Trama:
Attraversare il mondo per andare a soccorrere popolazioni colpite dalle guerre o da catastrofi naturali è il lavoro dei cooperanti internazionali. Un lavoro apprezzato per i suoi contenuti umanitari ed i rischi che implica.
Questo libro, autobiografico, racconta la vita vissuta sul campo da un operatore umanitario impegnato nel suo lavoro. Si tratta di un operatore umanitario "moderno" senza paraocchi politici o religiosi, e che ha la sola ambizione di dare il proprio contributo a coloro che sono in difficoltà.
Dall'incontro con le vittime delle guerre e delle tragedie, e dagli scenari in cui è immerso il protagonista, emergerà l'affascinante sfida dell'incontro col diverso. Si scoprirà come è facile superare quelle divisioni che strumentalmente mettono storie e culture una contro l'altra.
Il libro accompagna il lettore nelle crisi umanitarie dell'Afghanistan, Libano, Darfur ed Iran, la sua avventura si chiuderà in Italia dove troverà sfide altrettanto dure da superare.
Commento:
Quante volte, di fronte ad una tragedia di proporzioni enormi come quelle che sempre più spesso capitano in ogni angolo del mondo, ci siamo detti "Vorrei poter fare qualcosa"? Alla fine, abbiamo magari mandato un piccolo contributo economico, per aiutare ma soprattutto per mettere a tacera la nostra coscienza, che ci chiedeva forse di dare una mano in modo più efficace.
Quale modo? Il modo scelto, ad esempio, dall'autore, Tommaso Merlo, operatore umanitario con la valigia sotto il letto, per essere sempre pronto a recarsi nei luoghi dove serve aiuto. Porca miseria, titolo che può sembrare all'apparenza strano ma che, forse, è la prima esclamazione che sale alla bocca quando si sente al TG di una nuova catastrofe, è la storia vera di alcune delle sue missioni umanitarie. Merlo ci porta con sé in giro per tutto il globo, dal Libano al Sahara, passando per Kabul e tornando infine in Italia, per mostrarci come operano le organizzazioni umanitarie in questi frangenti.
Il suo è un libro semplice, scritto in modo diretto e senza troppi giri di parole che mette il lettore di fronte alle questioni pratiche: dove costruire pozzi e ospedali, dove dormire, come sfamare la popolazione, come difendersi dai guerriglieri, ecc., tralasciando gli aspetti legati alla burocrazia che, troppo spesso, rallenta solo le attività.
L'ultimo capitolo, che parla di uno dei tanti rientri in Italia e che potrebbe per questo essere immaginato come poco interessante, è invece uno dei più belli perché traspaiono i sentimenti dell'autore, quel rendersi conto di come la nostra vita quotidiana sia scandita da tante cose che consideriamo prioritarie e che, dopo qualche mese di esperienze diverse, assumono tutt'altra importanza.
L'immediatezza con cui Merlo si confronta con genti di altre etnie, il superamento di pregiudizi e preconcetti sono la cosa che salta più agli occhi, perché dalle parole di chi si è trovato di fronte a certe situazioni, è facile rendersi conto di come - a prescindere dal colore della pelle o dal credo religioso - quello che ci sta di fronte è semplicemente un altro essere umano, con i nostri stessi sentimenti: paura, gioia, amore, rabbia e tanto altro...
E' facile allora capire come, dalla paura verso lo straniero alla fiducia per far nascere un bel legame, il passo sia davvero bereve.
Un libro fluido e piacevole (nonostante diversi refusi), ma che consente di dare uno sguardo aperto e franco su tante realtà spesso solo immaginate.
(Maria Guidi)
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