Casa Editrice: Serra Tarantola - 172 pagine
Formati disponibili: cartaceo
Genere: Storie vere
Trama:
E' possibile che una malattia (grave) possa migliorarti la vita? O meglio, aiutarti a capirla ed apprezzarla di più? A scoprirne e riscoprirne il significato attraverso l'esaltazione di tutte le nostre passioni e i nostri valori essenziali al di là dei luoghi comuni? In queste pagine cerco di offrire uno spaccato onesto, disincantato, ironico dei vari aspetti della mia vita a fronte di una sgradita diagnosi che mi ha costretto a intraprendere nuovi percorsi fino a pochi anni fa sconosciuti e impensabili. Da circa 10 anni ho la malattia di Parkinson, che mi ha colpito prima dei 50 anni. In questi 10 anni il rapporto con la malattia è cambiato, passando da conflittuale a simbiotico e oggi devo paradossalmente ringraziarla perché mi ha dato preziosi spunti, forti motivazioni a diventare una persona migliore, o almeno a percepirmi tale. Il tutto, credo e spero, senza apparire presuntuoso o egocentrico, almeno nelle intenzioni. Nei 40 brevi, sinceri e personali capitoli che compongono questo libro, analizzo sotto vari aspetti dove e come la mia filosofia di vita si è evoluta, è migliorata con l'acquisizione di una forte connotazione di stampo dionisiaco, istintivo e di un imperativo costante a non sprecare il tempo e a concentrarsi sul presente. "Qui e ora" è il mio mantra. Nato come un esercizio intellettuale, successivamente come diario della malattia per un ipotetico blog, è alla fine diventato una sorta di autobiografico manuale di sopravvivenza, che spero possa essere esportato a beneficio di altri, fosse anche solo in misura infinitesimale.
Recensione:
Un libro che ha tanto da dare, non solo per chi condivide la patologia qui descritta, ma per tutti, perché i punti di contatto e di riflessione che può trovare e fare ognuno di noi sono molteplici.
Livio Favagrossa ci parla di sé, del suo rapporto col Parkinson e lo fa in modo aperto e sincero. Stare accanto alla sua scrittura è davvero piacevole. Il libro non scatena ansia, non fa entrare nel circolo vizioso del vittimismo e quindi della pietà, ma regala conoscenza, confronto ed empatia. Tutto merito di come è il protagonista, della sua forza, del lavoro fatto su se stesso, delle mete raggiunte, del pensiero che c'è dietro ogni breve capitolo. "Parkinson, mon amour" è come una chiacchierata, un fluire logico e coordinato di scoperte e di reazioni. Livio si racconta e non omette nulla: dallo sconcerto di una diagnosi che aveva già dato parecchi indizi sulla sua identità, quindi un fulmine con una sorta di biglietto da visita, ma non per questo più semplice da accettare e da invitare in casa. L'età giovane poi, quando la malattia ha la tendenza a presentarsi più avanti, è un ulteriore inno alla sfiga, ma forse anche un'offerta di strumenti per reagire meglio.
Mentre il protagonista si racconta, svelandoci il suo mondo interiore, fatto anche di paure e di rabbia, tante riflessioni fatte da lui sono subito condivisibili, a dimostrazione che ciò che può far bene in uno stato di malattia, può altrettanto essere valido e positivo nella normalità. Mi riferisco alle passioni da coltivare, allo sport e all'attività fisica da mantenere, ricercandone magari la più adatta al nostro momento, al tempo da vivere in maniera diversa e allo spazio da ritagliarsi.
Poi ovviamente ci sono gli aggiustamenti da fare, quelle attività che prima riuscivano e recavano diletto, ma che diventano poi difficoltose, aumentando lo stress e che quindi vanno abbandonate. Il percorso che viene raccontato nel libro è fatto di alti, di bassi, di compromessi e, proprio come nella vita di tutti, aprendo il pacco della sfortuna si possono trovare all'interno delle possibilità.
Un grande insegnamento, così semplice che troppo spesso ce lo dimentichiamo. "Parkinson, mon amour" è un'opera dalla doppia valenza, formativa e informativa. Serve a tanti. A chi lo vive, a chi lo affronta con un famigliare e a chi sta bene, perché nel confronto e nell'esplorazione del testo c'è tanto che si può cercare di copiare. Si analizzano tanti aspetti e il regalo che ci viene fatto in queste pagine è ricco di potenzialità tutte da accogliere.
(Tatiana Vanini)
Citazioni da questo libro:
Fissare obbiettivi futuri, sacrifica il presente togliendo gran parte del suo immenso valore a diventare solo un periodo transitorio, in attesa di un indefinito qualcosa, su cui abbiamo azzardato una serie di scommesse.
La malattia è sicuramente qualcosa da combattere, come fosse un nemico. Qualcosa con cui non si patteggia. Ma è anche indiscutibilmente fonte d'ispirazione, anche se non desiderata, di un nuovo inizio.
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