Genere: Romanzo storico

Trama:
Nel 1209 papa Innocenzo III indisse una crociata per estirpare il catarismo dai territori dell'Occitania, sede privilegiata di una tra le più avanzate società nel panorama medievale europeo, culla dell'arte trobadorica e dell'amore cortese. Per vent'anni la regione fu sconvolta dalla guerra, con stragi, roghi collettivi, vessazioni e violenze di ogni genere, e alla guerra seguirono le altrettanto crudeli persecuzioni ad opera dell'Inquisizione e dei siniscalchi reali. La terra dei trovatori, che alla fine del XII secolo era tra le regioni più prospere, libere e tolleranti d'Europa, crocevia di culture, lingue e religioni diverse, conobbe la rovina sociale, economica e culturale. Il romanzo si snoda qui, nell'epicentro di un sisma che ha stravolto la storia del continente e pagina dopo pagina si arricchisce di particolari, personaggi e situazioni che spalancano davanti agli occhi incantati del lettore una breccia sul passato. La guerra, minuziosamente descritta nelle sue fasi più cruente, segna profondamente le vite dei protagonisti, vite che si intrecciano in una rete che, nel dolore, riesce a filtrare il male, per consegnarci tra le mani un'opera che è un inno alla vita, alla pace, alla forza della cultura. Ma soprattutto all'amore, l'unico sentimento capace di sopravvivere alla morte.

Recensione:
Un romanzo storico intenso e bellissimo, frutto di anni di attente ricerche. "La crociata infame" ha un aspetto imponente con le sue oltre 600 pagine, ma il carattere scelto per la stampa è piacevole e rilassante, andare quindi all'avventura non spaventa.
Un inizio nel mezzo dell'azione, tragico, colpisce; il voluto sospeso lasciato dalle parole, incuriosisce. Il legame si costruisce in fretta con quest'opera, ci si ritrova cullati dalle parole fluide, aggraziate, capaci di trasmettere sensazioni, emozioni e vita che fu.
Moneti regala storia che ritorna, vita vera, quotidianità, non solo situazione politica e religiosa, battaglie e azione. I luoghi si respirano, i personaggi intensi e creati con cura, divengono compagni coi quali avere scambi empatici, parteggiando ora per uno ora per l'altro, temendo per la loro sorte, o ancora figure avverse da detestare. Alcuni sono personalità storiche, altri escono dalla fantasia per dare colore e completezza, esattamente come le parti romanzate riempiono le cronache degli atti: eppure non si coglie differenza, non c'è frattura, solo completezza e realismo. C'è tanta bellezza e serenità nei primi capitoli e, mentre gradatamente ci addentriamo nel credo cataro, la conoscenza dei fatti (che molti lettori amanti del genere sicuramente hanno) e un sogno oscuro, fanno presagire la minaccia che si va preparando.
Che ne sarà di un amore in fiore, di tanta pace e tolleranza? La tensione comincia a farsi sentire divenendo presente, la malia del libro ha già tessuto la sua trama, non resta altro che procedere con passione e un po' di malinconia di fondo perché, si sa, il male è in agguato e la morte reclamerà presto il suo tributo.
L'azione arriva, presagita, ma quasi improvvisa. Il lettore ha un assaggio condiviso di ciò che possono avere provato nella realtà quelle persone, uomini, donne, bambini, che sono sprofondati in un incubo senza aver bene chiaro il perché, e in poco tempo sono passati dalla pace all'inferno. "La crociata infame", nel suo essere narrativa storica, ha un pregio immenso: non ci permette di scordarci mai che tanto sangue è stato versato, che gente vera, reale, che respirava, che aveva cuori palpitanti, è morta in modo atroce e con terrore. Il romanzo ha un lato umano di spessore, impattante, preponderante. Impossibile restare distanti da ciò che si legge, mentre Moneti ci accompagna preciso, passo dopo passo, con alcuni doverosi salti temporali che nulla tolgono al quadro delineato: chiare divengono le forze contrapposte e le motivazioni. Si apprende e si comprende tantissimo, mentre, legati alle pagine, continuiamo una lettura che è croce e delizia, costellata di azione, di fatti sanguinosi descritti con realismo, ma narrati con una delicatezza di fondo che li fa assimilare senza fastidio, solo con viva partecipazione.
"La crociata infame" scuote, fa riflettere, sull'uomo e sulle sue azioni, sul ruolo delle donne, su come erano viste, anche qui in modo diverso a seconda dello schieramento. Non è solo una questione di fede o di credo, è violenza contro buonsenso; avidità contro apertura; tolleranza che non esiste, perché vince solo la voce più grossa, più forte, che non consente alla ragione di mitigare e alla comprensione di abbracciare.
La vicenda narrata nell'opera si può pensare che abbia interessato una regione limitata, e per questo ne risulti un'importanza circoscritta, secondaria. Non è vero. La portata è grande, ce ne accorgiamo solo col senno di poi, e l'autore ci aiuta in ciò, con le sue parole conclusive, che chiudono il cerchio portando ancora più luce su ciò che è stato narrato ed ha insanguinato il passato.
"La crociata infame" è un romanzo storico di pregio, dove la cura e la passione dell'autore si trasmettono in toto al lettore, che si sente parte dello scritto.
Consigliato vivamente a chi ama il genere, è perfetto anche per coloro che non vi si accostano, magari per timore di eccessiva complessità o pesantezza. La trama, e la storia con essa, si dispiega naturalmente grazie al grande coinvolgimento emotivo che l'opera genera.
(Tatiana Vanini)

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