Casa Editrice: Newton Compton Editori - 288 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Gialli
Trama:
Mancano pochi giorni a Natale, e la commissaria Nadia Montecorvo sta indagando su un caso molto delicato: davanti a una scuola elementare di Roma sono stati esplosi diversi colpi di pistola. A perdere la vita è una giovane donna, Emilia Colantonio; mentre Carlotta Lenzi, una bambina che stava andando a scuola insieme a suo padre, è rimasta gravemente ferita. Le indagini si concentrano subito sul passato di Emilia: l'assassino aveva un movente personale o la follia omicida si è scatenata a seguito di un diverbio per motivi di lavoro? Determinata a non escludere nessuna ipotesi, Nadia comincia a interrogare diversi sospettati. Ma dopo una visita in ospedale per sincerarsi delle condizioni della piccola Carlotta, i ricordi personali cominciano a sovrapporsi all'indagine in corso. In un caso in cui è vitale mantenere la lucidità e il sangue freddo, la commissaria Montecorvo dovrà riuscire a tenere a bada i suoi demoni interiori per trovare al più presto il colpevole.
Recensione:
Con "A Roma si muore da soli" nasce dalla bella penna di Enrica Aragona un ottimo giallo dal ritmo incalzante e l'interessantissima figura della commissaria Nadia Montecorvo, che unisce alla determinazione e all'acume investigativo la propria quotidiana battaglia contro un grande e misterioso problema personale (il mostro, come lo chiama lei).
Il caso principale attorno al quale si snoda la narrazione è quello dell'omicidio della bella e disinibita Emilia Colantonio, uccisa a pochi giorni dall'inizio delle vacanze natalizie vicino a casa sua e guarda caso proprio davanti a una scuola elementare. Per riuscire a farla fuori il killer ha esploso diversi colpi di pistola e uno di questi ha ferito gravemente una bambina che il padre stava accompagnando a scuola. Mentre le indagini si concentrano sulla vita di Emilia e sulle sue discutibili relazioni sia personali che lavorative per scoprire chi potesse volerla morta, la piccola resta in coma, in bilico fra la vita e la morte, costringendo Nadia a fare i conti con il ricordo angosciante di una perdita dolorosissima del suo passato.
Attorno a Nadia si muovono colleghi, superiori, amici e familiari molto ben caratterizzati che hanno il grande pregio di alleggerire la narrazione e di portare piano piano alla luce molti aspetti del suo carattere e della sua vita privata, spostando frequentemente il focus dall'indagine vera e propria all'esplorazione del suo personaggio, che si muove in una Roma devastata dall'incuria, dal degrado e dal disagio sociale. Accanto alle ricche e rampanti Emilie Colantuono che possono permettersi abiti e accessori firmati, che si divertono senza problemi incontrando uomini sempre diversi e si aiutano a restare costantemente su di giri consumando droghe perché così fan tutti, ci sono i poveri diavoli che vivono nelle baracche, i vandali, i comuni cittadini esasperati dalla violenza e dallo squallore che si sta pian piano impadronendo della città.
Nadia si muove come un'equilibrista fra questi due livelli senza riuscire a conciliarli né a rinunciare all'uno o all'altro in nome del quieto vivere. Non ha paura di sporcarsi le mani e questo la fa precipitare spesso nell'angoscia provocatale dal suo mostro personale. A lei interessa la verità, a qualunque costo: un caso che ha brillantemente risolto solo pochi mesi prima, per esempio, continua a frullarle per la testa provocandole un disagio quasi fisico. Ci sono dei dettagli che percepisce come incongrui e che la tormentano, tanto da portarla a rivalutare gli indizi guardando alla situazione da un diverso punto di vista, anche se sa benissimo che molto probabilmente non sarà possibile cambiare l'esito della prima istruttoria.
In questo mondo ingiusto e crudele dove ciò che appare non è quasi mai ciò che è vero, la propria inquietudine personale e la propria ambivalenza diventano per Nadia un prezioso punto di osservazione per andare oltre l'ovvio e scoprire quello che si nasconde dietro ogni storia apparentemente semplice.
Un giallo originale e dalla trama molto ben congegnata, che mi ha tenuta incollata alle pagine fino a tarda notte; una commissaria ruvida e spigolosa ma a suo modo affascinante, che mi auguro vivamente di ritrovare nei prossimi romanzi della brava Enrica Aragona.
(Cristina Quochi)
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