Casa Editrice: 21lettere - 256 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Noir
Trama:
All'epoca di Kennedy e Martin Luther King, il destino dei neri d'America sembra arrivato a una svolta, ma per l'investigatore Easy Rawlins le cose vanno di male in peggio. Tentano di raggirarlo con loschi investimenti immobiliari e quando sul lavoro si lancia alla ricerca di Elizabeth Eady, detta Betty, i guai aumentano. Betty, donna di rara bellezza e magnetismo che aveva conosciuto da ragazzino. Betty, dannata perché troppo bella, perseguitata da un destino crudele di dolore e passione che Easy tenta di ricostruire.
Recensione:
Grazie a 21Lettere, ho scoperto la scrittura intensa ed emozionante di Walter Mosley, che trova magnifica espressione in ogni suo libro. Particolarmente coinvolgente è la serie noir con protagonista Easy Rawlins, che la Casa Editrice ha già portato ai lettori italiani coi titoli "Il diavolo in blu" e "La farfalla bianca". Con l'arrivo di questa nuova pubblicazione "Betty la nera", la magia della penna dell'autore si rinnova e per chi, come me, ha già letto sue opere, sarà subito ritrovato amore. Chi da qui dovesse cominciare, non potrà restare indifferente, magari farà un po' di fatica ad entrare nelle connessioni tra i personaggi, ma il coinvolgimento nella trama sarà importante ed empatico.
Mosley colloca i suoi romanzi in America, nella Los Angeles del 1961 per quanto riguarda quest'ultimo titolo. Il protagonista è nero e, attraverso la sua narrazione in prima persona, entriamo anche noi nella comunità con piedi, scarpe, anima e cuore. Mosley è bravissimo a mostrare la condizione di persone che, figli di schiavi ed ex schiavi, stanno ora iniziando ad assaporare la possibilità di essere liberi, e questa libertà dà ebrezza, ma al contempo spiazza e fa paura. Ci sono mentalità radicate da scardinare, da parte dei bianchi, che si vedono ancora padroni e superiori, ma anche da parte dei neri. Colpisce e rende chiaro un concetto complicato, una frase che nel libro si ripete in diverse declinazioni, come pensiero o come frase detta ad alta voce: "Smettila di fare il nero". Non è un bianco a pronunciarla, spesso è il nostro protagonista e cosa intende con ciò? Smetti di sentirti da meno, smetti di attaccare per paura di essere attaccato, smetti di sentirti un criminale solo per il colore della pelle, smetti di sentirti in catene. E' un pensiero potente, espresso in cinque parole.
Mentre leggiamo il libro siamo tutti neri, al fianco del protagonista, dei suoi figli, dei suoi amici, e viviamo ogni momento della trama con partecipazione.
Easy viene incaricato di trovare una donna che conosceva, ma che non vede da molti anni e la motivazione che gli viene fornita per questa ricerca è debole, se ne accorge anche lui. Non vorrebbe farsi coinvolgere, ma ha bisogno di soldi e la curiosità è una spinta maledetta verso i guai.
Il lettore è attento e attratto, si chiede perché si cerchi Betty, cosa ci sia dietro e, quando la gente inizia a scomparire e a morire, Easy stesso viene aggredito e si ritrova con la polizia alle costole, è chiaro che un vaso di Pandora sta per essere scoperchiato.
Con un ritmo sempre in crescendo, con picchi di tensione deliziosa e domande che si rincorrono, "Betty la nera" è un libro che si beve, che continua a chiamare e a richiedere attenzione.
Personaggi superbi, un teatro degli eventi tridimensionale, dove si sente il sole che picchia sulla testa, il caldo che fa sudare e la tensione che mette i brividi, mentre i sentimenti non sono mai stati più chiari di così. Mosley, con il suo occhio sapiente e attento sul passato, ci mostra i perché di alcune situazioni di oggi, sbattendoci in faccia una volta di più che le catene mentali sono più forti di quelle fisiche.
Amore, rancore, avidità, in una continua girandola di luci e ombre, quest'opera entra dentro.
Consigliato.
(Tatiana Vanini)