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Innamorati dei miei occhi ma se stai leggendo ti perdono
di Antonella Alfano

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    Casa Editrice: Eretica - 78 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Poesia

    Trama:
    Raccoglie quaranta poemi e quattordici illustrazioni che narrano visioni, pensieri e odori di tempi e d'improvvisi. L'incarnato della parola è l'essenza dello sguardo del poeta che, con mani d'argilla e sangue d'inchiostro, impasta versi, accenti e arcani lasciandoli germogliare lungo le tracce sensuali del comporre. Un viaggio in viaggio.

    Recensione:
    "Innamorati dei miei occhi ma se stai leggendo ti perdono" è una raccolta di poesie di Antonella Alfano in cui la scrittura è un campo di incontro-scontro, una battaglia di grafemi e fonemi, contemporaneamente vediamo e sentiamo il loro inseguirsi, cozzare e dispiegarsi in un continuo dirsi e darsi della poesia in un divenire che non a caso si concentra nel presente.
    L'occhio vede nel cuore, la parola suona fortemente e ostinatamente in quel genere di poesia che vuol rendere nelle parole quello che i sensi ci presentano per porgerlo quindi al lettore.
    Nei versi dell'Alfano non ci sono mezze misure, tutto appare come illuminato e le parole, che veicolano le immagini, incedono con nobiltà, esprimono in ogni attimo una consapevole compartecipazione in grado di recuperare improvvisi accenti disperati e disillusi, parole come lame che scardinano ogni vuoto formalismo e rivendicano l'autenticità di un sentire individuale che sembra debordare di umana pietà e anche di un'umile forma di religiosità perché dio, come le sue creature, è abbandonato, morto, ammutolito ed anche a lui si guarda con compassione.
    Vi sono versi di una tristezza infinita che l'alchimia poetica, esuberante di energia, tinge di una improbabile allegria: una tristezza "allegra" che pervade una lirica essenzialmente umana, pronta a cantare la grandezza disadorna di ogni creatura, indifferentemente si tratti di un uomo, di un fiore o di un piccolo animale.
    Non è la poesia delle piccole cose, sono la vita, l'amore e la morte che diventano degne del canto della Poetessa.
    I brani conducono l'Autrice in vari luoghi, in una poesia perenne, in un ininterrotto componimento che si fa plurilinguismo e pluristilismo.
    I versi suggeriscono un diverso modularsi del pensiero che si fa voce in una codificazione musicale complessa che da un lato può sembrare un'operazione a freddo, quel tanto richiesto dal lavoro poetico che non è solo un fatto di sentimento, come appare in certi componimenti più tecnicamente "ostinati" in cui il testo sembra concentrarsi più sul significante che sul significato, in una dimensione quasi ludica ma in cui l'atto della scrittura non è mai puramente gratuito; dall'altra, però, la voce si fa più emotivamente coinvolta, liricamente espressiva, e più immediatamente comunicativa.
    Il divenire poetico trascorre variegandosi diversamente e così la voce passa dall'accogliere arcaismi alla costruzione di neologismi, che impastano suoni dal retrogusto antico.
    Quello dell'Alfano è un pensiero che sgorga e non si riesce a fermare, franoso e precipitoso, originato da libere associazioni, condotte come si farebbe durante una seduta psicoanalitica, senza seguire un rigoroso percorso: questa è una delle peculiarità di questa silloge.
    Una "chicca" per chi ama la letteratura, gli stili narrativi, la bellezza delle molteplici possibilità e capacità di espressione, anche visiva grazie alle illustrazioni dell'Autrice a conferma della correlazione di due percorsi artistici che si intrecciano e si completano assorbendosi poi in un unico linguaggio.
    In una realtà deformata e deformante, in un mondo in cui ogni cosa ha il nome sbagliato, l'ordine è dato dal rendere leggibile l'essenziale dell'amore visto sotto diverse forme richiamate e impresse in giochi di parole che ne simulano il linguaggio illuminandolo o mettendolo alla prova nella capacità evocativa di suscitare prospettive e aperture diverse.
    Anche se alcuni versi non sono facili e non è facile cogliere il loro ritmo, il loro impasto musicale, entrare in sintonia con le scelte lessicali e con il repertorio di immagini, seguirli anche quando la crudezza o l'eccessiva energia sembrano esasperare e respingere, non è nemmeno facile dimenticarli perché penetrano e permangono, scolpiti come un'impronta di ardente passione.
    Complimenti a un'Autrice, dunque, che procede nella solidità del cammino scelto, nella chiarezza della partitura e che mi auguro continui a donarci altre perle poetiche.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    Sognate,
    il freddo giungerà.
    Sognate
    e riderete
    di non esser stati morti in vita.
    (Il gioioso)

    Le mani del Poeta sono in argilla,
    il sangue è d'inchiostro nero
    Le proporzioni spazio-tempo
    si arano dello stesso colore del foglio:
    tracce di marrone,
    sfumature d'alba.
    (...)
    Da un seme di follia
    ombreggia un albero di colori.
    (da: Le mani del poeta)

    Il Tempo s'arresta,
    asciuga le lancette dalle divertite lacrime
    E risponde:
    E' la tua scelta
    (da: L'ultimo mio grido)

    Trattate trattati
    tratti
    senza trarre, attratti, trattati attraenti.
    (da: Lato numero 7)

    Io e d'Io
    sappiamo che non è Miracolo,
    Io e d'Io
    sentiamo che non è Logica,
    Io e d'Io
    vediamo che non è Costrutto,
    D'Io se n'è andato,
    resto io e il vuoto a Montmartre.
    (da: Vuoto a Montmartre)



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