Trama:
Magro, barbuto e canuto, il Prof non usa libri di testo, non ha registro né programmi e, quando non dorme accasciato sulla cattedra, si abbandona a esternazioni di ogni genere raccontando di storia, di letteratura, di cronaca, di sport e quant'altro come se avesse vissuto cento vite, e cogliendo ogni occasione per esprimere la propria visione del mondo. Zia Mina, bidella plurilaureata, con il Prof condivide trent'anni di servizio e il giudizio drasticamente critico su una scuola ormai trasformata in azienda. Al Profeta la lega il rapporto complice di chi ne ha viste di tutti i colori negli anni; per lui nutre un senso di protezione che oscilla tra la tenerezza struggente per la solitudine dell'uomo e la consapevolezza di poterlo rampognare in nome della loro profonda intesa. Gli studenti del Prof, perennemente angosciati per le sue inadempienze ma affascinati dai suoi racconti, si dimostrano capaci di correggere l'insegnante nelle sue approssimazioni; a tratti allibiti dal suo provocatorio divagare, invano tentano di porgli quesiti di natura scolastica e vengono regolarmente zittiti dai commenti caustici e surreali del Prof che tira dritto per la sua strada. Tutto questo non impedisce loro, al momento del congedo, di rendersi conto di quanto profondo sia il legame con il docente e di rimpiangerlo come un padre.
Commento:
E' un libro particolare questo Prof & Zie, all'inizio si rimane spiazzati e la sensazione andando avanti non passa, forse ci si abitua.
La scrittura è scorrevole benché quasi desueta, personalmente credo sia quasi come avere tra le mani lo scritto di un discepolo di Kundera, o di un suo emulo per meglio dire.
La storia vede protagonista un professore, che ama farsi chiamare Profeta, e che per ogni cosa ha la sua verità, che spaccia per universale. I suoi insegnamenti non sono didascalici e più che insegnamenti veri e propri sono massime di vita.
Uno sconclusionato pieno di pensieri sconnessi, una poesia ermetica messa in prosa dalla Zia, la coprotagonista del libro, che zia non è di nessuno, ma questo è il suo nomignolo fittizio.
Lei - bidella per necessità e studiosa per vocazione - cerca di entrare nelle pieghe della personalità del Profeta per raccontarlo ai suoi studenti, che faticano a capirlo; ma capirlo fino in fondo, non riesce neanche lei.
E' un libro degli estremi, può piacere moltissimo o non piacere affatto, sicuramente incuriosisce ed è difficile da recensire, perché ogni piccolo capitolo sembra essere a sé stante, la raccolta di punti di vista di un alienato che cerca di spronare i "discepoli" a pensare a suo modo.
La figura del protagonista e del suo punto di vista sulla vita si scioglie in una frase in cui la Zia parla di lui: "Pensi davvero che al Profeta freghi qualcosa di qualsiasi regola codificata? Codificata da chi, poi? Se il Profeta ha voglia di restare all'aria anziché venire in classe, ci resterà. E nessuna Gazzetta ufficiale gli farà cambiare idea".
I personaggi sono tutto ed il contrario di tutto e la storia stessa è tutto ma molto più probabilmente, niente.
(Chiara Iacucci)
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