Trama:
Figlio di un pezzo grosso della politica italiana, Santo Bustarelli ha il destino segnato: sarà ancora più potente del padre. Non mira però a diventare ministro o presidente del consiglio, vuole di più, vuole il potere dei poteri. Vuole ascendere al soglio di Pietro, essere papa, disporre dei beni della Chiesa e delle anime dei fedeli. Una volta ordinato sacerdote, Santo dispiega metodi di propaganda inauditi. Apre le prime discoteche cristiane al mondo e le sue prediche in diretta televisiva hanno un seguito oceanico. Allo stesso tempo stringe sotterranei accordi con la mafia e con i produttori di armi, controlla i traffici di droga e addestra un esercito di diseredati pronti a scatenare per lui l'Apocalisse. All'apparenza è un moralizzatore, in realtà è un individuo abbietto che brucia le tappe della carriera ecclesiastica partendo da Chiavari, in Liguria, per arrivare in Vaticano. Dove il vecchio papa comincia a tremare. "L'onnipotente" è un romanzo intenso e scandaloso scritto senza mezze misure. Un assalto scagliato contro chi ha dimenticato che al centro della Chiesa deve stare la fede e non le cose del mondo. Ma anche, e soprattutto, una rappresentazione di cosa accade quando il potere mira solo al suo accrescimento. Si tratta di una fame pericolosa, che è il marchio dei nostri anni.
Commento: "I cristiani io li conosco bene. Loro si, che sono i peggiori. Voi rubate, uccidete, spacciate, violentate. Ma lo fate alla luce del sole. Loro sono uguali a voi, ma nascondono tutto. Proteggono la loro vera natura mandando avanti a rappresentarti il loro sosia: la morale. Fare la morale, ecco la loro maschera". Parole che entrano nella testa con prepotenza, lasciando una sensazione di disagio e di inquietudine: questo è L'onnipotente, romanzo dal tono crudo e diretto, che non prevede mezze misure.
Il protagonista, Santo Bustarelli è un personaggio che si dipinge di colori primari come un moralizzatore dei costumi, come l'aria fresca della salvezza. E invece ha dietro, al fianco e tutto intorno malavitosi, sicari, produttori di armi, depravati. La sua condotta ci indigna, ma, allo stesso tempo, ci cattura, perché ci sentiamo attratti dalla sua mentalità oscura e perversa e siamo curiosi di sapere fin dove possa arrivare.
Lo stile di Vaccari descrive bene questo personaggio contorto, che riesce a giostrare il male a suo favore grazie anche all'aiuto del padre, pezzo grosso della politica italiana, Salvatore Bustarelli. I due conducono la propria vita con l'obiettivo unico di accrescere il loro potere e ci colpisce come, nel fare ciò, siano molto scaltri e accorti: lucidatisi con una patina di morale, si presentano come la via del bene e della verità, tanto da far pensare a noi che li ascoltiamo, che meno male c'è la famiglia Bustarelli, sia il padre che il figlio, che loro sì che ci tengono davvero, e non solo a parole, a quella cosa che ci accomuna tutti e che, in teoria, a tutti dovrebbe stare più a cuore del resto. Quel principio della cui importanza gli altri che tirano le fila lassù sembrano essersi scordati: il bene dell'Italia.
(Benedetta Gigli)
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