Trama:
Bjørk non crede ai suoi occhi quando da Capo Thompson vede la Vesle Mari farsi strada tra i ghiacci per rifornire i cacciatori della costa. Perché a bordo c'è proprio Halvor, che un Natale di anni prima ha divorato per errore il suo compagno, il Vecchio Niels, scambiandolo per il maiale di casa. Le cure mediche e il ritiro in seminario non sono serviti a placare i sensi di colpa del cacciatore, tornato in Groenlandia per cercare qualcosa che ha dimenticato, qualcosa di molto importante, che forse potrà dargli pace, ma cosa? Per ricordarlo intraprende un viaggio alla riscoperta della grande isola bianca, attraverso l'immenso buio dell'inverno polare, in cui "il tempo è un'illusione" che confonde il giorno e la notte, la realtà del nudo confronto quotidiano con una natura imperiosa e l'immaginazione paradossale, innaffiata di acquavite, degli avventurieri poetici e scanzonati che abitano queste terre sperdute.
Come Mads Madsen, che per la crisi di astinenza dalla sua pipa rischia di perdere un amico fraterno e qualche connotato in una furibonda scazzottata, o il raffinato Conte, che con una bottiglia di Chablis mette in piedi il primo allevamento di bue muschiato al mondo, o Fjordur, il vendicatore solitario con una ferita insanabile nel cuore e una passione per il lavoro a maglia. Se, come insegna il saggio Bjørk, l'intelligenza è il semplice frutto della fantasia, niente è impossibile a chi sa ascoltare la natura fuori e dentro di sé, e la più impetuosa tempesta artica può dare a Halvor le risposte che cerca, conducendolo fino a Nanga, la meravigliosa montagna azzurra del Kashmir.
Commento:
Groenlandia, basta citare i luoghi dove il nuovo romanzo di J. Riel è ambientato perché la mente inizi ad immaginare ampi spazi e senso di libertà. Viaggio a Nanga è una storia fuori dai soliti schemi, a tratti surreale, che parla però di cose comuni a qualsiasi essere umano: errori e voglia di rimediare, insicurezze e ricerca di serenità, bisogno di condivisione.
Da Halvor e l'ombra del vecchio Niels a Mads Madsen; dal conte e il suo compagno, l'avvocato Volmersen all'ingenuo Lasselille; dal saggio Bjørk fino al solitario Fjordur, quella che l'autore ci propone è una carrellata di umanità, un gruppo di persone che con le proprie virtù ma anche i piccoli difetti che li caratterizza ha però un merito: quello di ritrovarsi in un luogo in cui la natura quasi selvaggia regna sovrana, evidenziando così le piccolezze dell'essere umano rispetto all'immensità che lo circonda...
Eh si, perché con una scenografia come quella descritta dall'autore, è difficile non sentirsi piccoli e ridimensionare tutto ciò che accade, soprattutto davanti allo splendido spettacolo del sole che sorge o che tramonta. Viaggio a Nanga è un'avventura a tinte delicate e con sfumature a tratti malinconiche, pagine attraverso le quali Riel - pur parlandoci di un piccolo gruppo di individui e di una piccola comunità - ci parla delle cose del mondo, di eventi e vicende che accadono dappertutto e nelle quali è facile riconoscersi. Che si tratti del bisticcio per un prestito tra amici o della voglia di vendetta, del desiderio di avere una persona accanto o di quello di realizzare un importante progetto lavorativo, i personaggi presenti nel romanzo incarnano bene le emozioni di volta in volta provate e, strappando anche qualche sorriso per le situazioni surreali a volte descritte, coinvolgono il lettore trascinandolo nella loro affascinante isola.
(Maria Guidi)
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