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Genere: Noir

Trama:
Un atto spregevole, di vergognosa violenza, ha trasformato la vita di Veronica, segretaria in uno studio di avvocati, in un inferno personale, disperatamente celato agli occhi di chi la ama ma che si rinnova, quotidianamente, in una drammatica tortura per il suo animo. Nel cercare di riprendere il senso di un qualcosa che le scivola via dalle mani, si trova a dover fronteggiare anche un drammatico incidente che coinvolgerà una persona a lei molto cara, rendendole ancora più indefinita la vita sotto i suoi passi. Dina Piemontese, con la sua opera prima, Avanzi d'Io, realizza un romanzo di rara intensità pur nella drammaticità del tema trattato; una scrittura, la sua, che delinea personaggi che escono vivi dalla carta con tocchi essenziali, restituendoci tutto il dramma, ma anche la forza, di vite che cercano di darsi una seconda opportunità.

Recensione:
Un libro forte, graffiante, a tratti fastidioso, perché certi argomenti devono dare fastidio. Un romanzo che è vita nera, dolore, annebbiamento. Un'opera che scava, profonda e butta in faccia, apre gli occhi, per una lettura che diviene doverosa.
"Avanzi d'Io" prende, colpisce e non molla, scatena emozioni, sensazioni, lacrime e regala forza e consapevolezza. Non è una lettura da affrontare con leggerezza, ma è talmente coinvolgente che non riuscirete a distaccarvi.
Dina Piemontese ha una scrittura immediata, che non si perde in fronzoli ed orpelli, raggiungendo direttamente l'anima della storia e quindi il cuore del lettore. E' al contempo capace di essere la mano che scuote e l'abbraccio che consola, lo schiaffo e la carezza, la caduta e il risollevarsi.
"Avanzi d'Io" parla di violenza sulle donne, di abusi, di atti abominevoli che segnano il corpo, e lacerano dentro frammentando l'io delle vittime. Ecco il perché del titolo: questa storia mostra i cocci e come il coraggio e la forza possano rimetterli insieme. E' un cammino, un percorso che conduce ad una meta e un messaggio di luminosa speranza e consapevolezza.
I personaggi sono intensi, concreti, tridimensionali. Da Veronica, protagonista e io narrante, a Giada, da Giacomo a Fabrizio, fino a tutte le figure che hanno ruoli più marginali o perfino fugaci, sono compagni di viaggio preziosi, veicolo di emozioni e caratteri, ma anche di azioni e segreti.
Ci sono romanzi dove non ha importanza se la narrazione è in prima o in terza persona, una scelta che si limita al gusto di chi scrive; al contrario, qui, poter leggere la viva voce di Veronica è fondamentale, per immedesimarsi nella sensazioni, per leggere "io" e nella mente mettere noi al posto della protagonista, per far sì che le emozioni passino sulla pelle e filtrino nelle vene, agitando il sangue. Perché con il suo "io", con questa individualità, Dina Piemontese fa sì che il romanzo diventi corale, espressione delle troppe vittime silenziose e di quelle che la voce non l'hanno più. Questo "io" con la sua genuina verità, con il suo tono diretto, ma modulato, zittisce le urla rabbiose degli uomini rabbiosi o semplicemente cattivi.
Quest'opera è sicuramente narrativa, ma il taglio che l'autrice offre abbraccia il noir. C'è mistero, dubbio che si insinua e verità da rivelare. La lettura è appassionante e il ritmo è in crescendo.
Procedendo nei capitoli si sente l'attenzione che è stata messa nella scrittura, sicuro frutto di un ascolto attento da parte della scrittrice che dedica attenzione al sociale e alle donne vittime di abusi. C'è rispetto e vicinanza ed è commovente vedere come sulle pagine ci siano sensazioni, senso di colpa, e come tutto viene concretamente legato all'evento traumatico in modo da essere comprensibile a chiunque legga.
Non manca l'importanza della denuncia e nemmeno l'accortezza alle difficoltà che essa comporta. Risollevarsi non è facile, né immediato, ma il messaggio che è possibile scendere a patti col dolore e tornare a godere della vita, è stupendo e rassicurante.
Un romanzo da leggere, per riflettere, per assumere consapevolezza. Non possiamo permettere che tutto si riduca sempre e solo a parole al vento.
Consigliato.
(Tatiana Vanini)

Citazioni da questo libro:
Non m'importa di quanti uomini malati ci siano lì fuori, io ci sarò per quelle vite rese inespressive a causa loro, per quella forza che si è nascosta per un po', ma che aspetta di essere incoraggiata per tornare a mostrarsi più fiera.



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