Genere: Romanzo storico

Trama:
Polonia, 1939: sin dall'infanzia, Alina Dziak sapeva che un giorno avrebbe sposato il suo migliore amico, Tomasz. Ora quindicenne e fidanzata, Alina non si preoccupa delle notizie che arrivano dal confine, credendo che l'esercito di Hitler non rappresenti una vera minaccia, e sogna invece il giorno in cui Tomasz tornerà dal college a Varsavia per poter celebrare le nozze. Ma a poco a poco, l'occupazione nazista prende piede e il piccolo villaggio viene pervaso dalla paura e dall'odio. E poi un giorno improvvisamente non si hanno più notizie di Tomasz, gettando la ragazza in una spirale di sconforto e angoscia. Florida, 2019: Hanna, l'amata nonna di Alice, è ricoverata in ospedale e le resta poco da vivere. Ha perso l'uso della parola in seguito a un ictus, ma cerca disperatamente di comunicare alla sua famiglia un ultimo messaggio. Vuole che Alice torni in Polonia per trovare una persona del suo passato. Armata solo di un elenco di nomi e di qualche parola in polacco, Alice decide di partire e di intraprendere un viaggio che porterà alla luce dei ricordi che cambieranno la sua intera esistenza.

Recensione:
Scrivere vuol dire raccontare, ma può anche significare avvicinarsi alle persone con le parole, anche se queste possono sembrare in apparenza molto semplici o di facile comprensione. In realtà, in qualche modo sono proprio le espressioni candide della scrittura che possono arricchire l'interlocutore, il lettore di un libro.
Ecco, il romanzo di Kelly Rimmer è un gioiello, uno di quelli così preziosi che non è necessario che vengano esposti per essere ammirati. Tutto quello che non si può dire è un qualcosa di più di un libro o di un semplice racconto; è una storia che deve essere letta, assaporata parola dopo parola, pagina dopo pagina.
E' il racconto del presente che si intreccia con quello del passato, ma che deve essere ancora assolutamente narrato prima che perda quella forza che tutt'ora ci permette di ricordare.
Dietro la meravigliosa scrittura di Kelly Rimmer c'è uno studio, una ricerca così completa e ricca di particolari della società di ieri e di oggi, d'aver permesso all'autrice stessa di dar vita a una trama eccellente, impeccabile, dove ogni aspetto, ogni dinamica è perfettamente inserita nelle relazioni umane e nei diversi ambienti: l'America odierna e la Polonia di un tempo. Ed è proprio dalle parole dei protagonisti che la storia prende vigore e ricomincia a viaggiare per arrivare al lettore, così da incantarlo e trasportarlo in una storia intesa e ammagliante.
La scrittura è emozione, quella di Kelly Rimmer lo è.
Il turbamento, la commozione e la felicità sono narrati con un tale trasporto, da far riconoscere che non si sta leggendo solo un romanzo, ma che in qualche modo ci si sta avvicinando e poi entrando a piccoli passi nella vita di un'altra persona.
La capacità narrativa dell'autrice è talmente sublime, quasi magistrale, da permettere di vedere con gli occhi dei protagonisti, di avvertire e di comprendere le loro passioni e le paure, la loro voglia di vivere, ma anche di intendere il senso della morte.
Tutto quello che non si può dire è un romanzo di pregio, il cui valore deve essere assegnato anche alla traduzione italiana, che è stata curata con attenzione e meticolosità.
(Barbara Galimberti)

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