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La vita pericolosa di un uomo tranquillo
di Ughe Liborne

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    Casa Editrice: Indipendente - 390 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    La narrazione si svolge nell'area del Golfo del Messico, tra il Mississippi e la Louisiana. Collocata temporalmente tra la fine del 1800 e i primi del 1900, focalizza gli eventi di maggior rilievo nel 1927. E' ancora l'età del jazz, degli anni ruggenti di grande spensieratezza e benessere scanditi dal dixie, dal ragtime, dal charleston, ma iniziano ad affiorare i primi oscuri segnali della Grande Depressione che nel 1929 travolgerà l'occidente.
    Protagonista e voce narrante è Cadmio LaFattyur, individuo pigro e intensamente mite il cui unico desiderio esistenziale è poter condurre una vita tranquilla in un'America che vibra di rinascimento ma che traina, unitamente alla modernità, intolleranza e discriminazione razziale.
    Il razzismo, imperante soprattutto negli stati meridionali, allunga la memoria della schiavitù, abolita formalmente oltre mezzo secolo prima, mantenendo in vita sacche di oppressione estrema e violenta che coinvolgono lo stesso Cadmio LaFattyur e la sua imponente famiglia.
    Il jazz, di cui il protagonista diventa immediatamente un grande estimatore, germoglia e si diffonde in tutti gli strati della società come il più efficace e formidabile antidoto verso le logiche di morte e di miseria che il razzismo trascina con sé. Inoltre è la terapia che mitiga la crudeltà di alcuni accadimenti del vissuto del protagonista e della sua famiglia, un clan di personaggi perennemente in bilico fra il bene e il male, tuttavia coerenti con l'epoca e il contesto nel quale vivono e operano.
    L'esistenza di Cadmio LaFattyur è una sequenza di storie che apre ad altre storie, patinate di ironia per attenuare ed esorcizzare il troppo cattivo e il troppo brutto e per dare un respiro di libertà alle scene più cupe giacché, come hanno scritto alcuni, l'ironia è il primo passo verso la libertà.

    Recensione:
    "La vita pericolosa di un uomo tranquillo" di Ughe Liborne (alias di Mario Carcassi) è un romanzo corale dallo stile fluido e piacevole ma con un intreccio di personaggi ed eventi che possono far sentire un po' confusi durante la lettura.
    La storia è una sorta di specchio in cui viene riflessa l'Età del Jazz, gli anni Venti del secolo scorso: un'eco del mondo reale in cui si viveva in quell'epoca in un Paese multirazziale impregnato di razzismo, un'età che fa presagire la decadenza che avverrà negli anni Trenta, tutta basata sull'apparenza e la ricchezza.
    Nel romanzo possiamo, infatti, ritrovare gli elementi che contraddistinguono la vita di quel periodo: timidezza, sfiducia, gioia, presunzione, rabbia, violenza, danno e lacrime. Un mondo basato sull'apparenza che spesso, grazie all'alcool e alle droghe (e meno male che vigeva il proibizionismo!), trasforma le persone in un'illusione, in un sogno o un incubo.
    I personaggi sono come nascosti dietro una maschera: per questo le emozioni vere, quelle che si provano durante i momenti in cui la maschera cade (come ad esempio, nei capitoli finali), possono semplicemente svanire nel nulla. Basterà indossare una nuova maschera e tutto tornerà come prima, o anche meglio. Il romanzo è un sapiente potpourri di richiami letterari e cinematografici ma soprattutto si potrebbe definire una rivisitazione ironicamente e cinicamente caricaturale del "Grande Gatsby".
    Il sipario si apre su una scena cruenta che ricorda "Un uomo chiamato cavallo": la memorabile e tremenda prova dei ganci a cui viene sottoposto il giovane Due Tuorli per diventare un membro del villaggio; in seguito il narratore e protagonista diventa Cadmio LaFattyure che è anche il motore chiave della trama, poiché l'intera storia è raccontata dal suo punto di vista. Inizia a narrare dalla sua prospettiva preferita, quella di osservatore; è un ignavo che guarda la vita scorrere senza sentire il benché minimo desiderio di farne parte, di migliorare se stesso o la realtà attorno, di avere uno scopo personale o di aiutare gli altri - tant'è vero che si lamenta di essere affetto dalla "maledizione di Beauregard" che attrae le persone a confidarsi con lui - o di prendere una qualsiasi posizione ma, man mano che la storia progredisce, si trova coinvolto in situazioni tutt'altro che tranquille e sicure.
    Cadmio non smentisce mai la sua natura, sia che parli delle storie dei vari personaggi, nonché delle sue esperienze personali e delle sue osservazioni: la sua è una sorta di pigrizia morale, è non avere voglia di prendere una posizione.
    Il romanzo, nel complesso è impregnato di una comicità, di un cinismo e di un'ironia e si impara ad amarlo appena saltano fuori trovate surreali - come non citare i dialoghi e le partite a scacchi con il cane/consigliere Argo - calate in un'atmosfera che più reale non si può.
    La famiglia LaFattyure è una famiglia matriarcale il cui capo e la zia Laureen Pallette a cui tutti si rivolgono per risolvere i vari problemi e che è caratterizzata da un bel paio di baffi; un altro personaggio importante è lo zio Pokey, un anziano taciturno ma dal sorriso ammaliatore, per cui si prova simpatia nonostante sia un vendicatore spietato e sanguinario dei torti che parenti e amici subiscono.
    La capacità dell'Autore di mascherare la violenza con l'ironia è notevole, al punto che ci si trova a sorridere di fronte a smembramenti o torture che, se ci soffermiamo a riflettere, è una violenza che indubbiamente, a modo suo, riporta alla tematica della giustizia che, con la ricerca della libertà - il jazz che fa da colonna sonora ne è il simbolo - costituisce il perno centrale di tutta la storia. Il cuore umano è volto alla costante ricerca della giustizia, del vivere in pace, ed è proteso verso il miglioramento di un mondo imperfetto. E' proprio questa ricerca costante che, giocoforza, costringe Cadmio al movimento: un movimento che, spesso, contempla le inevitabili cadute e che tormenta la mente quando le cose prendono una piega diversa da quella prefissata. In una trama complessa, che si presenta come un disilluso affresco della società americana negli anni che precedono la crisi del '29, questo romanzo che parte da una buona conoscenza del carattere umano, ne propone al lettore una caricatura irresistibile, proprio perché fatta con tratti presi dalla realtà, visti con occhio sagace, interpretati con humor e narrata con un linguaggio inarrestabile e scoppiettante.
    Consigliato.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    Parlare era una vera fatica e la fatica non mi piaceva, siccome non è che avessi grandi cose da dire me ne stavo zitto. Mi bastava sapere dov'era il cibo e il giaciglio, del resto mi interessava poco, così decisi di comunicare col mondo il più tardi possibile.

    Crescendo avevo sviluppato la propensione ad evitare conflitti, avevo un temperamento d'armistizio, odiavo la violenza e le ostilità mi procuravano ansia e insofferenza, proprio come l'idea del lavoro.

    Una mattina mia madre mi consegnò un paio di pantaloni nuovi e ben piegati. "Cad, un regalo per te." Disse. "Li ho presi all'emporio di Jean Palafitte, mi ha fatto uno sconto formidabile e mi ha garantito che sono pantaloni da lavoro indistruttibili."
    Ebbi un attacco di cefalea che mi tenne a letto per tutta la mattina. Riposi il regalo nel piano più alto dell'armadio e ci buttai sopra una coperta che mi proteggesse da eventuali effetti nocivi di quell'indumento contaminante. Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, quando è in gioco la salute.

    Erano tempi di charleston e ragtime, quella musica nuova e coinvolgente che ci aveva investiti come un treno in corsa e faceva muovere i piedi anche ai paralitici. Stavamo vivendo un periodo di prosperità spinti da un'energia positiva e irripetibile. Erano gli anni ruggenti del benessere, del divertimento e soprattutto del jazz.



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