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Genere: Humor

Trama:
Fabio è un ragazzo diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Agli occhi di registi del calibro di Amelio e Sorrentino, Fabio è una promessa del cinema italiano. Peccato che, dopo essere partito con il sogno di scrivere film d'autore, oggi lo ritroviamo a fare lo sceneggiatore di film porno. Deprimente, vero? Ma è l'unico modo per sbarcare il lunario. Così, invece di veder realizzato Il cielo di piombo, copione che da anni ingiallisce in un cassetto della sua scrivania, a Fabio tocca sfornare a un ritmo da infarto sceneggiature come la parodia di 20.000 leghe sotto i mari (per ottenere il nuovo titolo, sostituire la elle di "leghe" con una esse). Ma il giorno in cui gli annunciano che uno dei film da lui firmati, L'importanza di chiamarsi Ernesto (sostituire la emme di "chiamarsi" con una vu), è in lizza al Festival del Porno di Cannes, a Fabio viene un'idea che cambierà il corso della sua vita...

Commento:
Questa è la storia di Fabio, un ragazzo che sceglie di studiare sceneggiatura perché ama osservare tutto.
Ama guardare le persone, imprimersele in testa e portarsele a casa, immaginare cosa fanno nel momento in cui sta pensando a loro. Gli piace inventare vite e situazioni, studiare il loro nascere, vivere e morire.
Suo padre si aspettava si iscrivesse come lui a Ginecologia, dove avrebbe studiato candide, accumulato una serie di trenta e lode e stretto amicizie con stimati colleghi calvi già a vent'anni, ma "tutto sommato", afferma il nostro protagonista, "ho scelto di intraprendere una professione che alla ginecologia, però, ci si avvicina molto".
Infatti Fabio (in arte Fabius) è sceneggiatore di film pornografici di grande successo, tanto da meritare l'ambito premio dello Zizì d'Or al Festival del Porno di Cannes.
Una posizione scomoda è un libro divertente, con una scrittura che scivola piacevolmente tra battute spassose e situazioni comico-paradossali e che, nonostante la sua apparente leggerezza, ha un risvolto più serio: Fabio non riesce a rinunciare al proposito di diventare qualcuno, non uno qualunque, ma qualcuno.
E per questo non si arrende; magari ha mille dubbi, ma è mosso da una spinta che non lo fa mollare; cade ma si rialza, non si piange addosso più del necessario e, soprattutto, ha un piglio ironico per cui il lettore non può che parteggiare per lui e sperare in una sua rivincita.
(Benedetta Gigli)



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