Trama:
Il professor Giovanni Scipioni è in guerra con il mondo intero: professione, colleghi, moglie, figlia. Una guerra ininterrotta che non si capisce bene quando e da chi sia stata dichiarata. Il germe del conflitto covava forse in Giovanni Scipioni fin dall'età fetale oppure il casus belli si è innescato in seguito, magari nel periodo dell'adolescenza? La guerra, poi, è stata dichiarata da lui o è stata al contrario la vita stessa a sfidarlo a singolar tenzone? Non si sa. L'unica certezza è che, da quando sono scesi in guerra anche i suoi eccentrici fratelli, Antonio e Paolo Scipioni, la sua situazione si è aggravata, perché le battaglie dei congiunti si sommano a quelle che lui ha già in corso su più fronti. Sempre che, in fondo, non si tratti delle stesse battaglie.
Commento:
Il romanzo che L. Rachetta regala ai suoi lettori è davvero piacevolissimo, uno di quei libri che si leggono fin troppo in fretta perché sono così ben scritti, divertenti e allo stesso tempo profondi che le pagine scorrono via una dopo l'altra, velocissime. Lo humor che pervade tutta la narrazione, legato ad un'ottima caratterizzazione dei personaggi, rende La guerra degli Scipioni un'opera davvero interessante, che affronta temi seri con ironia ma senza superficialità. Non trascurabile, inoltre, la grande proprietà di linguaggio che l'autore dimostra, con una costruzione lessicale piacevolissima e termini oggi spesso trascurati a favore di logori e abusati cliché.
Per quanto si tratti di due generi narrativi completamente differenti, lo stile di Rachetta ricorda, per certi aspetti, quello di Palahniuk in Ninna Nanna. Tale somiglianza è riscontrabile sia nelle descrizioni di ambienti e personaggi, particolarissime e arricchite da paragoni davvero poco comuni, sia per l'aspra critica sociale che traspare dalle pagine di entrambi i libri. I due autori criticano, infatti, la società moderna in modo fin troppo diretto e riescono a integrare bene il loro pensiero nella trama, tanto da renderlo basilare per lo sviluppo dell'intero romanzo. Ecco quindi che Giovanni, Antonio e Paolo diventano il simbolo dell'opposizione alla società moderna, superficiale ed egoista, pronti ad opporsi alla diffusa tendenza del rifuggire le responsabilità, del curare sempre e solo i propri interessi, del lavorare poco e pretendere molto, del chiudere legami duraturi per un'avventura o una crisi passeggera, pronti invece a lottare per i valori in cui credono.
Un romanzo davvero piacevole, profondo e scorrevole.
(Maria Guidi)
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