Casa Editrice: Controluna - 127 pagine
Formati disponibili: cartaceo
Genere: Poesia
Trama:
Camminare sul filo dell'esistenza e della metrica. Rinunciare ad essere "coi piedi per terra" per poter guardare il mondo dall'alto, per interrogarci sull'ordine delle cose. Costringersi all'economia, a fare con poco, a disfare il molto già fatto. Camminare sul filo spinato del quotidiano, ogni mattina davanti allo specchio sul filo del rasoio. Provare a camminare afferrando il filo, per guidare i nostri passi fuori dal labirinto o forse per smarrirci meglio. Sì (malgrado il tutto) Si è sempre lì, tra vivere e morire, a pregare e sguazzar nell'aldiquì, a seguire il vento e tornare a dire sì, sempre sì, e invece sì, sì, sì.
Recensione:
Ottima raccolta, preziosa, intensa, ben curata, trascinante e scritta con maestria.
Sinceramente c'è poco altro da aggiungere, un'opera importante, che ogni amante della poesia dovrebbe leggere, una di quelle opere che, per fortuna, trovano ancora la luce, in un periodo e in un paese che sta sprofondando sempre più in un infinito deserto culturale.
Centodieci pagine, ciascuna occupata da quattro versi, a volte in rima, a volte pieni di assonanza, altre invece più liberi. Tutti tranne l'ultima, ogni giorno, che esce da questo schema, come a ribadire i concetti espressi, i messaggi inviati, i quadri esposti.
Straccia domina con perizia e gusto sillabe e rime, punti di forza del suo poetare, e disegna una mappa di emozioni, di riflessioni, i cui punti cardinali sono le parole, le frasi.
Il lessico è studiato, pensato, ragionato e dà colore, risalto a tutte queste poesie, nessuna esclusa.
A volte i suoi sentimenti, o i suoi pensieri, emergono in superficie e sono riconoscibili, identificabili; altre è l'ermetismo che prende il sopravvento e bisogna scavare, tra una lettera e una frase per toccare il senso, per conoscere il perché.
Allegria, tristezza, tranquillità e inquietudine sono le attrici che ci accompagnano, dialogando, danzando o, semplicemente, tacendo.
Per chi scrive, il punto più alto dell'intero libro è "Che te lo dico a fare", forse il componimento simbolo di tutta l'opera.
Ottimo ritmo, coinvolgente. Bisogna leggere le poesie una dietro l'altra, di fila, solo così si può cogliere la loro l'intensità.
Siamo fortunati, finché poeti come Straccia e opere come "Camminare sul filo" saranno pubblicati, potranno esprimere tutta la propria arte.
L'aridità artistica e culturale che ci sta minacciando, non riuscirà a sopraffarci.
Lettura consigliatissima.
(Paolo Tognola)
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