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Ambitum surrexit
di Denis Valentini

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    Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo - 193 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Avventura

    Trama:
    Una serie di inspiegabili omicidi sta disegnando negli Stati Uniti d'America una mappa del terrore. A cercare di mettere un freno alla scia di sangue che imbratta il Paese, una singolare squadra composta da quattro uomini: un poliziotto spagnolo, un agente della F.B.I., un pugile cubano, stella nascente della box mondiale e un ex baro, deciso più che mai a ricostruirsi una dignità. John, questo il suo nome, ha un intuito formidabile e una straordinaria capacità di cogliere particolari impercettibili, affinata in lunghi anni spesi sul tavolo da gioco; queste sue doti, unite alle indagini dei federali e al coraggio del campione olimpico del ring, costituiranno l'unico argine possibile al dilagare di un disegno criminale,un piano dietro al quale si nasconde la mano di un ordine antichissimo, nato per la difesa dei piccoli, i cui nobili principi sembrano soffocare nella sete di potere...

    Recensione:
    Un romanzo che definirei più di azione e avventura che un vero e proprio thriller, "Ambitum Surrexit La rosa dei venti" unisce delle buone idee a delle forzature nella trama che andrebbero sistemate, sviste figlie dell'inesperienza di un autore alla sua prima opera.
    La scrittura di Denis Valentini è scorrevole, molto telefilmica, nel senso che le azioni si svolgono velocemente, a tratti anche troppo: si sente, in alcune parti, la mancanza di maggiori approfondimenti che diano il giusto tempo narrativo affinché l'evoluzione si innalzi da solide basi e il lettore possa così seguirla.
    Nella prima parte del romanzo c'è l'introduzione dei personaggi principali, che andranno poi a formare l'insolito quartetto chiamato ad investigare su una serie di misteriosi delitti. Un gruppo eterogeneo, con figure che nella realtà non si fonderebbero, ma che in letteratura funzionano e donano una diversità che piace. Sono centrati e stuzzicanti, mostrano una bella varietà e sono anche simbolo di seconde possibilità, di chi si è costruito sudando ed investendo su se stesso, di chi ha voluto cambiare e di chi, soddisfatto del suo lavoro, vuole evolversi grazie alle proprie doti. Uno di loro però ha un inserimento che io definirei sbagliato nella tempistica: mi riferisco al poliziotto spagnolo Mariano, e qui, per farvi comprendere meglio il mio punto di vista, mi devo spiegare.
    Mariano viene chiamato a collaborare con l'FBI in virtù delle sue capacità analitiche davvero notevoli e, a un certo punto, fondamentali, e di una pregressa conoscenza con un agente. Fin qui tutto bene, ma l'ulteriore motivazione stride. Lo spagnolo infatti dovrà scovare una talpa all'interno di un ufficio federale. Questa spia passerebbe informazioni, avviserebbe il colpevole dei progressi di chi indaga, permettendogli di sfuggire alle maglie della cattura. Non ha senso, perché nel momento della chiamata di Mariano, e al suo arrivo, gli investigatori non hanno identificato l'omicida, sanno solo che c'è un assassino e alcuni delitti che potrebbero essere collegati da oggetti simbolici, ma dall'oscuro significato, presumibilmente opera della stessa mano. Mi domando, e sicuramente lo faranno i lettori più attenti e smaliziati, senza poter puntare su una persona, come si fa poi a dire che questa scappa perché qualcuno l'avvisa? Solo dopo, tra l'altro, si avrà evidenza che i colpevoli sono una setta che potrebbe avere un membro tra le forze dell'ordine. Dopo questa informazione l'introduzione di Mariano avrebbe coerenza con le motivazioni, prima è precoce e confondente. Un'ingenuità frutto di inesperienza da parte dell'autore, che ha una storia in mente, sa già tutto, ma rischia, nella foga dell'atto scrittorio, di saltare passaggi fondamentali nella stesura. Certo è che chi pubblica certe cose dovrebbe vederle e saperle correggerle. Altra cosa disturbante ed erronea che devo segnalare è un fatto storico mal riportato. La setta già citata, un tempo aveva un fine nobile: fermare i tiranni per ottenere un ordine mondiale più equo e solidale. Tra i delitti imputati agli adepti, nel momento di giusta azione, tra altri personaggi famosi troviamo scritto e qui cito: "Anche il Re Sole Luigi XIV fu un grande nemico del Mondo Nuovo o, meglio, lo diventò quando invece di governare e far star bene tutti, pensò a sé e ai ricchi facendo patire la fame al popolo. Qui l'ordine intervenne e scoppiò la Rivoluzione Francese." Vorrei far notare all'autore, ma anche all'editore che avrebbe dovuto compiere un editing, che il Re Sole morì nel 1715, mentre la Rivoluzione Francese scoppiò nel 1789 sotto Luigi XVI. Senza contare che una setta che elimina i malvagi governanti avrebbe il suo bel daffare, altro che fare saltuari assassini ove necessario, oppure rivelarsi una volta ogni mille anni, sempre come si trova scritto... insomma siamo adesso nel 2022.
    Per il resto la narrazione prosegue tra misteri iniziatici e pseudo cacce al tesoro per interpretazione e ricerche, che richiamano alla mente film come Il mistero dei Templari con Nicolas Cage, personaggi che indossano maschere di gomma per celare la propria identità ed infiltrarsi, tutti elementi che generano sorprese, innalzano il ritmo e la tensione. Si rischia un po' l'effetto "wow": ovvero puntare su troppe cose che attirano l'attenzione, danno sensazione e che, di solito, il pubblico apprezza particolarmente. Vero, ma non deve mancare l'attenzione e la cura per la struttura della trama che sempre deve essere coerente, consecutiva e il più possibile a carte scoperte, di modo che il lettore possa immedesimarsi in chi indaga, cimentarsi nel tentare di prevenire le azioni dei protagonisti ed arrivare alla verità per primo. Non tutti leggono i libri per seguire ciecamente una storia, altri amano scavare, approfondire. Attenzione anche a perdere un determinato focus aggiungendo troppo.
    Tanti delitti che, giunti alla fine, formano una catena, ma con un senso un po' labile. Non si trova, alla luce dell'obbiettivo finale dei malvagi, totale motivazione nella serie criminosa. Assomigliano ad un faro puntato su chi dovrebbe muoversi nel segreto e nell'ombra il più possibile, un invito ad essere fermati, un elemento che avrebbe bisogno di un diverso sviluppo.
    Interessante il messaggio all'interno del romanzo: ovvero la corruzione di un ordine nato con fini nobili, ma che viene snaturato dall'avidità e dalla stessa sete cieca di potere che si voleva combattere. Ne nasce la riflessione che nessuno può ergersi contemporaneamente a giuria, giudice e boia.
    "Ambitum Surrexit La rosa dei venti", è sicuramente un'opera avventurosa, che può scatenare emozione e dare diletto. Io consiglio una più attenta revisione perché possa essere solida ed apprezzabile anche dai lettori più esperti ed esigenti.
    (Tatiana Vanini)



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