Trama:
Due cinquantenni divorziati iniziano una fitta corrispondenza dopo anni di silenzio. Successivamente si ritrovano in un bar a parlare del loro passato, ma purtroppo un imprevisto cambia radicalmente il corso degli eventi.
Il secondo racconto, "Donnarkica", affronta il dramma dei desaparecidos cileni dal punto di vista delle madri. Un condensato di rabbia e amore che non lascia nulla all'immaginazione.
Il testo è depositato alla Casa della Memoria di Santiago del Cile, sede dell'Associazione famigliari desaparecidos.
Commento:
Due racconti perfetti per la trasposizione teatrale. Brevi, concentrati eppure densi di passione e di introspezione.
Il primo è la corrispondenza serrata tra due divorziati cinquantenni, un carteggio che porterà ad un incontro, un patetico tentativo di afferrare il tempo che scorre, inesorabile. Un modo per ingannare la realtà, che spesso è molto più crudele di quanto possiamo immaginare.
Nel secondo racconto, l'amarezza e la partecipazione alle vicende dei due ex coniugi - che forse per molti aspetti sentiamo vicini - lasciano spazio al dolore ed alle urla silenziose di tutte quelle madri che cercano i figli scomparsi. Desaparecidos, "coloro che non troveranno mai".
Storie di vite strappate, interrotte, di persone che per l'America Latina e il mondo intero non esistono più.
Lo stile che accomuna queste pagine è duro, diretto, senza troppi fronzoli eppure capace - e forse è proprio questa la sua forza - di arrivare dritto al cuore, di lasciare il lettore con domande non ancora risolte, perché "le verità sono sempre nascoste" e noi "siamo nati per cercare".
(Raffaella Galluzzi)
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