Trama:
I racconti di Emanuela Bertello sono storie di vita vera: dolore, difficoltà, problematiche e drammi dei nostri tempi, li attraversano. Tra i protagonisti c'è chi perde il lavoro e si arrangia onestamente e dignitosamente per crescere i propri figli, chi si misura con una malattia incurabile, chi, per la carriera, ha dimenticato l'umanità, il barbone divenuto tale per il dolore, come pure il soldato tragicamente coinvolto in una guerra che non può comprendere o il figlio carnefice del proprio padre per smania di denaro o, ancora, la fanciulla vittima di mostruose violenze maschili.
Commento:
Già conosciuta grazie alla silloge poetica Oltre le nuvole, Emanuela Bertello torna in libreria con una raccolta di racconti, che presenta però un filo comune con il precedente libro: l'argomento delle sue storie. L'autrice infatti ci parla ancora una volta non di un singolo argomento, ma semplicemente di vita, esaminandone gli aspetti spesso tristi e dolorosi, riuscendo a presentarli con leggerezza e speranza, con un ventaglio di personaggi e situazioni sempre differenti.
Il libro è breve, e brevi sono anche le storie che racchiude, che si condensano in poche pagine, si, ma che trasmettono comunque molte emozioni e forniscono tanti spunti su cui riflettere.
Le vicende narrate sono quasi sempre introdotte da brevi aforismi, da citazioni o riflessioni che fanno un po' da apripista, facendo capire immediatamente al lettore quale sarà il tema trattato. Sembra quasi che la Bertello voglia spingerci a riflettere su quelli che sono i valori veramente importanti, in una società dove, purtroppo, il denaro, il potere e l'apparire sembrano essere le uniche cose che contano.
Ecco allora che, grazie ai ritagli di vita che ci si aprono davanti agli occhi, torniamo a ridare a tutto il giusto peso. Come non concordare con il soldato ferito che ne Il silenzio del ghiaccio (vincitore del "Concorso Letterario Nazionale Pennacalamaio") ci ricorda, in modo fin troppo diretto, che "Nella guerra, in nessuna, esiste la libertà. Non è una cosa che si può conquistare. Se fossi stato libero adesso sarei a casa a spaccarmi le ossa e bruciarmi sotto il sole per coltivare la terra e la mia pelle sarebbe rugosa e riarsa dal sole e le mie mani callore. Ora invece sono qui, con le mani livide dal gelo e la pelle spaccata dal freddo.
Molto toccante anche la vicenda di Gheorge, diventato un barbone per il troppo dolore, che ci mostra con semplicità come sia facile lasciarsi andare quando si perdono le cose cui si tiene davvero... eppure, quella vita che a volte dà ed altre toglie, spesso insegna anche, e così ci fa notare che "Siamo uguali anche se tendete a sottolineare le diversità e mantenere le distanze. Ma forse a ben pensarci una differenza c'è: voi siete più soli di me e neanche lo sapete".
Ancora, c'è la storia di Samira, che nella vita ha conosciuto solo violenza; c'è quella della donna in carriera, che si accorge improvvisamente del poco valore che hanno in certe situazioni i soldi e quella di chi scopre, invece, che per quegli stessi soldi anche la persona migliore può diventare una belva.
Storie brevi ma intense, da cui traspaiono spesso dolore e solitudine, ma che forniscono il giusto stimolo per riflettere su quelle che dovrebbero essere le vere priorità nella vita.
(Maria Guidi)