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Il mistero di Edwin Drood
di Charles Dickens e Leon Garfield
Traduzione a cura di: P. F. Paolini

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    Casa Editrice: Bompiani - 510 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Mistery

    Trama:
    L'8 giugno 1870 Charles Dickens, morendo, lasciò incompiuto il suo ultimo romanzo, "Il mistero di Edwin Drood", e già all'indomani della sua prima edizione esso fu definito "la più misteriosa storia che sia mai stata scritta". Al fascino della vicenda di suspense costruita dalla fantasia creativa del grande scrittore inglese s'aggiunse la curiosità per il mistero non risolto, l'emozione della ricerca di una soluzione, di un finale, che Dickens non aveva rivelato né affidato a nessuno dei suoi appunti. Tanti provarono a dare una risposta ai molti interrogativi della trama. La risposta più convincente venne da Leon Garfield, lo studioso inglese che più di tutti riuscì a penetrare nel mondo dickensiano.

    Recensione:
    Un mistery, un giallo di atmosfere e sensualità,"Il mistero di Edwin Drood" è l'ultimo romanzo di Charles Dickens ed è anche un'opera incompiuta: la morte raggiunse l'autore prima del termine. Si sa comunque che Dickens tratteggiò il finale e lo inviò in una lettera al suo biografo, nonché amico, John Forster. Sei delle dodici puntate previste per la pubblicazione mensile sono state completate dalla penna del loro autore, il resto no. Questa particolare versione dell'opera che ho avuto il piacere di scoprire e di leggere è completa, grazie al contributo di Leon Garfield; si arriva quindi ad una conclusione che risponde a tutte le domande, dicendo anche cosa ne è dei vari personaggi.
    La scrittura è stata resa in Italiano, con rispetto per la stesura originale, tentando di riproporre con suoni diversi il ritmo e le dinamiche dell'Inglese che fu. Ovviamente ci sono stati rimaneggiamenti che hanno reso alcuni punti più moderni, scorrevoli, però il sapore di allora si percepisce, mantenendo una chiarezza limpida e cristallina nella comprensione.
    Ritroviamo il sarcasmo di Dickens, la sua disanima della società vittoriana, percepiamo le sue burle e ne veniamo divertiti ed alleggeriti. Abbiamo accortezza della sensualità che permea il romanzo, in quel dire che è non detto, in quei rossori che rendono manifesta l'emozione che li muove, nei discorsi ardenti che restano però delicatamente velati.
    I personaggi sono magnificamente esagerati, nei vezzi, nelle particolarità che li rendono unici. Riusciamo così a leggerli con facilità, a comprenderli, a distinguerli e a ricordarceli tutti. Da alcuni di loro sappiamo cosa aspettarci e ciò è confortante, soprattutto se messi a paragone con le tante domande che altri suscitano, sussurrando segreti celati e gelosamente serbati.
    Ne "Il mistero di Edwin Drood" la realtà diviene letteratura per venir smussata, un po' presa in giro, mettendone in luce i pregi e i difetti, e la letteratura si piega a servizio della realtà per dare quelle spiegazioni che troppo spesso non abbiamo, per fatti che di comprensibile hanno poco. Una duplice valenza che descrive il mondo, l'uomo, le sue vette e le sue miserie; le vacuità nelle quali ci perdiamo, le tragedie che, emozioni al limite e percezioni alterate o fraintendimenti, mettono in atto.
    Garfield costruisce una chiusura dell'opera coerente con gli ami gettati in acqua da Dickens, rivelando una pesca fruttuosa. I cenni dell'originale padre del romanzo vengono presi e inseriti in un consesso logico che non toglie il piacere della suspense, della sorpresa, che sicuramente Dickens voleva regalare al suo pubblico. La tensione narrativa è ben presente, e alcuni momenti di particolare rilevanza sono sottolineati da condizioni atmosferiche da spavento.
    "Il mistero di Edwin Drood" ha oltre 400 pagine per la versione digitale, 500 per quella cartacea, eppure vola via con piacere, stimolando l'interesse e, da un certo punto, anche la scrittura che all'inizio ci appare un po' arzigogolata, diviene confortevole e nota, giusta.
    Questo romanzo ci parla di amore e di morte, di commedia e di tragedia, di rapporti famigliari, di amicizia e di teneri o passionali sentimenti.
    Le indagini ci sono eppure, restando ferma la concezione di genere che questo sia un giallo, la parte investigativa non è preponderante, anzi, timidamente si nasconde, si camuffa, lasciando che la narrazione sia di ampio respiro e tema.
    "Il mistero di Edwin Drood" è un'opera affascinante, che intriga e fa riflettere. Si legge attentamente, facendo caso ai particolari e si entra in una dimensione che non c'è più, davvero meravigliosa.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Si dice che v'è, in ogni casa, uno scheletro nascosto.

    Non vale vantarsi di ciò che si è; ma si mostri come si è giunti ad esserlo, e poi lo si comprovi.

    Non v'è nulla di piccolo, per chi è veramente grande in ispirito.

    Certi luoghi deprimono. Certi luoghi affliggono. Certi luoghi, se mi consentite dirlo, degradano!

    Il dolore è una ferita come un'altra, e va curata là dove il coltello si conficcò.

    La superstizione è più dura della ragione a morire, anche nel più saggio di noi.

    I sogni restan giovani, mentre i sognatori invecchiano.

    Tutti noi coltiviamo rimpianti che, alla fine, emanano un profumo più soave delle rose.



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