Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 47 pagine
Formati disponibili: ebook
Genere: Poesia
Trama: "Aspettami" è un grido che riecheggia nel deserto e sibila nel vento; una voce da cogliere, ascoltare e alla quale affidarsi per lasciarsi trasportare tra i versi di queste "poesie dell'anima".
Con lo stile delicato ma allo stesso tempo diretto che lo contraddistingue, Paolo Cuciniello dà così vita ai suoi sogni, alle sue ferite e alla sua verità attraverso una penna.
"Ti ho vista l'altra notte, sai? [...] Io ti sento e se chiudo gli occhi anche ti vedo [...]
Svuotami.
Aspettami".
Recensione: "Aspettami: Poesie dell'Anima" di Paolo Cuciniello è una breve silloge che mette in opera la volontà del pensiero di inoltrarsi nella vita e il tragitto solitario di un'anima. In tale tragitto la sensibilità è lasciata essere come qualcosa di appropriato in tutti i sensi: precisamente come esito di un ritorno ai sensi.
Paolo trova una nuova via poetica per prendere la parola, per dare voce al pensiero: aprire un varco, rompere un equilibrio, spezzare una linea, separare per ricongiungere.
In questa breve ma significativa opera, l'Autore mette a confronto il pensiero sistematico e il pensiero libero, il pensiero dogmatico e il pensiero nomade; il risultato è che il pensiero pare proprio non possa evitare di stringere alleanza con la parola poetica e nulla ci impedirà di volgere le spalle all'apparente solidità di talune nostre costruzioni mentali per affidarci alla musica del pensiero, al suo ordinarsi in fluide e struggenti complementarità, sfaccettate concatenazioni e complesse armonie.
In un simile rovesciamento il pensiero può trasformarsi da crudele padrone in un dolce avere, mettendo a frutto un paziente sforzo di documentazione sulla condizione umana, sulla problematicità dell'esistere, sull'inquietudine del vivere e del trascorrere del tempo.
La creazione artistica che ci troviamo tra le mani apre uno spazio illimitato di esperienza, oltre l'oggettività e la soggettività, spazio in cui la vita è piacere, ricordo, rimpianto e dolore che nascono dalla consapevolezza di essere da sempre in un cammino di cui avvertiamo solo l'inconoscibile mistero di un'esperienza di quella struttura primordiale del pensiero, quando i pensieri sono ancora da pensare.
Tale spazio di esperienza ha il potere di dislocare la verità nell'universo del possibile, cioè nell'orizzonte di una temporalità priva di confini, dov'è vistoso l'assenso a un mondo che mescola in sé, senza gerarchie, tenebra e luce, l'uno e il molteplice.
E' così che l'anima perde la sua stabilità, si proietta verso l'esterno e imprime sul corpo che la ospita i tratti che meglio corrispondono alle sue inclinazioni.
Questa filosofia dell'anima ci mette di fronte alla profondità dei cieli, colui che ha abbracciato la filosofia della delicatezza non fugge, non arretra, non si rifugia nel mondo delle apparenze, ed è ben consapevole che le difficoltà da superare non concernono l'intelletto, ma la sensibilità e i sentimenti.
L'interiorità viene vista come oceano che lambisce la terra, nel divenire di una parola sensuale che fluttua tra realtà e psiche.
La vita, per etimologia, "passione", fuoco interno, riemerge dove essa pare ammutolisca, si eleva da e per i sentimenti, in espansione per pianure e cieli senza fine. Cuciniello ci guida nel mistero della memoria e nella ricreazione del destino in una proiezione simbolica che investe il tempo. Una parola dominante, quella di Paolo che finisce per dominarlo, nel significato al contempo più profondo e dolente.
Tutto in una consapevolezza metastorica, atemporale della condizione umana che il Poeta abilmente traveste come propria esperienza affettiva, disegnando una traiettoria immaginaria che parte dal proprio inconscio fino ad arrivare al punto più lontano del sé dove qualcuno, o qualcosa, lo attende.
(Luisa Debenedetti)
Citazioni da questo libro:
Non so se sai
che sei la ragione per cui noi 100 figli campiamo.
E per questo
prenderò ogni tuo demone lasciandoti ogni mio angelo.
chiedendo perdono per ogni volta che cento figli hanno ammazzato il padre.
E per quelli come noi che piangono
dove non è solitudine?
E per quelli come noi che piangono
dov'è il silenzio che non fa paura?
Ho sognato una poesia che non ho scritto.
Poi mi son svegliato
e capito
che è lei che ha scritto me.
Pa...
Come te lo dico che ti voglio bene
io che sono muto?
Come ti faccio a stringer forte
io che son così lontano? Come ti guardo negli occhi io che son così tanto più piccolo?
Spegni la città e restiamo qui.
Qui,
dove schiena e piedi hanno sempre meno peso.
Qui,
dove non c'è armatura perché non esiste indifeso. Qui,
dove i padri sono eroi.
Qui,
dove non ci sono falsi dei. Qui.
Immagina.
Realizza.
Sorprenditi.
Perché soprattutto questa
è vita.
...perché questa vita è così dannatamente breve e strana.
Così tanto più forte di noi, che non possiamo anche non combattere.
Io ti sento
e se chiudo gli occhi anche ti vedo.
E se non ti sento altro che per sempre,
è perché tutto è oltre. Svuotami.
Aspettami.