Casa Editrice: Giunti Editore - 384 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Thriller
Trama:
Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l'unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all'improvviso. Un'esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l'unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l'assassina perfetta.
Recensione:
Ha scelto un impianto narrativo complesso che non rende la vita facile al lettore (perlomeno nei primi capitoli) Romy Hausmann nel suo nuovo, appassionante, thriller "La mamma si è addormentata". Da una parte c'è una donna che scrive lettere, cariche d'amore e di rimpianto, a un bambino che ha dovuto abbandonare, al quale vorrebbe più di ogni altra cosa offrire almeno il conforto della verità. Lettere addolorate e contorte, scritte su consiglio della psichiatra che la segue, e che non ha mai avuto il coraggio di inviare. Dall'altra c'è la storia di Nadja, che crolla a terra in preda a un attacco di panico in una squallida stazione di servizio: si sente minacciata dalla curiosità e dalla diffidenza di chi la soccorre e fugge, sconvolta e in totale confusione. Ha qualcosa da nascondere e un misterioso compito da portare a termine a qualunque costo: porta una parrucca, guida un'auto non sua e ha un desiderio disperato di non farsi notare. A complicare il quadro, la narrazione porta avanti, in parallelo, una vicenda avvenuta cinque anni prima, quella della giovane Nelly Schutt: vive una vita grigia e senza prospettive, relegata nella pensioncina del paese gestita dai genitori, quando conosce l'amore della sua vita. Un uomo interessante che viene dalla città, con un buon lavoro e tante promesse sulle labbra. Purtroppo ha già una fede al dito.
Le tre storie procedono in parallelo per diversi capitoli senza alcun evidente punto di contatto, spingendo il lettore a formulare ipotesi azzardate e a restare in uno stato di sospensione e confusione che somiglia molto a quello vissuto da Nadja. Chi è quel bambino? Il figlio di Nelly? Il figlio di Nadja? O non sarà che Nadja cinque anni prima si faceva chiamare Nelly? Confesso che le ho pensate tutte mentre andavo avanti, una pagina dopo l'altra, alla ricerca di indizi per ricomporre nella mia testa un quadro che avesse un senso. L'autrice è abilissima nel rivelare sempre nuovi elementi, nuovi tasselli di una vicenda dolorosa e complessa che prende pian piano forma davanti al lettore: Nadja si sta dirigendo nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, ha appuntamento con qualcuno e fugge da qualcun altro. Ha un passato difficile, macchiato dalla colpa e dallo squilibrio mentale e teme che non riuscirà mai a liberarsene.
Un tassello dopo l'altro, la storia di Nadja si delinea finalmente con una certa coerenza, scopriamo cosa trasporta nel bagagliaio e perché ma... di nuovo, niente è come sembrava. Un colpo di scena dopo l'altro, Romy Haussman costruisce un thriller che porta alla luce i lati più oscuri della psiche umana: l'ambizione, il pregiudizio, la colpa, la paura, il desiderio di salvarsi ad ogni costo, facendo ricadere le nostre responsabilità su qualcuno che non potrà difendersi perché fragile, già spezzato da un passato terribile. Una lettura non facile ma estremamente coinvolgente, che consiglio soprattutto agli appassionati del genere.
(Cristina Quochi)