Genere: Narrativa

Trama:
Alla notizia del crollo nella miniera, il piccolo Raul va a cercare aiuto per salvare il padre che è rimasto bloccato all'interno insieme ad altri minatori. All'ingresso della miniera, mentre è in attesa insieme al capoturno, Raul grazie all'uomo viene a conoscenza di molti fatti legati al suo passato e che ignorava del tutto. In quella terra di uomini violenti, in cui le donne possono solo figliare e subire abusi, il ragazzo scoprirà le sue radici divenendo consapevole di una realtà di ingiustizie e disperazione che lo introdurrà nella vita adulta.

Recensione:
Con il romanzo breve "Mizzy, ovvero il vecchio Costillo e la miniera", Gianpietro Scalia trasporta abilmente il lettore in un mondo quasi fiabesco, eppure di una crudeltà sconvolgente.
Il linguaggio evocativo e poetico, le descrizioni accurate di paesaggi e dettagli che, non fornendo sin dall'inizio espliciti punti di riferimento, invitano il lettore a ricostruire in modo autonomo il luogo e il tempo in cui si svolge la vicenda, tutto contribuisce a creare quell'atmosfera sospesa e quella sensazione di profondo straniamento che costituiscono, a mio avviso, alcuni dei pregi di quest'opera.
La narrazione procede contemporaneamente su diversi livelli, guidando il lettore a ricomporre la vicenda che vede coinvolti, a vario titolo, i vari personaggi.
Un ragazzino corre a perdifiato giù per la collina, zigzagando fra le pozzanghere e le baracche ammuffite dei minatori, sotto una pioggia sottile che si confonde con le sue lacrime: un tunnel della miniera è crollato, intrappolando il gruppo di minatori di cui fa parte suo padre. L'unico che può raggiungere il crollo e salvare il gruppo è forse un vecchio che ormai da anni vive da solo, ma a cui l'intera comunità di minatori riconosce una saggezza e un'autorità indiscussa, tanto che si dice che "la miniera è vecchia quanto il vecchio Costillo". Nonostante le probabilità di successo siano davvero esigue, il vecchio accetta di calarsi nel ventre oscuro della miniera e di affrontare, insieme al rischio di restare lui stesso intrappolato nel crollo, il peso schiacciante dei ricordi.
E mentre Costillo ripercorre con dolorosa nostalgia gli eventi della sua vita (la sua gioventù, la sua amicizia col padrone della miniera, il suo amore per Mizzy, le atrocità commesse ai danni della giovane e l'infinita sofferenza che gliene è derivata), la stessa storia viene narrata da altre due voci: quella del capoturno, che intrattiene il ragazzino sulla soglia della miniera in attesa di conoscere l'esito della disperata spedizione di Costillo, e quella del padrone disumano e senza scrupoli, che restituisce al lettore la visione deformata e straziante di un uomo ricco e potente, ma dilaniato dal rifiuto e dalla solitudine.
Mentre il ragazzo scopre dalla voce rude e arrochita dalla polvere del capoturno gli eventi drammatici e i legami insospettati che collegano suo padre, il padrone e il vecchio Costillo, al lettore è offerta un'opportunità di riflessione su una realtà di soprusi e ingiustizie purtroppo non molto lontana nello spazio e nel tempo, all'interno della quale si agitano le passioni più torbide e i sentimenti più puri ed eroici di cui un essere umano possa essere capace.
Una lettura molto particolare e a suo modo coinvolgente, che consiglio a tutti.
(Cristina Quochi)

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