Casa Editrice: Indipendente - 369 pagine
Formati disponibili: cartaceo
Genere: Narrativa
Presentazione:
Agatha Orrico proietta fin dalle prime righe il lettore nei vapori di una New York d'antan: quella degli anni '30 e del Rinascimento di Harlem. La città, autentica protagonista del romanzo, fa da sfondo alle storie di Alberto, Maio, Jamilah, Rosalinda, Amar e altri personaggi, diventando la metropoli del riscatto. I suoi abitanti si muovono tra segreti inconfessabili, discriminazione, lotte sociali, povertà e relazioni familiari complicate. La distanza tra New York e i diversi Paesi di provenienza degli immigrati è enorme, e l'illusione che li ha spinti verso una vita più dignitosa si scontra con la dura realtà, che spesso si presenta ostile. Chi ci è nato ma ha origini diverse vive una perenne crisi d'identità e le diverse comunità, nonostante siano legate tra loro dalla stessa oppressione, vivono un rapporto complicato. L'autrice traccia un romanzo corale molto coraggioso, dal ritmo incalzante, variegato, grunge. Ci presenta lo spaccato di una metropoli multietnica, dove un grande senso di dignità anima i protagonisti, giunti nel ventre di una terra sconosciuta ma decisi a farsi strada in una vita che graffia, ma che regala anche sorprese ed emozioni che sanno di rinascita.
Note sull'autrice:
Agatha Orrico è traduttrice e giornalista freelancer. Ha realizzato articoli e reportage per numerose riviste, su temi sociali e ricostruzioni storiche. "Stracci di vita a New York" è il suo romanzo di esordio.
Un estratto da questo libro:
New York 1935
Un freddo insopportabile penetrava in profondità insinuandosi come un serpente nelle trame dei vestiti; eppure Maio avrebbe dovuto essere abituato alla rigidità degli inverni newyorkesi.
Gli angoli del Lower East Side erano un incrocio di gente solitaria con lo sguardo perso, coppie che camminavano spedite una accanto all'altra e gruppetti di giovani che scomparivano inghiottiti dalle porte dei club. Poi c'erano i tassisti e le volanti di polizia, che calcavano l'asfalto nero e freddo, protetti nei loro abitacoli dal chiasso che fuoriusciva dai locali. Lungo la strada un poliziotto perlustrava la via in cerca di parchimetri scaduti, soddisfatto nel vedere aumentare il numero delle contravvenzioni.
Ogni volta che Maio si allontanava, anche se solo di pochi isolati, dall'intimità dei suoi luoghi, provava una sensazione strana: gli sembrava che tutti lo fissassero. Talvolta si sentiva come se fosse seguito da una grossa cinepresa che riprendeva ogni suo movimento. Quegli sguardi inquisitori non gli impedivano però di sentirsi desolatamente invisibile e puntualmente, al rientro da quelle escursioni, ritrovava centuplicato il malessere che lo aveva spinto a uscire.
Un taxi andò a occupare qualche metro più in là la strada davanti al marciapiede e scaricò una coppia dall'aria ricca e per questo felice. I due attraversarono velocemente per portarsi sul lato opposto. Maio li seguì con la coda dell'occhio, immaginando quanto dovessero costare gli abiti che indossavano, senza contare l'orologio che brillava nel buio al polso dell'uomo. Lei rise, sfoderando due file di denti perfettamente allineati, frutto sicuramente di sedute regolari da un costoso dentista, qualcosa che lui non avrebbe mai potuto permettersi. Cosa sarebbe stato disposto a fare per raggiungere una posizione come quella, con una donna come quella? A che tipo di compromesso sarebbe andato incontro per stare al loro posto? Quanto valeva quella sensazione di potere e prestigio, sentirsi al di sopra di tutti gli altri?
La risposta che si era dato era: tutto.
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