Logo Libri e Recensioni

Iscriviti alla Newsletter per ricevere GRATIS i nostri aggiornamenti.


Cupido nel mondo di Meta
di Roberta Gelsomino

  • Trovi questo libro su Amazon.it
  • Trovi questo libro su Ibs.it
  • Trovi questo libro su Mondadoristore.it
  • Trovi questo libro su Libraccio.it
  • Trovi questo libro su laFeltrinelli.it

    Casa Editrice: Youcanprint - 240 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Poesia

    Trama:
    La forza dell'amore corre anche in internet. Nel social media più famoso al mondo, Facebook, vanno a incontrarsi e ad intrecciarsi cerchie di amici, conoscenze, passioni e batticuori. Vent'anni sono passati dalla nascita di Facebook e poco meno è trascorso dall'avvento di questa risorsa nelle nostre vite. Senza eccezione, la protagonista di questa storia si accosta molti anni fa a quello che appare un semplice sito per radunare amici e ex compagni reali, o i colleghi di lavoro ma che si svelerà ben oltre. Incredibile l'importanza delle connessioni virtuali, così la protagonista interroga su cosa sia realtà. Ci porge una luce sull'uso dei social, ci permette di riposare dall'intorpidito automatismo delle interazioni a ogni costo, per valutare insieme a noi che il telematico non è da demonizzare. Osserviamo insieme a Roberta quel mondo virtuale che tanto ci assorbe, e ne possiamo attraverso un libro, simbolo di oasi dalla frenesia.

    Recensione:
    "Cupido nel mondo di META" è un'opera di Roberta Gelsomino, suddivisa in due parti, la prima in prosa e la seconda in poesia che, devo essere sincera, non mi ha né convinta né coinvolta e, soprattutto, ha poco a che fare sia con la poesia sia col titolo.
    Consapevole della mutazione dei rapporti sociali e affettivi risultanti dall'avvento e dipendenza dei social, mi aspettavo qualcosa che andasse oltre i luoghi comuni, non un'introduzione alla seconda parte che nulla ha a che vedere con il mondo virtuale.
    Lo scritto, in una forma quasi diaristica, si fa catarsi di una esistenza ferita tra desideri di pienezza e sue disillusioni ma il dettato è "povero", le ripetizioni non si contano ed inoltre sono molti gli accenni a prossimi e ipotetici scritti.
    Il ritratto, o per meglio dire l'autoritratto che ne esce è quello di una adolescente prima e di una donna adesso in una disputa d'anime, ora in avanzamento, ora ferme ma sempre sul bordo limaccioso di antiche cadute e presenti paure. C'è qualcosa che stenta ad uscire, infatti, e ove avviene è spesso nel segno di un'inceppata e non perfettamente compiuta gioia, una malinconia di fondo che non libera dall'equivoco, forse di un mistero di sé, tutto celato tra concrete discrasie, seppure involontarie, del mondo e personali.
    Confusi, perduti nelle galassie, siamo tutti alla ricerca di una password che ci doni un'oscura sintonia con l'altro come noi smarrito negli abissi fra le stelle. Per quanto riguarda la seconda parte, l'argomento dominante è il sesso. Un tema intimo e spesso taciuto, o perlomeno filtrato, che viene preso di petto e, in questo caso, non si dovrebbe più citare Cupido ma il suo gemello: Himeros.
    Ho avuto altre volte l'opportunità di citare il detto che "Poeti si nasce", perché se è pur vero che in tanti siamo capaci di scrivere, è altrettanto vero che trasformare i nostri pensieri, le nostre ansie, i nostri dolori, le nostre passioni, le nostre gioie in poesia, non è da tutti: è un privilegio che è riservato a pochi. Beh, in quelle che, azzardando, vengono definite poesie, risuona la carne e i suoi piaceri e le parole vibrano in concomitanza con il turbinio dei corpi. La fisicità dell'amore esplode in queste pagine senza il timore di mostrarsi in tutta la sua corporalità, che si traduce spesso in rapporto animalesco, arricchito di iperboli e metafore.
    Non si tratta in questo caso di semplice esplicitezza linguistica, che non costituirebbe un particolare motivo di scandalo – il turpiloquio fa capolino nella poesia sin dalle sue origini –, bensì di crudezza d'immagini, che vanno a mettere in scena senza vergogna una delle sfere più private della vita umana. Il lettore si sente un intruso, osservatore non invitato che assiste a uno spettacolo a porte chiuse, che non prevede pubblico. Il ruolo di voyeur che si viene involontariamente a ricoprire leggendo questi componimenti, che oltretutto sono verbosi sino alla noia, infastidisce. Questo in una appena accennata e certo non esaustiva sintesi giacché la luce che talvolta, comunque, ne fuoriesce (in alcune composizioni dedicate alla fanciullezza o all'amico scomparso) è quella di una figura fragile che tenta di ridare, attraverso il sesso, un qualche ritorno d'equilibrio nello smarrimento delle certezze. In tutto questo io vedo che, ancora, la donna subisce il ruolo di prima vittima, a conferma di possessi e di radici difficili da recidere e da riapprendere, nella sanità di un rapporto a due fatto di dialogo, sostegno e osservazione, mentre il maschio stesso è prigioniero di sé.
    La pecca di questi componimenti, in sostanza, è sempre l'omologazione con l'Autrice stessa che, invece di liberare emozioni, costringe e deforma, nelle ripetizioni senza uscita, delle istanze non chiarite.
    I versi proposti, a mio modesto parere, sono un "fallimento" per l'incapacità della scrittura di svincolarsi da un parlato che poco ha di poetico, in quanto lingua altra del mondo, che qui è pressoché assente per sterilità di argomenti e di strumenti.
    In apparenza si potrebbe, bonariamente, parlare di una poesia in forma di prosa o prosa modulata con una cifra lirica in cui il linguaggio comune, lacerato e insonne, si contamina di in classicismo rivisto al tempo dell'emoticon, infatti troviamo spesso un richiamo, sottinteso e non, ai classici greci e latini.
    Mi sento di consigliare all'Autrice di prendere in considerazione la revisione della sua opera, di sfrondare, tagliare ciò che è di troppo, che è tanto, sia nei contenuti sia nella lunghezza dei testi, avendo ben chiara la distinzione tra suscitare nel lettore il fascino dell'erotico o l'importuno imbarazzo dell'hard.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Oh caro, non temere, amato riposerò e domani penso a me stempererò almeno di un grado tale ardore
    questo boccheggiare disperato. Sai, vorrei essere una gatta
    che non si cura di nessuno
    una gatta nera nella notte
    con un fare pragmatico e autorevole."

    "[...] quel che ogni giorno sento
    è tanto per un corpo solo,
    mi accascio ai tuoi piedi
    "dolce cagna" mi chiami
    li sfioro con le labbra dalle scarpe accenno a baciarti le mani,
    le dita grassocce e rudi molto tue è ancora tutta un'immaginazione
    e prima di trovarci vicini
    voglio farti conoscere me tutta."

    "Pelle, il confine tra l'io e il voi.
    Tra ciò che è soltanto nostro
    e ciò che viene definita la realtà, ma l'interno è reale e di valore
    e vorrei che nell'interiorità anche si posasse il vostro amore."



    POTREBBE INTERESSARTI ANCHE





    Il libro consigliato

    Il libro consigliato

    Iscriviti alla Newsletter...

    newsletter ...per ricevere ogni settimana le ultime novità dal nostro sito.

    Iscriviti qui!

    Cerchi un libro?

    Inserisci il titolo, parte del titolo o il nome dell'autore:



    Norme sulla privacy