Trama:
"(A Buchenwald) sentivi di essere vicino a uomini di alto livello, non con riferimento al ruolo che avevano avuto, ma per come si comportavano: erano persone come te. Il ruolo di prima era cancellato e sentivi una vicinanza che ti dava una forte carica. Lo vedo adesso. Allora non lo percepivo. Sentivo che eravamo legati allo stesso destino, che avevamo lo stesso nemico e cercavamo di fare il possibile per aiutarci".
Queste riflessioni di Gilberto Salmoni scorrono sotterranee lungo tutto il racconto della sua esperienza di internamento a Fossoli e Buchenwald, rievocata con la freschezza e l'immediatezza dello sguardo del ragazzo di allora e filtrate dall'esperienza di oggi.
Nel testo prendono vita episodi di un passato lontano, affiorano volti di persone care e di sconosciuti, risuonano frammenti di dialogo evocati dalla parola fluida e precisa dell'autore, in un testo dove tutto, anche l'appendice documentaria, vuole testimoniare la grande tensione verso ideali di giustizia, libertà e uguaglianza che avrebbero dovuto animare la nuova società uscita dalla guerra.
Commento:
E' noto che la questione dei campi di concentramento nazisti ha giocato, in questi anni, un ruolo decisivo nella ricostruzione della memoria e della documentazione, anche per il semplice fatto - non secondario - di chiedersi cosa succederà nel lungo tempo, una volta che i protagonisti di quella stagione saranno tutti scomparsi e dovessero ritornare alla carica, con varie scuse e pretesti, i "negazionisti" vecchi e nuovi.
Per questo occorre davvero ringraziare chi, come Gilberto Salmoni, nato nel 1928, si trovò a quindici anni internato con la famiglia a Fossoli e venne poi deportato a Buchenwald, insieme al fratello maggiore.
Salmoni, in pratica, è uno che da venti anni concorre a ricordare e ricostruire, scrivendo numerosi libri e continuando ancora oggi, a più di ottanta anni, a girare per le scuole e testimoniare, facendo di ciò un impegno di vita.
Egli spiega come gli sia rimasta impressa per sempre la sensazione di essere vicino a uomini di alto livello "non con riferimento al ruolo che avevano avuto ma per come si comportavano" e racconta con emozione vivissima episodi lontani, da cui affiorano volti e sguardi sconosciuti affratellati dalla tensione verso ideali di giustizia, libertà ed eguaglianza.
Grazie alla collaborazione della storica Anna Maria Ori, specialista di storia e didattica della storia, viene fuori il molteplice livello del ricordo e della documentazione, delle fonti e degli archivi, in un drammatico susseguirsi di storie, episodi, nomi, fotografie di epoca; una documentazione ricca, commossa e partecipe.
Si veda, alla fine, la stessa appendice documentaria aggiunta dalla Ori - bollettini, documenti, elenchi di nomi - col risultato di unire il documento e la fonte, la memoria e l'emozione, in un rinnovato racconto che è insegnamento e parabola umana, lezione storica e sdegno.
(Attilio Mangano)
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