Genere: Thriller

Trama:
Nella cittadina di Spring Falls, Stati Uniti, tutti si conoscono da generazioni. Eppure in questo freddo e desolato angolo di mondo c'è chi nasconde dei segreti. Come Pearl Jenkins e suo figlio Shannon, che vivono al limitare del bosco, lontano dagli occhi della gente ma inconsapevoli di una presenza che li osserva costantemente... Shannon è bello, intraprendente, deciso a riscattare un'infanzia degradata e cambiare il suo destino, ma quando sua madre scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia se non una pozza di sangue sul pavimento, Shannon è il primo sospettato. Niente però è come sembra, e l'unica che può tentare di scoprire la verità è la giovane detective Kateri Fisher, che sa bene cosa sono il vuoto e il dolore. Dopo "Il caravan", Jennifer Pashley confeziona un thriller pieno di suspense ma anche ipnotico e disturbante, che con una prosa raffinata e poetica indaga nei meandri più oscuri di una provincia americana dove sembrano prevalere il degrado e la violenza, l'abbandono e il pregiudizio; l'America dei dimenticati, dei dannati, che però non smettono di lottare.

Recensione:
Kateri Fisher, giovane detective trasferitasi a Spring Falls (tranquilla cittadina degli Stati Uniti dove tutti sembrano conoscersi) dopo una grave crisi personale, è improvvisamente chiamata a indagare su un omicidio: una segnalazione anonima ha indicato che la casa di Pearl Jenkins, al limitare del bosco, è piena di sangue e che la donna è scomparsa. Poco lontano vengono rinvenuti i resti di un corpo dato alle fiamme e alcuni oggetti indossati dalla donna. E chiusa nel ripostiglio della casa viene trovata una bambina della cui esistenza nessuno in paese era informato.
Shannon è il figlio di Pearl Jenkins: costretto a convivere con le paranoie della madre (che trascorre le settimane, i mesi, gli anni rintanata nel bosco, piena di debiti e imbottita di farmaci e droghe) ha lasciato presto la scuola per un lavoretto alla tavola calda del paese. E' bello, intelligente, intraprendente, ma su di lui grava l'ombra di un passato che, come un marchio, promette di fare di lui un Jenkins come tutti gli altri: nel migliore dei casi un fallito, nel peggiore un delinquente. Ovviamente è il primo sospettato dell'omicidio della madre.
E' a queste due voci diversissime, ma ugualmente potenti, che Jennifer Pashley affida la narrazione de "Gli osservati", nuovo avvincente thriller capace di tenere il lettore incollato alle pagine mentre, tassello dopo tassello, viene ricostruita sia dall'esterno (grazie alle indagini di Fisher) sia dall'interno (grazie al racconto di Shannon) la concatenazione di eventi che ha portato all'arresto del ragazzo. Una scelta narrativa vincente, che consente ai vari personaggi di prendere vita e acquistare via via sempre più spessore. Dietro il velo delle apparenze c'è per tutti, sempre, una realtà scomoda, dolorosa, sorprendente con la quale è necessario confrontarsi con coraggio e umiltà, con la consapevolezza che solo accettando di piegarsi, di riconoscere la debolezza mantenendoci fedeli alla nostra natura, ci si potrà infine rialzare saldi sulle gambe, pronti a un nuovo inizio.
Un bel romanzo per gli amanti del genere, ma non solo: un invito ad andare oltre i pregiudizi, ad incontrare la ferocia e la tenerezza, ad addentrarsi con curiosità e delicatezza nella disperata sofferenza dei tanti piccoli dannati della periferia americana, che sempre più somiglia alla nostra.
(Cristina Quochi)

Della stessa autrice:
Il caravan

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