Genere: Informazione

Trama:
Sono ventitré donne, ragazze, bambine. Tradite molto probabilmente, da chi diceva di amarle. Ventitré femminicidi irrisolti, che hanno lambito la cronaca nera del nostro paese tra gli anni Quaranta del secolo scorso e i primi anni del Duemila. Non solo la ricostruzione dei casi ma una rielaborazione delle indagini, che avrebbero potuto portare ad esiti diversi. Un viaggio oscuro in un'Italia sempre diversa nel suo stato sociale ed economico, ma sempre uguale nei confronti dell'universo femminile. In un mix tra racconto noir e giornalismo investigativo. Un libro dedicato alle a vittime innocenti, che sussurrano di non essere dimenticate.

Recensione:
"Il sussurro della anime" è un memoriale della morte, scritto in stile giornalistico. Vittime che hanno un nome e una storia; condividono lo stesso destino spezzato e la mancanza di giustizia.
E' la crudele realtà che si fa noir, divenendo più impattante di qualunque romanzo.
Giuseppe Folchini ha uno stile chiaro, diretto, essenziale. Per anni è stato cronista di nera e si percepisce netto il mestiere nell'uso delle parole. Non si perde in fronzoli, a tratti appare crudo, ma è perfetto per rendere al lettore di chi si sta parlando, procedendo in modo logico nel raccontare i fatti.
I capitoli sono brevi, eppure nella sintesi c'è tutto: il caso riassunto, le prove raccolte, il lavoro degli inquirenti, i tanti dubbi sollevati e spesso rimasti senza risposta. Manca solo un protagonista fondamentale: un colpevole certo.
Tra le pagine troviamo le immagini che aiutano a visualizzare la vittima, gli articoli di giornali che portano nel tempo della storia, le foto dei luoghi che permettono di contestualizzare le scene.
Sono tutte donne a essere cadute prive di vita, sotto la mano di qualcuno. L'età è differente, come il lavoro, l'estrazione sociale, le prospettive. Fa male vedere così tanti futuri spezzati, pochi se paragonati ai femminicidi che continuano, inesorabili, a tingere di nero la cronaca. Folchini prende queste a esempio di una giustizia imperfetta, ne spolvera la memoria o, in alcuni, casi, le fa conoscere al lettore per la prima volta.
Apprezzo particolarmente che, nonostante la scrittura impostata ad articolo, l'autore riesce a rendere un'immagine forte, vera, delle donne uccise. Parla di loro, della loro vita, ricostruisce, per quanto è possibile, l'ultimo giorno e mette in luce tanti comportamenti che, dopo i tragici eventi, appaiono strani e indifferenti.
Chi si accosta all'opera non può non domandarsi perché non sono state poste domande, perché non si è fatta più attenzione a un malessere o a un comportamento che usciva degli schemi. Non si colpevolizza nessuno. Tutti crediamo di avere tempo, per parlare, per chiarire; la morte improvvisa, criminale, non rientra mai come un fattore possibile nell'equazione della vita.
Anche le indagini hanno risalto e si percepiscono gli errori, gli inciampi davanti a scene del crimine compromesse, a un cadavere che si ritrova dopo tanto tempo, alla mancanza della moderna tecnologia forense e dell'aiuto dei cellulari e delle celle telefoniche.
In alcuni casi c'è l'impegno, in altri si intuisce più la superficialità, magari anche la volontà di non trovare il colpevole.
"Il sussurro delle anime" è una lettura che informa, mette a conoscenza. Appassiona, prende di cuore e di mente, accende l'intelletto quando l'autore, nella disamina delle prove, mostra una spiraglio, una possibilità non considerata.
Ci ricorda la fragilità della vita e quanto è semplice dimenticare. Ma per i parenti non esiste oblio e, per quelli di queste vittime particolari, nemmeno la consolazione della giustizia.
"Il sussurro della anime" fa male, è una testimonianza preziosa e doverosa.
Un libro che vi consiglio.
(Tatiana Vanini)

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