Trama:
Nero come noir ma imperfetto. Perché le apparenze ingannano e le certezze sono destinate, pagina dopo pagina, a crollare come castelli di sabbia. Così com'è precipitato il mondo di Fabio, ex poliziotto, dopo il suicidio della moglie. Affetto da narcolessia, solitario e nichilista, consuma le sue giornate muovendosi come un fantasma all'interno di una sua personale corte dei miracoli. Sfruttatori, usurai e spacciatori sono i suoi clienti. Rintracciare le persone scomparse la sua specialità. Privo di qualsiasi etica, accetta incarichi di qualsiasi tipo senza alcuna remora. Non importa da che parte stia la ragione. Non importa che la persona da scovare sia un onesto negoziante perseguitato dagli strozzini o una ragazzina cinese costretta a prostituirsi dai genitori. Conta solo la ricompensa. La sopravvivenza. Occupato a districarsi in una pericolosa ragnatela d'incubi, rimorsi e allucinazioni, non può permettersi di distinguere il bene dal male. Le vittime dai carnefici. Fino a quando un nuovo incarico ribalta le prospettive mettendo in discussione scelte e convinzioni. Scoprire chi ha ucciso la sorella e recuperare un carico di cocaina appartenente a uno spacciatore bulgaro. Solo in apparenza un lavoro come altri...
Commento: "Solo chi è già morto non ha paura di morire", con questa premessa in copertina, F. Pastori introduce perfettamente il suo romanzo, catapultandoci nell'atmosfera cupa che lo contraddistingue e che è data proprio dal protagonista, Fabio.
Ex poliziotto segnato da un passato che lo ha spiazzato e distrutto, è diventato un uomo che non ha più nulla da perdere e che, per questo motivo, sopravvive, senza più chiedersi nemmeno se si trova dalla prte giusta o sbagliata della barricata.
Particolare l'uso della punteggiatura da parte dell'autore, un uso piuttosto bizzarro ma che riesce - con le interruzioni improvvise dovute ai segni di interpunzione messi in punti inaspettati delle frasi - a mantenere alta l'attenzione del lettore, trasmettendogli quell'impressione di continui flash, di visione "a sprazzi" in cui sembra vivere costantemente il protagonista.
La trama è ben strutturata e l'intreccio scorre alternando le fasi dell'indagine ai momenti di riflessione del protagonista, parentesi che non appesantiscono minimamente la trama, bensì la arricchiscono, fornendo anche chiarimenti sulle vicende.
I personaggi sono descritti negli aspetti essenziali ed il linguaggio è netto, realistico e duro, come si addice alla storia descritta. Nero imperfetto, infatti, mostra uno spaccato della società moderna, della corruzione che ormai impera dappertutto, della facilità di finire, quasi per caso, dalla parte dei "buoni" a quella dei "cattivi", proprio come accade a Fabio, protagonista ma certo non eroe, un uomo distrutto che sa bene che - a prescindere dall'esito delle indagini - la sua vita non cambierà poi così tanto, che continuerà a provare dolore e rimorso ed a essere narcolettico ma, perché no, magari potrà fare tutto ciò con qualcuno accanto.
Incisiva la frase finale in risposta alla domanda "Che fine ha fatto il poliziotto?", con lui indeciso tra fornire una visione edulcorata della realtà o essere sincero... Sceglierà la seconda soluzione, con una risposta dura, d'effetto, ma assolutamente realistica e in linea con il romanzo (e, purtroppo, non solo con quello!).
Davvero un bel libro, duro ma coinvolgente.
(Maria Guidi)
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