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American serial killers.
Gli anni dell'epidemia 1950-2000

di Peter Vronsky
Traduzione a cura di: Barbara Cinelli

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    Casa Editrice: Nua - 480 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Saggi

    Trama:
    I fan di "Mindhunter" e della docuserie "Dahmer" divoreranno le storie agghiaccianti di questi serial killer della "Golden Age" americana, l'età dell'oro degli assassini seriali (1950-2000). Con libri come "Serial Killers", "Genesi mostruose" e "Sons of Cain", Peter Vronsky si è affermato come il massimo esperto di storia dei serial killer. In questo primo autorevole saggio sulla "Golden Age" dei serial killer americani, gli anni in cui il numero di assassini seriali e la conta dei corpi esplosero, Vronsky racconta le storie degli omicidi più insoliti e importanti dagli anni ‘50 all'inizio del ventunesimo secolo. American Serial Killers offre ai veri appassionati di true-crime ciò che più desiderano, passando dalle storie degli assassini più famosi (Ed Kemper, Jeffrey Dahmer) a quelle dei casi meno noti (Melvin Rees, Harvey Glatman). Un saggio storico e sociologico avvincente e approfondito. Perfetto per i fan del true-crime dallo stomaco forte.

    Recensione:
    Gli omicidi di bambini di Atlanta furono il caso che spalancò la porta al mondo di serial killer...
    Peter Vronsky, uno degli storici investigativi più famosi degli ultimi anni, autore di bestseller, ma anche produttore e regista, è ritornato a parlarci dei serial killer con il suo ultimo libro: American Serial Killers, pubblicato da Nua Edizioni.
    Dopo Female Serial Killers o Son of Cain, o ancora, Genesi mostruose, con questo suo ultimo saggio vuole accompagnarci, con un'attenta e profonda indagine, nell'oscuro mondo del serial killer e in quelli che lui stesso definisce "Gli anni dell'epidemia".
    Il profiling psicologico [...] diede agli investigatori della Omicidi in prima linea una migliore comprensione della differenza tra modus operandi mutevole e una "firma" statica.
    Vronsky, in questa minuziosa opera, è molto attento a spiegare come questo fenomeno abbia colpito gli Stati Uniti come una manifestazione epidemiologica, che si è diffusa rapidamente, lasciando una traccia indelebile e profonda.
    Grazie all'attenta e meticolosa traduzione di Barbara Cinelli, il libro risulta scorrevole, comprensibile e molto coinvolgente anche per il lettore non appassionato ai temi trattati. La struttura temporale mostra il percorso scelto dall'autore per poter approfondire l'aspetto criminologico e sociologico di questo fenomeno.
    Facendo riferimento a serial killer famosi come Dahmer o a quelli dei quali si è parlato e raccontato meno, Vronsky espone la loro storia incorporandola in quella della società, che è cresciuta a livello tecnico e scientifico, diventando sempre più consapevole del fenomeno Serial killer, che stava evolvendosi con lo stesso sistema sociale.
    Molti sono i romanzi o i saggi che possiamo trovare in libreria e che trattano degli omicidi seriali e altrettanti sono i prodotti televisivi che quotidianamente richiamano l'attenzione dello spettatore, ma questo libro, sin dalle prime pagine, si mostra con una veste diversa, rispetto ai romanzi o ai saggi pubblicati negli ultimi anni. Al lettore viene presentata una struttura narrativa che lo pone davanti a un'analisi storico-sociale, che risulta in realtà necessaria per l'amante del true-crime, ma che è anche capace di incuriosire il lettore meno esperto, in quanto non è solo un'esposizione tecnica e cronologica di fatti accaduti, ma è un'espressione delle relazioni umane che si incrociano con la personalità dello stesso serial killer.
    American Serial Killers, gli anni dell'epidemia 1950-2000, è quindi un saggio che racconta, analizza ed espone in modo analitico i diversi aspetti psicologici, sociali e investigativi degli omicidi seriali. L'autore richiama infine anche l'attenzione verso gli strumenti a disposizione delle autorità nel tempo, sottolineando anche il percorso che gli stessi studiosi del crimine seriale hanno seguito, mentre la società stessa si era trovata contagiata proprio da questa epidemia folle e oscura.
    (Barbara Galimberti)



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