Trama:
I racconti che compongono questo volume propongono una serie di prove tecniche sui nomi e sui volti dell'esistenza, una serie di incursioni, o meglio, una serie di incisioni che, con delicatezza, con pacatezza, entrano nella pelle delle cose alla ricerca di una prospettiva diversa.
Al pari di chiunque veda nella scrittura un'indispensabile estensione della propria esperienza, e grazie alle storie e ai personaggi che mette in scena, Patrizia Di Donato spinge il proprio sguardo sulle orme di tante piccole verità che guardano a quell'episodio insondabile chiamato vita.
Commento:
Un libro breve (neanche 130 pagine) eppure intenso e ricco di emozioni, La neve in tasca della Di Donato racchiude sei racconti incentrati non solo sulle donne e sui piccoli e grandi eventi che quotidianamente le coinvolgono ma, più in generale, sulla vita e le sue mille sfaccettature.
Stile delicato, occhio nostalgico, i colori con cui l'autrice illustra le sue storie sono tenui, sembrano ricordi ormai un po' sbiaditi nella memoria, eppure ancora ugualmente gravidi di emozioni. Questa è l'atmosfera che trasuda, ad esempio, dal primo racconto, Che bel dono (vincitore del Premio Teramo nel 2005), uno spaccato dell'Italia dell'epoca che va oltre il contenuto della storia in sé, riportando alla memoria una quotidianità fatta di piccole cose, di condivisioni forzate ma anche di gioie semplici, cose ancora ben salde nella memoria di qualche anziano nonno.
Particolare è anche L'agenda della casa, che diventa una sorta di diario della protagonista in cui si alternano pensieri, ricette, liste della spesa e proverbi, preoccupazioni per la famiglia e voglia di riscatto personale, mentre i giorni si srotolano e le persone che ruotano intorno all'agenda prendono, improvvisamente, forma e consistenza.
Ogni racconto differisce totalmente dagli altri per il tema che va a toccare e - per quanto siano tutti meritevoli di un'attenta lettura - personalmente ho apprezzato moltissimo La scribacchina di via Tripoli, in cui l'intensità di sentimenti si svela solo nelle ultime righe, per sorprendere il lettore con un'inaspettata conclusione.
Un libro piacevolissimo, delle istantanee di vita da cui ci si stacca a fatica.
(Maria Guidi)
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