Casa Editrice: Iperborea - 360 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Informazione
Trama:
Con la sua società aperta, accogliente e tollerante, il suo welfare collaudato, il civismo proverbiale e l'ambientalismo d'avanguardia, la Svezia è da tempo un modello che si osserva con ammirazione e stupore: uno stato che sa coniugare la ricchezza con la redistribuzione, la libertà con l'eguaglianza. A questo idillio politico-sociale si sono aggiunti il design, la moda, il cibo, la cultura, ma ancor più la sensazione che lo stile di vita scandinavo sia quanto di più desiderabile, sofisticato ed evoluto ci sia al mondo. Ma dove affonda le radici questa idea di società? O meglio, come sono nate le idee che hanno reso possibile questa sorta di utopia? O peggio, e se invece non fosse che una bella favola che gli svedesi raccontano a se stessi (e agli altri)? Con divertita intelligenza, in un caleidoscopio di storie e salti nel tempo, Elisabeth Åsbrink - svedese di nascita ma di origini anglo-ungheresi - ci accompagna in un viaggio tra cinquanta parole, eventi, persone e personaggi che hanno fatto la Svezia. Dall'ambizione di Linneo di catalogare la natura intera all'esuberanza del leggendario primo ministro Olof Palme, deciso a rendere la Svezia la prima "superpotenza morale" della storia, dalla rivoluzionaria visione pedagogica di Ellen Key - fonte di ispirazione sia per Astrid Lindgren e la sua Pippi che per Maria Montessori - al divismo di Zlatan Ibrahimovic, tanto inviso a inizio carriera per l'individualismo sfacciato quanto poi celebrato come icona della nuova "svedesità", Åsbrink affascina con collegamenti sorprendenti mentre infrange miti indiscutibili, come può permettersi solo una patriota la cui solidità intellettuale è fuori discussione: "Amo il paese in cui mi è capitato di nascere, ma non ciecamente."
Recensione:
Un libro davvero interessante, soprattutto per chi ha sempre guardato alla Svezia come a un esempio di popolo maturo, con guide e politici saggi e lungimiranti che hanno saputo creare le condizioni per una vita agiata e sicura.
La scrittura è chiara, semplice, diretta, in alcuni tratti addirittura schematica.
I capitoli sono tutti brevi, non più di cinque o sei pagine, e tutti assolutamente indipendenti; infatti, questa lettura non solo permette di essere lasciata e ripresa in più occasioni, ma si può anche procedere in modo casuale e non sequenziale.
Con uno stile giornalistico, l'autrice non si perde in chiacchiere e, per ogni tema trattato, dopo una breve introduzione dove capiamo meglio cosa vuole spiegarci (non sempre dal titolo si intuisce il contenuto), ripercorre tutte le fasi storiche, fino ai giorni nostri, per comprendere come e dove ogni cosa affonda le radici.
Gli argomenti spaziano tanto, ma l'autrice non si limita a raccontare: si pone domande e, con caparbia curiosità, trova risposte anche a quelle tematiche che potrebbero apparire senza una vera origine. Perché gli svedesi tengono in così grande considerazione la natura? Come mai gli stili di vita (e i valori) sono completamente diversi dal resto del mondo? Perché l'emancipazione femminile in Svezia ha ottenuto risultati che in altri luoghi del mondo sono impensabili? L'emancipazione ha qualcosa a che vedere anche con la fiscalità? Queste sono solo alcune delle domande, ma si parla anche di minoranze etniche (e di come sono stati trattati i Lapponi); del comportamento neutrale (non proprio vero) in tempi di guerra; di "non allineamento" in tempi di pace; delle scelte sul nucleare; di edilizia popolare; di welfare; e persino di come si sono diffuse le patate e l'acquavite...
Ciò che si può apprezzare di più in questa ricerca è lo spiccato senso critico sempre presente: l'autrice guarda ogni cosa da tutte le angolazioni e spesso si arriva a notare che anche i comportamenti migliori, che verrebbe naturale accettare dandoli per buoni, nascondono al proprio interno qualcosa di torbido.
Una lettura consigliata agli amanti dei Paesi scandinavi, per conoscere qualcosa in più sulla loro cultura e su quelle tradizioni tanto distanti dal nostro modo di pensare, al punto che, a volte, ci sembrano incomprensibili. E la consiglio anche ai tanti italiani che dall'Italia, per amore o per lavoro, si sono trasferiti nell'estremo Nord per dare una svolta alla propria vita.
(Norberto Loricati)
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