Casa Editrice: Alpinia - 336 pagine
Formati disponibili: cartaceo
Genere: Romanzo storico
Trama:
Settembre 1918. Un telegramma improvviso annuncia a Luisa la scomparsa del suo amato Giuseppe in una battaglia estrema a quattromila metri di quota, nel cuore dell'Alta Valtellina. Disperso. Una disperata speranza la porta a trascorrere, accompagnata dal fraterno commilitone Gervasio, una vita incorniciata dalle alte cime intrise di guerra, dove la tormentata ricerca di lui diventa lentamente introspezione, e infine pace. Il diario di Luisa si intreccia con le intense lettere del giovane alpino in un dialogo che trascende lo spazio e il tempo: insieme raccontano il dolore e l'amore, la montagna e i suoi silenzi, affrontando se stessi con calma determinazione e riscoprendo l'essenza della vita nel ritmo della natura.
Recensione:
Romanzo storico di commovente bellezza, "Cuore nella neve" arriva dritto al sentire del lettore tramite i suoi personaggi che, pur venendo dalla fantasia uniti ad un contesto di guerra e dopo-guerra reale, mostrano la loro anima e profondità, diventando compagni indimenticabili.
Giovanni Peretti possiede una scrittura che incanta per il suo fluire quasi poetico e intenso. Le parole sono bellissime, mostrando tutte le sfaccettature che la nostra lingua possiede per descrivere luoghi, situazioni e sentimenti. Corretto sopra ogni dire, eppure chiaro e diretto, l'autore dona carezze avvolgenti e di impatto, che portano via immergendo nella trama.
La storia di "Cuore nelle neve" non permette alcun grado di indifferenza. Tocca corde di emozioni, si vive. Ormai i testimoni di quello che accadde nella prima guerra mondiale non ci sono più, però restano i documenti e soprattutto le lettere dei soldati al fronte, epistole preziose che Peretti mette nella sua opera facendola divenire testimonianza nella narrazione, verità nel romanzo, persone vere e tangibili accanto a chi nella sua mente è nato ed è stato dato alla vita su carta. L'alpino Giuseppe, personaggio fittizio, con le sue missive dirette alla moglie, nelle quali sono incluse vere foto dell'epoca, ci racconta quello che è stato della guerra di montagna, tra cime impervie, coperte di neve in inverno, aspre seppur di bellezza incomparabile e teatro di tanto dolore. Nell'Alta Valtellina si è combattuta una guerra di attesa, logorante, con azioni fulminee atte a prendere o a difendere una posizione. La linea di fronte incerta, i soldati che si vedevano negli opposti schieramenti, si udivano, la vita e la morte che giocavano una partita a dadi spietata. Le fonti sono precise, i racconti di questa parte, come ci dice l'autore stesso nelle ultime battute del libro, sono vere, come veritiere sono le risposte scaturite dalle emozioni mosse in chi legge. Ho letto diversi scritti dove parenti di soldati hanno raccolto le lettere dei congiunti, per regalare al pubblico le vicende dei cari scomparsi. Ho apprezzato il bell'italiano in cui erano scritte, mi sono stupita ed emozionata, incredibile se si pensa alla giovane età dei soldati che scrivevano, spesso non accompagnata da chissà quale scolarizzazione. Peretti, nel creare le lettere di Giuseppe, usa parole che possono davvero essere appartenute ad un alpino di quei tempi, non stupitevi della formazione delle frasi, delle parole usate, sono assolutamente centrate nel contesto e nel tempo. Giuseppe ci regala i suoi pensieri verso la guerra, i commilitoni e il grande affetto, la devozione alla moglie, alla famiglia lontana. Lo apprendiamo nella prima pagina, che lui è disperso, probabilmente morto, eppure come ci appare vibrante e integro nelle sue lettere, con quanta empatia e commosso languore ne seguiamo i passaggi.
Accanto alla parte epistolare, ad essa alternata, ecco la prosa narrativa dove la voce è quella di Luisa, moglie di Giuseppe, che vediamo in azione a guerra finita. Capitoli che sono diario di una lunga ricerca, di una lotta diversa, non più tra nazioni ed uomini, ma tra mente di donna e cuore di moglie: la logica che dice "è morto", contro un sentimento che sussurra "forse no". E' il bilico, l'eterno dilemma del non sapere che oscilla tra speranza e rassegnazione. Luisa lascia la città, parte con la figlioletta verso la montagna, quella montagna che cela da qualche parte il suo Giuseppe, e lo cerca, lo cerca sempre. La vita continua, va avanti, deve procedere, tra i dubbi su come crescere da sola la sua bambina e i tanti, importanti incontri, ma il ricordo mai sbiadisce, il desiderio mai si spegne: trovarlo. Il monte cela, il ghiaccio imprigiona, conserva e prima o poi rende. Un'attesa diversa da quella degli alpini in guerra, ma comunque tenace, coraggiosa, resiliente: la forza e la fragilità di una donna che ama. Questa parte del romanzo è anche omaggio alla natura, al monte e alle sue genti. Descrizioni bellissime, profondità, capitoli che si leggono con passione non solo per l'empatia che il personaggio di Luisa scatena. "Cuore nella neve" è un caleidoscopio di emozioni e sensazioni, una lettura profonda, commovente, imperdibile. Perfetto per gli estimatori delle opere storiche, per chi ama conoscere e scoprire, ma anche per coloro che questo genere non lo conoscono: potrebbero rimanerne incantati.
Le parole di Peretti, unite alla sua esperienza e alla capacità di trasmettere sensazioni e descrizioni, fanno di "Cuore nella neve" un'opera che a lungo risuonerà nella mente del lettore. Omaggio al monte, testimonianza delle genti, inno all'amore.
(Tatiana Vanini)
Citazioni da questo libro:
Per comprendere la montagna non si deve usare la parola "fretta", bisogna viverla in tutti i suoi aspetti, con autentica umiltà e con profondo rispetto, accettando a priori la sconosciuta entità del tempo necessario.
L'amore va liberato, imprigionandolo rischia di implodere.
Quando la passione emerge assieme alla sincerità, una pozzanghera di ricordi accavallati e informi si trasforma in un bel lago colmo di sentimenti e di gioia.
Ognuno coltiva speranze nel buio della propria anima.
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