei clienti, apparentemente senza motivo. Da quel momento, comincia un turbinio di orrore che sembra non avere fine. A fronteggiare questa emergenza viene chiamato Victor Mc Allister, negoziatore dell' F.B.I. che sta vivendo una crisi interiore. Ma i fantasmi del suo passato dovranno essere messi da parte, perché si renderà presto conto di essere di fronte alla negoziazione più difficile della sua carriera.
Chi è l'uomo asserragliato nel locale? Perché non dice ciò che vuole? Quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a compiere un gesto di così grave entità? Chi sono le persone che lo stanno aiutando e perché?

Recensione:
Sono rimasta subito affascinata da "Momento critico", splendido thriller di Paolo La Paglia, anche se la linea narrativa principale sembrava ricalcare, a prima vista, gli schemi già visti in mille storie "all'americana": uno spietato assassino entra in una caffetteria alla periferia dell'Arkansas e si barrica dentro con una quindicina di ostaggi. L'FBI porta immediatamente sul posto il suo agente più capace e inizia la solita contrattazione fra criminale e negoziatore, una partita che va avanti seguendo tutti gli step classici ben noti agli amanti del genere.
Sin dall'inizio, tuttavia, nonostante la storia avesse apparentemente ben poco di nuovo da dirmi, la scrittura pulita e scorrevole di La Paglia è stata capace di evocare le diverse scene descritte con una chiarezza incredibile, quasi cinematografica; questo è stato per me il primo irresistibile richiamo ad andare avanti nella lettura, che pagina dopo pagina si è fatta sempre più avvincente.
Con grande coerenza e abilità l'autore rivela pian piano ciò che di strano e di diverso c'è in questo sequestratore, lasciando che a parlare siano le sue azioni fredde e determinate, i dialoghi molto realistici e ben costruiti, le impercettibili contraddizioni che sembrano guidare le sue scelte.
La nera disperazione che lo avvolge è chiaramente percepibile sia agli ostaggi che al lettore, senza che tuttavia venga mai apertamente dichiarata. E' evidentemente un uomo che non ha nulla da perdere e per questo molto pericoloso e imprevedibile, ma c'è una sorta di pacatezza e di forza misteriosa in lui, una specie di scintilla che qualcuno riesce a cogliere perché vibra alla stessa frequenza dei suoi personalissimi fantasmi, una luce che suo malgrado comincia a filtrare fra le crepe del suo piano perfetto.
Con un ritmo incalzante che ha mantenuto a livelli altissimi il mio interesse dall'inizio alla fine, la storia ha pian piano preso forma davanti ai miei occhi in tutta la sua complessità, un colpo di scena dopo l'altro, una rivelazione dopo l'altra, conducendomi con grande naturalezza là dove non avrei mai creduto di arrivare. Ho vissuto con partecipazione la storia di ogni personaggio, che ho visto emergere nella sua più profonda umanità, carica di zone d'ombra e di contraddizioni; ho sentito il sangue ribollire di fronte al dilemma costituito da quella linea (a volte neanche troppo sottile) che separa la giustizia dalla legge; ho sperato con tutto il cuore che alla fine le cose andassero in un certo modo e non in un altro.
Una lettura che consiglio soprattutto agli amanti del genere, ma che credo si dimostrerà capace di coinvolgere anche quei lettori che di solito prediligono storie e ambientazioni diverse.
(Cristina Quochi)



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