Genere: Gialli

Trama:
Roberto Calli, noto avvocato penalista di Roma, si rivolge a Richard Dale, psicologo con la sindrome di Asperger e già collaboratore della Polizia in diverse indagini, per sottoporgli un problema: al suo assistito, un finanziere di nome Cesare Borghi dal passato avvolto nel mistero, vengono indirizzate delle lettere anonime nelle quali si preannuncia la sua morte. Sembra un caso banale e Richard è restio ad accettare ma, prima di congedare Calli, nota un'incongruenza: l'indirizzo nelle buste è scritto a mano e la scrittura sembra quella di un bambino. Troppi elementi strani per una mente sempre alla ricerca di misteri come la sua. Parte così un caso che lo porterà, insieme alla moglie Monica, in una villa sulle Dolomiti con dei perfetti sconosciuti e all'interno della quale accadranno avvenimenti sconcertanti e inspiegabili: un uomo che cammina in piena notte con una scala in mano, un anello con un'iscrizione misteriosa, un ritaglio di giornale di trent'anni prima, un quadro famoso che sembra celare un segreto. Non ultima, la sfida intellettuale più ardua per un investigatore: un omicidio compiuto in una camera chiusa dall'interno. Sono questi gli enigmi con i quali dovrà scontrarsi Richard Dale per venire a capo di un caso che sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro di Agatha Christie.

Recensione:
Diego Pitea torna al pubblico col suo protagonista, Richard Dale, lo psicologo criminologo più irritante e al contempo intrigante, della letteratura.
Dopo "L'ultimo rintocco" ecco "La stanza delle illusioni", un giallo che si rifà ai grandi temi classici del genere: una villa isolata, pochi e circoscritti personaggi, delitti e un'indagine che si muove attraverso la corretta interpretazione e la ricerca degli indizi, come prescrive l'intramontabile tradizione inglese.
Si sta bene in questo romanzo, è una continua sfida amichevole al lettore, che non può esimersi dall'interrogarsi, dal cercare di arrivare alla soluzione prima di Dale. Al contempo è confortevole lasciarsi cullare dalla narrazione, pervadere dall'atmosfera, stregare dai mutamenti ai quali sono soggetti i personaggi.
Le parole corrono fluide, in una scrittura che accompagna, puntuale nelle descrizioni, dinamica nei dialoghi, per un'immersione nella storia totale. Si entra nella dimensione del romanzo e non si vuole più uscirne.
Dale viene chiamato a prestare le sue capacità in un caso che appare più uno scherzo (o una paranoia di chi lo ingaggia), eppure basta poco per comprendere che le cose, in fondo, siano ben più strane ed inquietanti.
Nella prima parte del romanzo, l'autore introduce le figure che animeranno la trama: creazioni sfaccettate, diverse, complesse, ricche di inquietudini e di passioni a stento trattenute che fanno presagire problemi. Il gruppo riunito nella villa sulle Dolomiti si conosce, ma non è in pace, anzi, correnti sotterranee sussurrano di esplosioni tragiche pronte a scatenarsi. Unici esterni a questo gruppo sono Dale e la moglie. La coppia dovrà fronteggiare una vera partita a scacchi con le debolezze e le ossessioni dei rappresentanti dell'umanità che si ritrovano come compagni, sempre in bilico in un rapporto matrimoniale di amore e frustrazione che solo la pazienza e la condivisione di qualcosa di grande e vero può rendere possibile.
La morte sarà lo squillo di tromba per l'innalzamento del ritmo narrativo, la tensione si farà palpabile, in un crescendo di sorprese che scandiranno il passo delle indagini.
Intrigante vedere come, ne "La stanza delle illusioni", sia un gioco di maschere che cadono e si riprendono a creare illusioni, sentieri bugiardi e verità da liberare dalle loro prigioni.
Pitea ci parla di avidità, ossessioni, manie di controllo e debolezze affettive o di carattere, ma non solo. Già nell'opera precedente, tramite Dale, ci aveva introdotto nel mondo dell'autismo e dell'aspetto Asperger di questo disturbo. Con questo romanzo fa un passo ulteriore, raccontando con delicatezza ed empatia l'autismo nei bambini, le difficoltà nell'accettazione e lo sconcerto dei genitori, che si trovano senza strumenti a fronteggiare un qualcosa di grande. Si può sbagliare e si sbaglia in molti modi, nel romanzo ne abbiamo un esempio e vediamo anche come l'amore possa essere una guida per tracciare una strada diversa.
Il finale è una vera esplosione di azione e tensione, con una riunione dai risvolti imprevedibili e una verità che verrà svelata, tutta, in un tranquillo e divertente momento fra marito e moglie.
"La stanza delle illusioni" è un giallo di oggi, immerso nell'eternità della più classica delle tradizioni. Enigmi, indizi, tanti sospetti, un solo colpevole, tutto sotto lo stesso tetto. Sentimenti che toccano il cuore, che smuovono le passioni e momenti tra l'ironico e l'irritante, amalgamano una ricetta che piace, appassiona e convince.
Un giallo per gli amanti del genere, con qualcosa in più, un elemento formativo e divulgativo che è naturale apertura verso l'altro.
Consigliato.
(Tatiana Vanini)


Dello stesso autore:
L'ultimo rintocco

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