Trama:
Due racconti sul diverso modo di vivere l'attesa della Vigilia di Natale, introdotti da una poesia di Edmond Rostand. Il dono di Natale di Grazia Deledda è ambientato nella Sardegna dei primi del Novecento. Dopo la messa della Vigilia, i cinque fratelli pastori festeggiano, davanti al focolare dell'umile casa, il fidanzamento dell'unica sorella consumando carne arrosto, focacce e una torta di miele. A.D. 2953 è un racconto distopico in cui un nuovo ordine mondiale ha preso il potere sulla Terra. La razza umana, sfidando le leggi di natura e sostituendosi a Dio, è diventata immortale. C'è ancora, però, una frangia dissidente e una luce di speranza. Seppur così apparentemente lontani, un filo rosso lega i due racconti che, nel finale, ci svelano che il dono più grande è il miracolo della vita.
Commento:
Due brevi racconti che non potrebbero essere più diversi: il primo, Il dono di Natale di Grazia Deledda (1871 - 1936) si svolge ai primi del Novecento; il secondo, A.D. 2953 di Daniele Mencarelli, ha luogo, appunto, nel 2953. Circa mille anni dividono queste due storie che - nonostante ambientazioni e personaggi completamente diversi - sono pervase però dallo stesso spirito, quello della fede in Dio, che trova modo di far sentire la Sua presenza proprio in occasione del Natale.
Tenera e con un sapore di antico, che tanto riporta a Cristo, la prima; moderna e che sembra quasi portarci su un pianeta diverso la seconda. Eppure, nonostante la loro brevità, questi racconti toccano l'animo del lettore, accomunate da un epilogo in cui la fede in un'entità superiore, e la conseguente speranza che ci sia qualcosa dopo la morte, riscaldano il cuore.
(Maria Guidi)
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