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Genere: Spionaggio

Trama:
Una mattina qualunque a Roma, Parigi e Berlino decine di uomini si preparano alla più grande azione terroristica coordinata della storia. Chi c'è davvero dietro l'ideazione di questi terribili attacchi? Un'organizzazione paramilitare araba chiamata I figli di Allah che vuole assumere il controllo di buona parte del Medio Oriente, oppure Gianni Arienti, il mercenario più ricercato al mondo? Tra il male minore e il male assoluto cosa scegliereste, se vi obbligassero a farlo? Una prova terribile alla quale saranno sottoposti uomini politici e servitori dello Stato, dove niente è ciò che sembra e nessuno è chi dice di essere.

Recensione:
Vorrei iniziare questa recensione di "Dove nasce l'odio", ultimo romanzo di Paolo Panzacchi, con una citazione di Sigmund Freud: "C'è una storia dietro ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli."
Sicuramente questo è un thriller avvincente, una spy story, un gioco letterario che scorre a doppio binario tra passato e futuro, in una riflessione sui rapporti familiari e non, sui grandi cambiamenti epocali del XX secolo, sul gioco di intrighi internazionali, sulla manipolazione, sul confine tra reale e illusorio, in un confronto tra tutto quello che si può cambiare e quello che, invece, deve rimanere immutabile: la verità dei sentimenti umani nella famiglia.
E' un libro che può essere definito tremendamente falso, che prende in giro, deride, fornisce tracce bugiarde, come lo saranno anche i protagonisti di questa aggrovigliata storia. Sì, perché fra queste pagine nessuno dirà mai completamente la verità, per cui allo stesso modo in cui loro non si fideranno di nessuno, neanche il lettore potrà dare credito a ciò che leggerà, almeno non del tutto.
Proprio in questo si trova il bello del libro, poiché tutto il divertimento si racchiuderà proprio nell'impossibilità di potersi schierare a favore di un determinato personaggio, come accade di solito quando si legge. Ogni lettore ha un personaggio preferito, così come ne ha uno che non sopporta. Non è così?
In questo lavoro, Panzacchi, destreggiandosi abilmente tra l'ambiguità, il detto e il non detto, le frasi spezzettate per nascondere ciò che è reale da ciò che potrebbe non esserlo, ha dato lo slancio necessario al libro, per cui ci sarà solo una cosa a cui affezionarsi, con la quale divertirsi e per la quale parteggiare da principio alla fine: la storia che disveli chi e cosa scatena l'odio nell'animo umano, odio il cui seme germoglia sin dalla tenera età.
Tutti i personaggi mentono. Tutte le prove mentono. Tutti i ricordi mentono. Tutti i luoghi mentono. Buona parte delle parole dette saranno menzogne.
Procedendo nella lettura, fra passi avanti e indietro nel tempo, gli elementi un po' alla volta emergeranno, ma ogni volta che ci convinceremo di aver iniziato a capire qualcosa, non avremo nemmeno il tempo di finire un paragrafo, che al successivo tutte le carte saranno rimescolate attraverso i ricordi, probabilmente bugiardi, ma non è detto, con le tracce, anche quelle forse lasciate per depistare e via dicendo.
Insomma, un thriller anche psicologico che mette in discussione l'abilità del lettore nel riuscire ad individuare una pista, quella giusta ovviamente e che, fino alla fine (che non è la fine), tiene con il fiato in sospeso.
Da mettere in valigia prima di partire per le vacanze.
(Luisa Debenedetti)

Citazioni da questo libro:
"Tu sei come Dio ora, tu puoi donare o togliere la vita".

"(...) scegliere se ignorare tutto e precipitare nel male assoluto, o collaborare con il male minore per la salvaguardia del nostro mondo per come lo conosciamo ora".

"A volte anche il marcio, però, serve a ricordarci che le cose incongrue sono necessarie per garantire la vita che ci rassicura, che ci fa stare comodi, che non ci fa sussultare."

"Non si riesce mai a riposare davvero se non si è chiuso con il proprio passato."

"L'odio non è razionale, nessun sentimento lo è, ma l'odio deroga ancor di più rispetto a tutto questo. Quando si odia si può essere in grado di fare qualunque cosa. Si parla di odio vero, quello che nasce nel cuore, scorre nelle vene e rimane dentro a chi lo cova per anni, anche per tutta la vita se non si ha la possibilità di farlo esplodere o, nel migliore dei casi, si riesce a perdonare chi ha creato quella bestia che ci abita la pancia e tutto divora."

"Sapere da dove nasce l'odio di chi tiene un'arma in mano pronto a utilizzarla è fondamentale per capire se da quella persona saremo sopraffatti o meno, se è qualcosa di profondo, di personale"



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