Casa Editrice: Indipendente - 124 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Narrativa
Trama:
Il Pavone, o più semplicemente Il Nostro, scapolo di mezza età che trascorre la propria vita cercando di non implodere, una sera riceve una notifica ambigua e misteriosa che lo lascia perplesso.
Ad essa ne seguiranno altre in un enigma inerente ai testi delle canzoni dei Pink Floyd che lo porterà a trovare la soluzione solo facendo una profonda riflessione su se stesso ed il suo passato.
La coda del Pavone è un Romanzo Musicale ambientato fra la città di Brescia ed il Lago di Garda che farà crescere il protagonista e stimolerà il lettore a verificare e ad ampliare all'occorrenza la propria cultura musicale.
Recensione:
Leggendo l'agile romanzo "La coda del Pavone" di Paolo Zanatta, mi si è aperto un cassettino nella memoria che conservava questa citazione: "Se hai nascosto un ricordo, le canzoni lo trovano."
Sì, perché in questo breve romanzo, le citazioni di brani musicali arricchiscono e fanno da collegamento alla trama. Sono brani che il lettore "over 30" si divertirà a riconoscere e, perché no? a riascoltare e cantare, mentre per i più giovani saranno l'occasione per arricchire la propria cultura musicale. Zanatta è abile nel disseminare strategicamente vari indizi musicali che spaziano tra brani dei Pink Floyd, Bowie, Capossela, Vasco Rossi, Queen e molti altri, inoltre non mancano citazioni da film e questa strategia suscita la curiosità del lettore ad andare alla ricerca della fonte.
L'ambientazione è un luogo non identificato del Bresciano, nei pressi del lago di Garda, il protagonista è Pavone o "il Nostro" e i personaggi in genere sono caratterizzati, come succede nei piccoli centri, attraverso i loro soprannomi, così come i social che sono indicati come icona blu, verde, gialla e rosa.
La scrittura è fluida, semplice, divertente soprattutto nella prima parte, mentre nel finale si vela leggermente di mistero. Il lettore si trova di fronte alle vicende di ragazzi e uomini comuni, per i quali musica e amicizia colmano qualsiasi vuoto, qualunque bisogno di trasgressione, e la cultura rock che permea la narrazione è priva di eccessi, sballi, alcol, sesso. La dimensione della freschezza, del reale, della normalità raccontata è raggiungibile grazie al semplice intervento ad hoc della musica e all'inserimento di qualche frase in dialetto bresciano.
La forza del romanzo risiede soprattutto nella capacità di affidare a chi legge il compito di seguire le tracce che l'Autore ha disseminato tra le pagine, non alla ricerca di una morale o di una interpretazione univoca e definitiva, bensì degli interrogativi che possano dare un senso alla vicenda. In tal modo i personaggi e il lettore arrivano a sovrapporsi perché li accomuna il tentativo di raggiungere, crescendo, la consapevolezza di sé e della realtà, contestualizzandola in un tempo che appartenga loro e possa essere non certo governato ma vissuto.
Ci troviamo di fronte ad un libro gradevole in cui non c'è dolore, né dramma o tragedia, ma solo musica, arte, architettura, ancora musica, amicizia, amore, ma più amicizia che amore, un libro da leggere seguendo il ritmo, anche dei battiti del cuore.
(Luisa Debenedetti)
Citazioni da questo libro:
[...] quando stai viaggiando, lo stare fermi è un ossimoro insostenibile.
[...] le persone non cambiano mai e che la più grossa illusione dell'amore è quella di credere di essere in grado di modificare se stessi o gli altri solo perché ci fanno battere forte il cuore.
Cercava sempre di essere uno degli ultimi ad abbandonare la compagnia avendo preso a proprio esempio il compianto maestro di vita Franco Califano che soleva ricordare di essere sempre andato a dormire cinque minuti dopo gli altri per poter raccontare cinque minuti di vita in più.